Archivio di marzo 2012

Postura perfetta, colpo perfetto

Avere una postura corretta è essenziale per trovare un colpo perfetto. La postura ha essenzialmente due funzioni. La prima è avere una posizione del corpo adatta ad effettuare uno swing  con angoli, (schiena  bastone) che permettano di sfruttare al 100%  la velocità che si riesce a creare.
La seconda è trovare la distanza tra i piedi e la palla dando cosi l’idea del piano dello swing di ogni bastone, dai wedge al drive.
Bene, vediamo come trovarla questa postura perfetta.
Prima di tutto impugniamo il bastone e mantenendolo parallelo al terreno, posizioniamolo tra la cintura e l’ombelico. Noi staremo dritti con la schiena e coi piedi larghi come le spalle e ginocchia diritte.
A questo punto allunghiamo le braccia stando ben attenti a mantenere il bastone parallelo al terreno.


Cosi facendo avremo creato un angolo, spina dorsale bastone di 90°.
Ora stando ben attenti a mantenere la distanza tra corpo e tappo del grip cominciamo ad inclinarci con la schiena. Per fare questo movimento sarà importantissimo portare i glutei indietro, come se dovessimo appoggiarci ad una parete 10 cm. dietro di noi.


Continuando l’azione glutei- schiena arriveremo a toccare per terra con la testa del bastone (che toccherà il suolo con il tacco)
Se avremo fatto le cose a dovere avremo un angolo di 90° tra shaft e spina dorsale (controllate con uno specchio alla vostra destra o con un amico)
Solo ora lasceremo che le ginocchia, fino ad ora tenute diritte si pieghino o meglio si rilascino.
Il punto in cui la testa del bastone tocca il terreno è dove la palla va posizionata come distanza tra voi e quest’ultima.
Ecco fatto abbiamo trovato la posizione e gli angoli corretti per effettuare un buon colpo.


Logicamente questa routine è e deve essere fatta con tutti i bastoni dal più corto al più lungo.
Se avrete l’occasione di guardare i professionisti del tour tutti usano questa routine logicamente non cosi cadenzata, ma ammorbidita dai loro feeling, ma tutti arrivano sulla palla posizionando il bastone dall’alto verso il basso inclinando la schiena. Invece molti dilettanti posizionano prima la faccia del bastone dietro la palla e poi “si tirano su” con il corpo o la schiena.
Un’ultima cosa, c’è molta differenza nel posizionarsi sulla palla e piegare le ginocchia e poi inclinarsi con la schiena o fare esattamente il contrario. La foto a sinistra mostra “prima ginocchia e poi schiena”. La foto a destra mostra “prima la schiena poi le ginocchia”

     
Vediamo brevemente le sostanziali differenze.
Voglio precisare che entrambi i modi sono corretti anche se modestamente credo che piegare le ginocchia e poi la schiena crei una posizione “old style” e più difficile da usare sopratutto per medi alti Hcp o persone con problemi di schiena o di una certa età.

Piegare le ginocchia e poi piegare la schiena, questo porterà una posizione dove le spalle, le ginocchia e le punte dei piedi si troveranno su di una retta verticale. Questa posizione si creava assieme al concetto “siamo delle molle” e si usava ruotando le spalle nel backswing cercando di mantenerei fianchi fermi.

La seconda postura ovvero piegare la schiena e solo dopo rilasciare le ginocchia porta ad avere spalle e piedi sulla stessa retta e le ginocchia, meno piegate, dietro.
Questa posizione che ultimamente sta avendo molto successo amche tra i migliori giocatori del tour promuove invece un maggior movimento dei fianchi sia nel back che nel downswing, cosa praticamente molto cercata ed apprezzata da tutti i dilettanti in generale.
Ora partendo dal concetto generale che il corpo umano (dopo numerosi studi di biomeccanica) non può comportarsi come una molla credo oggettivamente che il secondo modo sia quello che aiuti maggiormente i giocatori nell’esecuzione di uno swing che tiri la palla più dritta e più lunga sfruttando al meglio delle possibilità di ognuno di noi  le forze angolari che andremo a creare.
E dopo una giusta postura, buon golf a tutti!
Lorenzo Bosisio

fantastico meeting golfissati del 19!

