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The inner golf – quanto conta il pensiero

Nelle giornate di grazia, quelle dove la palla vola dritta e lunga, in un paio di colpi-massimo tre sei in green e poi tiri uno o due putt ad ogni buca ti sei mai chiesto a cosa pensi?

Hai presente quando estrai dalla sacca sempre il ferro giusto vai deciso e sicuro a tirare e ti viene un colpo fantastico? Certo che lo hai presente! Magari non succede sempre, o forse ti è successo solo raramente ma di sicuro sai di cosa parlo. Ebbene ti dico io a cosa pensi in questi momenti: a niente. Al massimo pensi ad addressarti bene, poi lasci che lo swing avvenga da solo, senza comandi.

Prendiamo ora il caso opposto, il brutto gioco. Vai sul tee, prendi il legno 3 anzichè il drive perché ultimamente il drive non ti entra, temi di non prenderla bene, fai tre o quattro prove pensando a un mucchio di dettagli tecnici (giro le spalle, mi fermo bassa dietro, scendo veloce, giro i polsi, faccio il finish…) e poi… ti viene un colpo orribile, strappato, rattonato, storto, corto e ti vergogni davanti ai tuoi amici.

Dopo vai sulla palla sperando che il secondo colpo ti venga meglio. Ci ragioni un pochino, valuti cosa hai sbagliato prima e cerchi di rimediare quell’errore ma… anche questo secondo colpo, sebbene un pò meglio del primo, è una schifezza. Va bè, niente è ancora perduto, la buca 1 è un par 5, sei a 220 metri dal green, puoi sempre fare 6 o 7! Il terzo colpo lo fai con prudenza, usi un ferro, ragioni bene su cosa hai sbagliato prima, hai terrore di sbagliare anche questo e invece… E’ andata bene, (che sollievo!) ha volato, ora sei a 100 metri e mettere il quarto in green è facile.

Il quarto colpo lo fai impaurito, è decisivo, devi andare in green per forza, ti è andata bene fino ad ora e non puoi sprecare l’occasione del bogey, se niente niente dopo imbuchi puoi fare anche il par, forza! Non puoi sbagliare, prendi un ferro 7, la bandiera è lunga e fai qualche prova. Giri troppo le spalle? Se scendi veloce fai un buco in terra? L’address andrà bene? L’indecisione ti attanaglia e sbagli. Fai un rattone lungo che attraversa il green e scende vicino alla strada.

Porca miseria, addio par! Niente panico, puoi ancora fare 6 o 7, concentrati. Adesso hai un approccio difficile, sei sul terreno duro e non puoi toccare la palla, ferro 9 a correre o sand a volare? Decidi per un pitch a correre. Fai 6 o 7 prove in preda all’ansia, nessuna delle prove ti soddisfa ma non puoi far aspettare troppo, devi giocare come va va. Altro rattone dall’altra parte del green, no! Ci vuole un altro approccio. Imprechi contro te stesso perchè non hai fatto quanto dovevi: par o bogey, adesso puoi sperare massimo nel 7. Tiri anche questo approccio in preda al nervoso e alla preoccupazione, metti la palla in green lontana dalla bandiera, anche il miraggio del 7 è sfumato. Infatti fai due putt: 8.

Dopo commenti con i tuoi amici che -va bene-, hai fatt0 8 anzi hai fatto x perché alla buca uno hai un colpo solo, ma se non fosse stato il terreno così duro nel primo approccio l’avresti messa in green col quinto e potevi fare 6 o 7.

Trovi giustificazioni, ti lamenti, ti arrabbi con te stesso.

Sai che succede? Ci sono come due persone in te: una che ti dà istruzioni (la tua mente razionale) e una che cerca di ubbidire ai comandi (la tua parte istintuale) ma non ci riesce per due motivi: 1 non capisce l’italiano 2 ha idea di come fare uno swing corretto, ma non ha idea di come lo sta facendo. L’istinto sa bene come il corpo dovrebbe muoversi ma non sa se in realtà si sta muovendo correttamente.

Quello che voglio dire in poche parole è

che la superistruzione rovina lo swing e anche la paura, la preoccupazione e il dubbio fanno la loro parte quando giochi male.

La tua parte razionale, quella che impartisce istruzioni, non ha alcuna fiducia nella tua parte istintuale, così la riempie di istruzioni per poi arrabbiarsi quando sbaglia perchè non è riuscita ad eseguire gli ordini. Ecco cosa succede quando ti arrabbi con te stesso: ti arrabbi col tuo istinto quando non sai che per farlo lavorare bene bisogna ridurre al massimo le istruzioni!|

Senza istruzioni l’istinto è libero di eseguire uno swing rilassato, morbido, abbandonato alla sensazione giusta. Quanto è difficile tutto questo! E invece dovresti (vale anche per me) farlo diventare un’abitudine, distraendo la mente conscia per lasciare libertà all’istinto.

