approccio mentale

Giornata di golf-magie.

Sono in ritardo stamani nello scrivere questo post perchè nonostante il freddo ho fatto una scappata a Tirrenia a fare 9 buche. Ho iniziato a giocare e nella sacca avevo solo una pallina! La mia amica ne aveva due, mai state più sfigate di così. Siamo partite dalla buca 10 perchè dalla uno c’erano le partenze di una gara.

Prima magia: le seconde 9 sono chiuse quasi sempre e oggi erano aperte da subito.

Alla buca 12 ho un posticino “segreto” dove riesco a trovare qualche pallina e nonostante la mia amica conosca il mio segreto io le trovo e lei no! Ci avvenuturiamo nella jungla della 12 dove molti uomini, che tirano da lontano, perdono le palline tirate (male) dal tee.

Magia, magia! In un’area di due-tre metri quadrati ne ho trovate subito 8 mentre la mia amica si stava lamentando di averne trovata solo una. Non mi stavano più in mano, così l’ho chiamata: “vieni qui, ne ho viste altre due e non so come prenderle!” Era stupita e contenta di aver rinforzato la sua scorta di palline gratis e divertendosi un sacco, e io più di lei.

Magia numero tre: i miei tiri dal tee. Non ne ho sbagliato uno, ho tirato più lungo del solito semplicemente non facendo la prova. Mi sono detta: lo swing che conta è quello con la palla, quindi punto su quello le mie energie e non le spreco con la prova. Concentrazione e… via! Ho preso il green pieno nei due par 3 e ho giocato facilmente le nove buche uno sotto il mio handicap, nonostante il gelo dei due soli gradi di temperatura.

Magia numero 4: ho ritrovato il mio pitch che avevo perso lunedì scorso!

sembra incredibile che io abbia creato 4 magie in sole due ore, e invece è vero!

Abbiamo tutti il potere di creare le nostre magie, chiedendo al nostro mago interiore che si manifestino le cose che desideriamo, la differenza sta nel fatto che molte persone non le riconoscono come magie e pensano siano solo frutto del caso.

Da oggi fai caso alle cose belle che ti succedono, datti il merito di averle create TU e vedrai quante altre magie ti capiteranno!

Le palline hanno bisogno di un lavaggio in varichina, mi sono dimenticata di desiderare di trovarle pulite!

Il golf in tv

Quando eravamo dei super golFissati (adesso è passato solo il SUPER) io e mio marito seguivamo il golf in televisione in maniera scientifica. Fra me e lui il più fissato era lui: registrava i campionati, gli open e tutto quanto passava la tv sul golf e la sera in camera se li guardava in religioso silenzio. Poi metteva il rallentatore e analizzava lo swing meravigliosamente fluido e sciolto dei campioni del momento. A quel punto attaccava con i commenti: vedi come scendono internamente, vedi che le braccia sono come estranee al corpo, sono come morte, vedi che sembra che tirino giù una corda immaginaria, guarda le mani come sono all’impatto… E non mi lasciava dormire.

Secondo me si impara poco o niente guardando i professionisti in tv: fanno sembrare tutto troppo semplice.
Il loro swing sembra un disegno fatto al computer capace di sfidare la legge di gravità.
Ho visto delle performances assurde: palle imbucate con l’approccio dal bunker, palle dietro un albero che girano miracolosamente e riescono ad arrivare in green, eagles fatti con una facilità paurosa, palle imbucate da quaranta metri…

Cosa si può imparare da questi campioni?
Che lo swing giusto rischiede una smisurata fiducia, che apparentemente sembra sensa senso.
Chi ha poca fiducia e cioè il giocatore mediocre come me si fa prendere troppo spesso da una irragionevole ansia, infatti alza la testa per paura che la pallina scompaia o colpisce la palla dall’alto per paura che la pallina vada via se aspetta una frazione di secondo in più.
I risultati di questi due difetti (alzare la testa e colpire la palla dall’alto) sono tristissimi: centinaia di colpi mancati o rasoterra, o toppati o tagliati.

Eppure sappiamo bene che la testa del bastone acquista la velocità ideale se le mani sono morbide, le braccia passive, se l’inizio del backswing non è affrettato, e che distogliere lo sguardo dalla pallina distrugge il contatto, ma quando scorre l’adrenalina (al momento di eseguire il colpo) i nostri desideri primordiali e le nostre emozioni prevalgono su una sapienza acquisita con grande fatica.
Cosa ci manca? Un pochino più di FEDE, basterebbe un decimo della fede che hanno quei campioni della tv, e saremmo a posto. Con la fede acquisiremmo uno swing omogeneo e l’armonia fra le diverse parti del corpo.
Lo swing giusto è come un insieme di piccole professioni di fede, tutte apparentemente contrarie al buon senso:
– piegarsi sulla pallina con le ginocchia flesse è innaturale.
– impugnare il bastone con delicatezza va contro la nostra voglia di sottomettere il golf con la forza.
– lo spostamento del peso ci dà l’impressione di buttarci in un burrone.