Lunedì scorso ho riunito 9 persone fissate di golf, pronte a sperimentare le mie tecniche mentali ed è stato un successo! Ecco perché:

le previsioni del tempo davano pioggia e invece c’era il sole (io lo avevo ORDINATO!)

le persone che hanno partecipato erano tutte disponibili e aperte all’apprendimento,

Hanno fatto il gioco “18 palle” sul putting green con attenzione e impegno, sforzando la mente a visualizzare con i particolari sensoriali.

Hanno giocato a golf provando piacere e divertimento

Li ho seguiti sul campo e lo spirito di gioco/aggregazione creava un clima ben più entusiasta rispetto a quello che  che si respira in gara o nel solito giro in campo con le stesse persone…

Al momento del tea break ognuno si è raccontato, creando un clima di amicizia e scambio stimolante.

I due fotografi hanno fatto un servizio sensazionale!

 

 La prima mezz’ora ho parlato di come mettersi in stato di “picco entusiasta”, rievocando un successo golfistico e creando la frase-àncora. Se si parte per una gara in questo “stato” si attrae un gioco più fluido e fiducioso.

Gli esercizi di visualizzazione sul putting green sono durati POCO perché i tempi si sono allungati… Così i 9 golfissati sono partiti dalla buca 1 per la “gara”. Avevano i fotografi e ME alle costole, gli ricordavo a turno la frase àncora e gli battevo il 5 ad ogni colpo venuto bene.

Poi, al té delle 5, ci siamo conosciuti meglio. Abbiamo parlato di noi, delle nostre aspirazioni, dell’ “ozio creativo”. Una conversazione interessante, spontanea e stimolante.

Purtroppo tra la gara, la buvette, e i ritardi dei fotografi c’è stato poco tempo per trattare i contenuti mentali, ecco perché ho deciso di trasformare questo meeting golfissati in una vera e propria clinic mentale di 2 giorni che organizzerò periodicamente.

Come si svolgerà?

Il primo giorno ci riuniremo in una villa di campagna, con grande prato annesso (ulivi al posto delle bandierine per gli approcci). Prnzo, merenda, cena insieme e momenti teorici e pratici di training mentale. Il secondo giorno andiamo in un campo da golf vicino per sperimentare come possiamo metterci nella migliore condizione possibile quando giochiamo. 

Per cominciare, mi bastano 5-6 golfissati! Sarà più facile per me seguirli; in campo posso giocare  9 buche con un team e 9 con l’altro. Ci sarà tempo anche per conversazioni di “vita”. Così come desideriamo attrarre un buon gioco di golf e riproporre spesso il nostro miglior swing, desideriamo anche il meglio nelle altre aree della nostra vita: un lavoro migliore, relazioni migliori, emozioni buone.  Sono un’appassionata di crescita personale e della legge di attrazione: ecco perché questa clinic è adatta anche per i coniugi/figli non golfisti, oltre al fatto che dalla villa possono fare fantastiche escursioni nel cuore della Toscana, sia la domenica che il lunedì .

La data provvisoria è il 22-23 aprile. Ancora non ho preparato il materiale promozionale, ma se sei interessato scrivimi una email privata e ti do tutte le info.

Un grande grazie ai miei magnifici 9 partecipanti al meeting del 19!

Patrizia, Giancarlo, Monica, Andrea, Wanda, Alessandro, Antonio, Lia e Andrea: metterò tutte le vostre foto su facebook appena pronte e vi invierò i film personalmente… Ho scoperto in me un’innata capacità di attrarre persone straodinarie!

 

Annika Antipatika

 Si nun me diverto, che piacere è?

 

Racconto di Fred Rességuier

Una pubblicità di qualche anno addietro definiva il caffè come un piacere, e “si nun è bbono, che piacere è?”. Mi pare che il ragionamento, nella sua semplicità, non facesse una grinza. Ora, parafrasando questo fortunato slogan, si potrebbe dire che anche il golf è un piacere, ma “si nun me diverto, che piacere è?”.

Immaginiamo adesso che il nostro circolo, per una serie irripetibile di circostanze favorevoli, ospiti per una esibizione la numero uno del mondo, la svedese Annika Sorenstam..