La prossima settimana esce il mio nuovo report: “Libera” il tuo miglior swing.

C’è un esercizio importante su come tenere occupata la mente conscia mentre l’istinto esegue lo swing. Oggi l’ho sperimentato in campo pratica e funziona. E’ difficile, ma quando ci riesco lo swing è davvero libero, è difficile semplicemente perchè mesi e anni di abitudini di un certo tipo non si possono estirpare in mezz’ora di pratica. Devo solo insistere per acquisire ritmo e sicurezza e voglio che provi subito anche tu. Il report sarà il mio regalo per te!a Roma-Antonella's birthday 008

Sei consapevole del tuo swing?

Molte persone dicono: “Non riesco a capire cosa sbaglio”. Oppure: “Non riesco più ad avere la sensazione giusta che avevo una volta, ho cambiato in peggio il mio swing”. O addirittura: “Io non riesco a sentire un bel niente!”

Se sei uno che non riesce a sentire niente forse stai giocando da pochissimo tempo, prova subito a fare uno swing ad occhi chiusi. Ora chiediti: “come posso sapere che ho fatto lo swing? ” Dato che non lo hai visto, non lo hai odorato né assaggiato e probabilmente non lo hai nemmeno udito bene, lo hai per forza SENTITO. Comincia da qui. Ascolta la sensazione che ti dà uno swing ad occhi chiusi: hai sentito solidità, scioltezza, fluidità oppure ti è sembrato uno swing a scatti, scoordinato, goffo e sbilanciato? Era veloce o lento? NON GIUDICARLO, non pensare che sia sbagliato o giusto, osservalo e basta, perchè se lo giudichi da subito e fino a un attimo prima sostenevi di non sentire niente significa che vuoi continuare a non sentire un bel niente. C’è un vecchio detto, sagace: “Se non riesci a sentire il tuo swing non puoi neanche guarirlo.” E’ la legge della consapevolezza: essere consapevoli è la cura.

Tu puoi obiettare: “Io sono perfettamente consapevole del mio slice, ma non guarisce”

Tu in realtà osservi solo la tua palla che gira a destra quando fai slice, non SENTI il tuo slice. Perchè SENTIRE lo slice durante lo swing significherebbe poter dire senza guardare se una palla fa più o meno slice della precedente, quindi sentire come lo swing porta allo slice e quanto. Il “SENTIRE” è conoscenza, consapevolezza e porta al controllo.

Se invece di sentire giudichi e analizzi tu fai un’indagine intellettuale.

La cosa da fare è SENTIRE il tuo swing di adesso, così com’è ora, non provare a riprodurre quello di quel giorno in cui hai giocato 10 sotto il tuo handicap, perchè quello swing NON C’E’ PIU’. Non provare neanche a fare uno swing COME PENSI CHE DOVREBBE ESSERE. Neanche quello esiste! Quindi né swing del passato né swing ideale, perchè non esistono. Esiste solo il tuo swing di adesso e probabilmente non durerà a lungo.

La morale è che in gara quando cerchi di modificare il tuo swing fissandoti su qualche particolare vai di male in peggio.

Quando sei in gara e giochi male anzichè cercare di cambiare lo swing focalizzandoti su alcuni particolari che ritieni di sbagliare, osserva la tua fisiologia. Di sicuro cammini trascinandoti, a testa bassa, immerso nei pensieri, con mille voci nella testa che ti dicono cosa sbagli, cosa puoi fare adesso, quale ferro tirare, come addressarti. Ferma i pensieri se ci riesci e osserva come cammini, come trascini la sacca, e cambia immediatamente la fisiologia. Questo sì che puoi farlo!

Drizzati, innalzati, tira su le spalle, petto in fuori e cammina come se tu fossi sicuro di te, respira profondamente e vai sulla palla . Anzichè cercare di capire cosa hai sbagliato fino ad ora, prendi un ferro e fai due swing ad occhi chiusi. Poi tira e può darsi che tu cambi l’esito della gara se mantieni la fisiologia giusta. Diventa osservatore di te stesso, conosciti il più possibile, controlla e dirigi il tuo gioco del golf e la tua vita. Approfondirò l’argomento “fisiologia” nel post di giovedì.

Ciao