Quei campioni della tv hanno una fede smisurata: la prossima volta che li guardiamo, cerchiamo di imparare da loro l’unica cosa che ci sarebbe davvero utile.

Il golf è l’unico gioco imbattuto

Questa bella storia è tratta da un libro, parlerò in prima persona come fa l’autore anche se l’esperienza non è mia.

Un giorno avevo un match play con un famoso chirurgo, che chiamerò dottor J., appassionato golfista, che nonostante il lavoro impegnativo trovava il tempo di allenarsi tre volte a settimana. Ammiravo la sua sicurezza,  il suo primo drive alla buca 1 era perfetto, e mi sentivo nervoso al pensiero di giocare con uno della sua levatura. Sul tee della due, però, dopo il bel par della buca 1, il dottore ha spedito il suo drive fuori limite perdendo miseramente la buca. Alla 3 è successo lo stesso! Il suo secondo brutto drive gli era finito nel boschetto a destra, palla persa!

Il dottore era esasperato, ha sbattuto il drive per terra con violenza esclamando disgustato: “Il golf è il più frustrante, dannato gioco mai inventato dall’uomo!”

Di fronte a questo inaspettato scoppio di rabbia candidamente gli chiesi: “Allora perchè giochi così spesso?”

Dopo una pausa rispose: “perchè non lo posso sconfiggere, vince sempre lui”.

Sembrò stupito della sua stessa risposta e ci pensò ancora un pò prima di dire: “Sì, è il solo gioco che IO non posso battere!”

Infatti il dottor J. aveva miseramente perso in due modi: sbagliando il colpo e arrabbiandosi.

Mi divenne subito chiaro che il dottor J. era frustrato non solo dai suoi drive. Guardandolo teso e impaurito sul putt di 70 cm riflettei che il chirurgo teneva il suo bisturi con apprensione e insicurezza proprio come il suo putter e che non avrei MAI voluto essere sul tavolo della sua sala operatoria.

Fare certi interventi chirurgici delicati richiede maggior destrezza di imbucare un putt da 70 cm e la posta in gioco del paziente è la sua vita… Immaginai il dr. J arrabbiato che impugnava il bisturi per operare uno sventurato paziente. Il dottor J, il mio idolo, era capace di provare paura, rabbia, frustrazione.

Poi mi sono sorpreso ad arrabbiarmi perchè ho fatto tre putt da vicino , dunque il dottor J non era il solo ad essere frustrato dal gioco del golf. Ogni volta che sbagliavo un colpo facevo subito un’analisi critica di cosa avevo sbagliato. Avevo girato poco le spalle? Il mio swing non era interno? Avevo alzato la testa? Nel colpo successivo cercavo di correggere cosa pensavo avesse causato l’errore.

Ma ogni volta che correggevo un difetto ne emergevano due! Più cercavo di controllare lo swing più esso diventava meccanico e meno ritmico. I colpi che ne venivano fuori erano brutti, strappati, e provocavano il mio desiderio di provare ancora più cose per correggerlo. Mai fare in campo tentativi simili, tanto meno in gara: solo in campo pratica è consentito provare lo swing.

Credevo si trattasse di auto-correzione, mentre invece era un’ auto-distruzione.

Anch’io dunque non dominavo né adesso domino il gioco del golf. Il golf è l’unico gioco imbattuto.

Capii il dottor J. e da quel giorno non mi permisi più di giudicare o biasimare nessuno.

Sei consapevole del tuo swing?

Molte persone dicono: “Non riesco a capire cosa sbaglio”. Oppure: “Non riesco più ad avere la sensazione giusta che avevo una volta, ho cambiato in peggio il mio swing”. O addirittura: “Io non riesco a sentire un bel niente!”

Se sei uno che non riesce a sentire niente forse stai giocando da pochissimo tempo, prova subito a fare uno swing ad occhi chiusi. Ora chiediti: “come posso sapere che ho fatto lo swing? ” Dato che non lo hai visto, non lo hai odorato né assaggiato e probabilmente non lo hai nemmeno udito bene, lo hai per forza SENTITO. Comincia da qui. Ascolta la sensazione che ti dà uno swing ad occhi chiusi: hai sentito solidità, scioltezza, fluidità oppure ti è sembrato uno swing a scatti, scoordinato, goffo e sbilanciato? Era veloce o lento? NON GIUDICARLO, non pensare che sia sbagliato o giusto, osservalo e basta, perchè se lo giudichi da subito e fino a un attimo prima sostenevi di non sentire niente significa che vuoi continuare a non sentire un bel niente. C’è un vecchio detto, sagace: “Se non riesci a sentire il tuo swing non puoi neanche guarirlo.” E’ la legge della consapevolezza: essere consapevoli è la cura.