Ora, Annika ritiene, per carità, giustamente, che la sua esibizione debba essere accompagnata da un comprimario, insomma uno scagnozzo qualsiasi che faccia meglio rifulgere la sua immensa classe. E così, solo per fare le debite proporzioni, andiamo a raschiare il fondo del barile, e facciamola affiancare da chessò, un Michele Reale qualsiasi.

(Ironia della fantasia; uno con quel nome, Reale, Royal, The King, dovrebbe dare le piste a tutti, che dico nel circolo, che dico in Italia, che dico in Europa, ma sullo scenario internazionale! E invece no!)

Bene, a Reale, al quale non capiterà probabilmente mai più un onore così, tremano un tantinello i polsi, ed il suo tee-off  non è nemmeno lontano parente di quello che la sua pur limitata fama gli avrebbe dovuto permettere. Annika lo guarda con finta distrazione e, mentre dentro di sé si scompiscia dalle risate, dalla sua mimica nordica non trapela assolutamente nulla, nemmeno un battito di ciglia.

Ma adesso, fermi tutti: il momento è solenne.

Annika prende posizione sul battitore e allinea sapientemente il legno sulla traiettoria ottimale, appoggiandolo sul petto.

C’è, per la verità qualche incauto, evidentemente ignaro di tanto momento, che si attarda a bisbigliare qualche parolina all’orecchio del vicino o che, peggio ancora, accenna a muovere un passo. Annika si limita ad osservarlo con quella commiserazione appena venata di irritazione con la quale si assiste allo sbarco di clandestini a Lampedusa.

Istintivamente tutti trattengono il respiro e… swish,  parte il celestiale drive di Annika, che va su su, curva dolcemente verso l’interno, per cominciare poi la discesa e l’atterraggio sul centro del fairway. I più disinibiti non si trattengono e si leva un “brava!!!” che contagia quanti si sentono autorizzati  a riprendere a respirare.

Il povero Michele, da parte sua, a capo chino, inizia la ricerca della sua pallina, finita nel rough di sinistra. Anche Annika, la grande Annika, partecipa alla ricerca e, nel giro di un paio di minuti si registrano due miracoli. Il primo, quando Annika gli trova la pallina, peraltro con un lie assolutamente favorevole, ed il secondo, quando Michele, evidentemente ringalluzzito dalla svolta positiva della situazione, fa partire un bellissimo secondo colpo che riscuote perfino il plauso di Annika.

Sarà per il caldo al limite della sostenibilità, ma gradualmente l’atmosfera tende a farsi più fluida, anche se la differenza tecnica emerge impietosamente mano mano che alle buche si susseguono altre buche, fino a che…, beh! andiamo per ordine.

Osserviamo Michele alle prese con un’uscita dal bunker, quello di sinistra sotto il green della 5. Michele ci prova, la pallina si alza, ma non abbastanza e ripiomba quasi al punto di partenza. A questo punto Annika prende da parte il povero Michele e, in un inglese fluido come il suo swing, gli spiega che le spalle devono mettersi così e i piedi cosà. Umiliato ma non domo, Michele sfodera un secondo colpo dal bunker e la palla plana dolcemente sul green.

Buca successiva; Annika, fattasi ormai ciarliera, se ne fotte un tantinello del “silence”  che aiuterebbe Reale a trovare la sua concentrazione, nel momento in cui è intento a trovare il suo stance, anche se il suo drive è poi quanto mai efficace, con palla che atterra a bordo green.

Qui qualcosa comincia ad incepparsi nel meccanismo perfetto di Annika, forse disturbata dallo stropiccio dell’occhio di Michele, al quale un moscerino era andato a fare indesiderata visita.

Stavolta il “Quiet, please!” di Annika ha un che di stizzito. Sta di fatto che la sua palla non rende onore alla fama della grande svedese, che ha poi il suo daffare a riportarla in green.

Qui Michele ha la sua grande occasione; al cospetto della numero uno ha la non lontanissima chance di eagle. Estrae dalla sacca il pitch e con un delicatissimo chip porta la palla a sbordare la buca e, prima che si fermi ad un metro e mezzo dalla stessa, sente tutta l’indifferenza degli dei del golf nei suoi confronti, mentre a stento riesce a contenere il porco qua e porco là che gli salgono alle labbra.

Annika, non indifferente al dramma di Michele, attinge a tutta la commiserazione di cui è capace che, detto tra noi, non è poca, e gli spiega il motivo dell’insuccesso del colpo: Lei, lì, avrebbe giocato il putt!

Michele pesa in una frazione di secondo tutti i pro e tutti i contro e decide di non mandarla affanculo. Ma qui, anche se se ne sarebbero potuti già vedere i prodromi, la svolta.

Putt da quaranta centimetri di Annika per un clamoroso bogey: Michele assiste immobile e senza fiatare come al solito. L’attesa si protrae: l’acido lattico gli si accumula sulla gamba di appoggio mentre Annika effettua l’ennesima prova. Michele non ce la fa più e decide di appoggiare il peso sull’altra gamba, pur rimanendo in apnea. Il “Don’t move!” sibila come una lama affilata e provoca un momentaneo brivido sulla schiena sudata di Michele. Parte finalmente la palla che si avvicina alla buca, ma alla fine la evita con un’elegante veronica. Dopo il tap_in , esplode inaspettato un “Fuck you!!!” che si ripete cinque_sei volte, e sulle ali dell’ultimo, un elegante destro, degno di Trézeguet accompagna l’ingrata palla fuori dal green.

L’aplomb di Annika, già messo alla dura prova dagli eventi non proprio fausti, tende vieppiù sfilacciarsi nel prosieguo, fino al quasi inevitabile epilogo.

Buca 11. Il caldo e l’umidità tengono uniti i due giocatori come l’antiberlusconismo i membri dell’Unione.

Il tee_off di Michele, forse vittima anche dell’inclemente concorso climatico, è ben poca cosa e l’unico suo desiderio è attingere a quanto rimane di fresco nel suo thermos.

In quel momento Annika si accinge a sparare il suo drive. La concomitanza degli eventi è letale e fatale. Finalmente abbeveratosi, Michele ripone nella sacca la borraccia e malauguratamente la chiusura dello zip irrompe mentre la testa del driver di Annika si trova all’apice del back_swing. Patatrac! Risultato: drive da 36 di hcp!

“Who made that noise!?” Chi ha fatto quel rumore? Michele alza la mano come uno scolaretto.

“You bastard! You made it on purpose!” Sciocchino, l’hai fatto apposta!

Ma, veramente ero girato, non ho visto.

No, l’hai fatto apposta!

A quel punto a Michele, esaurito anche dal caldo, sovviene chissà perché quella famosa pubblicità del caffè di qualche anno prima e decide con un impeto di orgoglio che, Annika o non Annika (che andasse affanculo), non si sta più divertendo e perciò che piacere era?

Prende la sua palla e se ne va.

Fred Rességuier

Tiger, Rory e il golf mentale

Rory McIlroy è il sedicesimo giocatore che ha raggiunto la prima posizione in classifica del golf ranking mondiale ed è il secondo più giovane, dopo Tiger Woods che aveva 21 anni.

Rank Player Pt.s
Avg.
Tot.
Pts.
# of
Evts.
Pts.
Lost
Pts.
Gained
 1  Rory McIlroy,  Nir  9.29  473.95  51  -54.40  139.76
 2  Luke Donald,  Eng  8.97  466.37  52  -78.44  3.42
 3  Lee Westwood,  Eng  8.19  376.69  46  -56.56  70.42
 4  Martin Kaymer,  Deu  6.02  300.87  50  -53.68  20.48
 5  Steve Stricker,  USA  5.71  228.46  40  -38.31  48.29
 6  Webb Simpson,  USA  5.07  263.60  52  -31.79  24.01
 7  Jason Day,  Aus  5.03  236.56  47  -35.27  28.42
 8  Dustin Johnson,  USA  5.02  256.16  51  -45.65  32.89
 9  Charl Schwartzel,  Zaf  4.99  259.55  52  -39.28  27.19
 10  Hunter Mahan,  USA  4.97  258.19  52  -36.09  91.37

Rory si è guadagnato questo titolo grazie a come ha pattato all’Honda Classic, domenica scorsa.
Un putt da 3,5 metri alla buca 2

un putt da 2,6 metri alla buca 5

due putt da 16 metri alla buca 6. Ha finito a 69 per un totale di -12.

Puoi immaginare quanto fosse forte la tensione per cercare di arrivare primo e battere un agguerrito Tiger Woods? Tiger, in finale, ha fatto un birdie e un eagle, finendo a 62.