Tu puoi obiettare: “Io sono perfettamente consapevole del mio slice, ma non guarisce”

Tu in realtà osservi solo la tua palla che gira a destra quando fai slice, non SENTI il tuo slice. Perchè SENTIRE lo slice durante lo swing significherebbe poter dire senza guardare se una palla fa più o meno slice della precedente, quindi sentire come lo swing porta allo slice e quanto. Il “SENTIRE” è conoscenza, consapevolezza e porta al controllo.

Se invece di sentire giudichi e analizzi tu fai un’indagine intellettuale.

La cosa da fare è SENTIRE il tuo swing di adesso, così com’è ora, non provare a riprodurre quello di quel giorno in cui hai giocato 10 sotto il tuo handicap, perchè quello swing NON C’E’ PIU’. Non provare neanche a fare uno swing COME PENSI CHE DOVREBBE ESSERE. Neanche quello esiste! Quindi né swing del passato né swing ideale, perchè non esistono. Esiste solo il tuo swing di adesso e probabilmente non durerà a lungo.

La morale è che in gara quando cerchi di modificare il tuo swing fissandoti su qualche particolare vai di male in peggio.

Quando sei in gara e giochi male anzichè cercare di cambiare lo swing focalizzandoti su alcuni particolari che ritieni di sbagliare, osserva la tua fisiologia. Di sicuro cammini trascinandoti, a testa bassa, immerso nei pensieri, con mille voci nella testa che ti dicono cosa sbagli, cosa puoi fare adesso, quale ferro tirare, come addressarti. Ferma i pensieri se ci riesci e osserva come cammini, come trascini la sacca, e cambia immediatamente la fisiologia. Questo sì che puoi farlo!

Drizzati, innalzati, tira su le spalle, petto in fuori e cammina come se tu fossi sicuro di te, respira profondamente e vai sulla palla . Anzichè cercare di capire cosa hai sbagliato fino ad ora, prendi un ferro e fai due swing ad occhi chiusi. Poi tira e può darsi che tu cambi l’esito della gara se mantieni la fisiologia giusta. Diventa osservatore di te stesso, conosciti il più possibile, controlla e dirigi il tuo gioco del golf e la tua vita. Approfondirò l’argomento “fisiologia” nel post di giovedì.

Ciao

Due magie di golf di inizio anno

Il 3 gennaio, dopo giorni di pioggia, neve, gelo, fiumi straripati (e povera gente sfollata), autostrade chiuse………. i golfisti sono riusciti a tornare in campo per una gara.

Partenza SHOT GUN a lle 11 a causa del campo ghiacciato. Sono in gara con Fuffi, il mitico Fuffi dei miei post sul vecchio blog e Roberto, la cui moglie ci segue a piedi. E’ una giornata splendida, col sole, quasi incredibile tanta fortuna. Parto dalla  buca 5 subito con doppio bogey, idem alla 6 e alla 7: forse non è la giornata giusta per lo swing, ma mi gusto la compagnia e parlo piacevolmente con Piera dei nostri figli.

Alla buca 18 il primo miracolo. Dopo la palla in acqua tiro il sesto colpo in rough, lontano una trentina di metri dalla bandiera.  Ho il doppio colpo, per fare 8 devo fare approccio e putt. Tiro l’approccio e mi parte un rattone raso terra velocissimo e dritto verso la bandiera, sbatte preciso contro l’asta ed è DENTRO! Sono troppo contenta, non mi sembra vero, è un miracolo, sì che lo è! Non può essere un caso e anche se lo fosse IO LO CONSIDERO UN MIRACOLO. Tu dimmi quante probabilità ci sono che da 30 metri un siluro di rattone sconsiderato entri in buca: secondo me una su 10000000. Quindi: MIRACOLO.

Proseguo le buche col buonumore e finisco con 33 punti, senza infamia e senza lode, o almeno così credevo all’inizio. Un’ora dopo vedo sul monitor che sono PRIMA.

SONO ARRIVATA PRIMA CON 33 PUNTI, ho giocato meglio di tutti gli altri! Il campo era difficile, tutto bagnato con pozzanghere d’acqua dovunque, i green con l’erba alta, è per questo che le persone hanno giocato peggio del solito. Arrivare prima con 33 è il secondo miracolo. E se proprio voglio mettere i puntini sulle “i” ci sarebbe anche un terzo miracolo: anche Marco, mio marito, in prima categoria è arrivato secondo con 33 punti, quindi siamo stati insieme alla premiazione e ce la siamo proprio goduta tanto.

Morale della favola: ogni giorno ci può essere un miracolo nella tua vita e se lo riconosci sei talmente contento che prestissimo te ne ricapitano altri, e poi altri ancora fino a che non vedi l’ora di dirlo agli altri perchè DESIDERI che anche gli altri credano nei miracoli.