Cosa dice Mc Ilroy di questo? “Ho sentito il boato alla 18 quando Tiger ha fatto eagle e io stavo pattando per il birdie alla 13. Era davvero dura per me giocare per la vittoria in queste condizioni psicologiche”

Allora come ha fatto Rory a vincere contro Tiger e contro i suoi stessi nervi?

Col golf mentale.

Rory ha imparato a controllare l’aspetto mentale del suo golf e a combattere lo stress. Lui sa che la chiave per un grande golf è eliminare tutti i pensieri negativi che ti impediscono di dare il meglio. Se fai un brutto colpo la peggior cosa che puoi fare è pensarci. Ebbene sì, pensare ai tuoi brutti colpi rovina il resto del tuo gioco. Bisogna interrompere lo schema del pensiero negativo!

Fuzzy  Zoeller ad esempio fischia sul setup per calmare la sua mente.

Non occorre che fischi anche tu, basta che tu spezzi lo schema del tuo dialogo interiore negativo nel modo che preferisci, per zittire la mente conscia. Io ti ho indicato un bel pò di modi per farlo nei miei post, te ne ricordo alcuni:

– pronunciare “pronti-attenti-via- fine” nelle 4 fasi dello swing.

– pronunciare “solo swing”

– guardare il fairway per individuare un punto in cui vuoi che la palla vada

– farsi una domanda tipo “come posso fare un colpo FACILE?”

-canticchiare…

– allentare il morso

– parlare col dubbio

Trova tu il tuo modo per distrarre la mente dal pensiero negativo del brutto colpo… E più di tutto, per mantenere il sangue freddo quando stai PER VINCERE una gara. Quante volte l’inconscio ti boicotta (si tratta di vero e proprio autosabotaggio) e sbagli nelle ultime due buche? Di certo Rory ha il suo sistema vincente: è lui il nuovo numero uno del mondo!

Se tu già sei in possesso del mio magico audio+golf ASCOLTALO sempre prima di mettere piede nel campo da golf: riprogramma la tua mente alla positività e ti ridona il tuo swing più redditizio. Nel 2011 per me ha fatto miracoli! (www.golfissazione.com/golfaudio) 

 

 

 

 

i golf è più salutare degli altri sport?

golf e saluteNel passato il golf era considerato un gioco per persone “datate” (o “diversamente giovani”), ma oggi a tutti gli effetti è considerato uno sport per  soggetti d’ogni età.

Il golf facilita la salute fisica e mentale delle persone, per questo si sta espandendo a questa velocità.

Fisica, perché un giro di 18 buche impegna il sistema cardiocircolatorio del giocatore, alzando la sua frequenza cardiaca entro la soglia aerobica, ad un livello ideale per il consumo di grassi . Fa dimagrire! Basta stare attenti a non COMPENSARE con abbuffate di pastasciutte e dolci…

Mentale perché aiuta a socializzare, a rispettare le regole, a controllare le proprie emozioni, a conoscere se stessi e da’ modo di migliorare il carattere. (Salvo qualche irriducibile che frega sul punteggio, imbroglia ecc… ) E poi, svuota la mente dal pensiero incessante e stressante. il golf è meditazione, ossia un focus  sul presente, un’attenzione totale a ciò che si sta facendo.

Il golf previene gli infarti ed altre patologie legate all’ipocinesi (mancanza d’attività fisica).

il golf consente di respirare aria pura, di fare il pieno di ossigeno e ritardare l’invecchiamento cellulare.

Quindi, voi che giocate poco, adesso avete diverse scuse buone per aumentare la vostra frequenza nel campo da golf. Nel frattempo ascoltate i due nuovi audio-salute che ho messo nell’area download:

audio salute2: corpo-mente in connessione. Spesso le malattie hanno origine da desideri e bisogni soffocati, da accettazione di convenzioni sociali che ci costringono ad andare contro noi stessi. Risvegliarsi alla salute significa individuare le nostre frustrazioni mentali. Letture consigliate.

Audio Colazione Equilibrata: audio di Marco Germani, esperto in nutrizione che raccomanda una giusta colazione come prevenzione per la salute e per sentirsi energici e vitali. Sono a disposizione per chiarimenti, scrivetemi!