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La legge di attrazione nel golf
Questa storia di Ronca Saverio ha dell’incredibile. E’ quanto di più si avvicini alla LEGGE DI ATTRAZIONE NEL GOLF,che recita: desidera intensamente un risultato, credi che lo otterrai, immaginalo già ottenuto con tutti i particolari sensoriali, poi lascia andare ogni aspettativa, gioca contento e lo otterrai.
Saverio è arrivato primo ad Arzaga, alla finale BMW (quella dove io sono arrivata seconda a pari merito) sapendo in anticipo che avrebbe vinto.
Eppure Saverio non è, come me, un appassionato di magia, legge di attrazione, magari non ha neanche letto “The Secret”… Ma allora come ha fatto?
Ha iniziato a dirsi che avrebbe vinto, visualizzandosi in finale a Singapore e immergendosi nel clima tropicale caldo-umido che vi avrebbe trovato!!!
Si è guardato allo specchio e si è detto vincerò io. Il suo obiettivo era giocare 90 colpi e ne ha giocati 92. Se penso che giocava un colpo più di me, lui 24 e io 23… Se lo avessi conosciuto ad Arzaga avrei carpito il suo segreto e sarei arrivata prima anch’io… Ma lo ringrazio lo stesso di questa opportunità che mi dà di convalidare la legge di attrazione e di capire come agisce nel golf.
Per riassumere ci vuole, nell’ordine:
una forte motivazione (lui vuole essere apprezzato dai soci del circolo, vuole vincere in rappresentanza del suo circolo, come il prode condottiero di una battaglia)
un obiettivo ben preciso: giocare un certo numero di colpi 100, 95 poi 90.
una convinzione che sconfina nel delirio (!) in altre parole una fede incrollabile in se stesso (ho detto a tutti che vincerò io).
la visualizzazione del risultato con particolari sensoriali (essere a Singapore a giocare, chiede agli amici che tempo farà a marzo a Singapore!)
Il lasciar andare l’aspettativa e pensare solo a concentrarsi sul gioco in gara.
Il desiderio di divertirsi e stare nel presente
Il coraggio di perseguire il suo obiettivo contro ogni forma di logica prudenza (non ascolta l’amico e fa par all’ultima buca, conquistando la vittoria)
I festeggiamenti del risultato raggiunto (vedi foto di Saverio attaccato al rubinetto della birra)
leggi la sua storia e impara a mettere in pratica la legge di attrazione:
Ho 43 anni ed ho iniziato questa fantastica avventura da circa 1 anno e mezzo un po’ per caso grazie alla mamma di una mia amica. (io da solo non ci sarei mai andato).
Dalla prima palla colpita è scattata la “malattia”(perché questa è una malattia), all’inizio giocavo per la voglia di evadere dallo stress quotidiano poi sono iniziate le prime gare di circolo e la voglia di non perdere o di essere protagonista alla premiazione mi ha fatto scattare un’altra molla mi sono reso conto che era bello arrivare primo, giocare bene scendere qualche colpo ad ogni gara (di circolo) avere una considerazione diversa da parte di persone che giocavano da anni e volevano giocare con me.
Per fortuna il nostro è un campo a 3 buche, campo pratica e putting green con 18 buche, ogni volta una sfida, gli approcci, il putt, il giro in campo sempre con formule diverse ed ogni volta è una gara, ora penso che questo mi ha aiutato molto nel darmi uno stimolo sempre a fare meglio, a reggere la pressione di persone (una in particolare, Enrico D’antonio) che snobbava sempre i miei colpi più belli, non mi diceva mai bravo e quando giocavo con lui ero sempre in difficoltà ,io ho sempre cercato la sua considerazione ed alla fine l’ho ottenuta ed ho capito che lui lo faceva per me.
Questo mi è servito nelle gare perché trovi sempre qualcuno che ti è un po’ antipatico od arrogante ma io riesco ad ignorarlo ed andare avanti per la mia strada.
All’inizio giocavo sempre cercando di fare meglio dei miei compagni di team ma ora i miei obbiettivi sono altri, quando ho iniziato a pensare di scendere sotto i 100 colpi e non al risultato il mio gioco è cambiato, poi sono passato a 95, a 90 ora voglio scendere sotto i 90 (ci sono riuscito solo una volta) e mano a mano che scendo i colpi scende anche l’hcp. Quindi penso che alla fine in campo sono solo io ed il mio obiettivo.
Ora gioco 21,3 ma vorrei arrivare almeno a 19, non mi piace molto allenarmi nel senso di stare ore in campo pratica a tirare centinaia di palline, come ti ho detto sopra il mio allenamento (inconsciamente) lo faccio con le varie sfide.
Faccio poche lezioni, ma mirate ad un determinato tipo di gioco quando ne sento la necessità e quando ho perso un po’ di fiducia nello swing, riesco ad andare al campo almeno una volta a settimana e fisso il sabato e la domenica.
Di gare ne ho vinte diverse, sono secondo in classifica generale di circolo, quando ho vinto la qualifica per la BMW alcuni erano felici per me ed altri un po’ invidiosi ma da allora quando arrivo in campo, mi vogliono sfidare, mi cercano è la cosa mi riempe di orgoglio.
La mia motivazione per arrivare ad Arzaga è stata la voglia di emergere di fare una cosa che altri pur preparandosi per mesi non sono riusciti a fare, io mi sono alzato la mattina, mi sono guardato allo specchio e mi sono detto “vai e vinci” non ci crederai, ma e così.
E così è stato tornando al circolo mi sono reso conto che la considerazione come giocatore nei miei confronti era cambiata e la cosa mi ha spinto a cercare sempre di fare meglio.
Durante i mesi che mi separavano dall’evento mi sono sempre più convinto di poter vincere ed ho iniziato a dire a tutti:
“ma secondo te che tempo fa a Singapore a marzo?” Poi non potevo fare una brutta figura e sono stato “costretto” a vincere.
Arrivando ad Arzaga all’inizio avevo un po’ di timore, pensavo questa è gente che gioca da più tempo di me, ha più esperienza, spero di non fare brutta figura, questo pensiero è durato poco perché ho iniziato a dirmi che ce la potevo fare, di giocare senza cercare di strafare facendo cose semplici escludendo gli altri c’ero solo io ed il campo con l’obiettivo di 92 colpi ci dovevo credere.
La sera a cena coi compagni di tavolo ho iniziato a dire domani vinco io lo stesso negli spogliatoi e loro dicevano”si vabbè poi vediamo” questo è stato uno stimolo in più.
La notte ho dormito poco, ogni tanto mi alzavo e provavo lo swing, arrivando al campo avevo un po’ di crampi allo stomaco poi sono andato in campo pratica mezz’ora di uscita dal bunker, mezz’ora di approcci, ho tirato 10 palline e poi via sul putting green avevo capito che la gara si vinceva sul putt sono stato a praticare fino al momento della partenza.
Il primo tiro è sempre un’incognita, dopo aver visto tre tiri fuori ho iniziato a pensare vabbè di peggio non posso fare, ho chiuso la prima buca in 4.
Da quel momento ho chiuso gli occhi e c’ero solo io, sulle seconde nove sono andato un po’ in crisi facevo slice, ganci ma riuscivo a fare dei buoni colpi di recupero e la pratica degli approcci e del putt mi è servita per farmi avere un gioco decente.
Devi sapere che io non mi conto mai i punti vado a sensazione, ma alla 17 dopo un disastroso 5 vado a contare ed avevo 36 punti a quel punto mi sono detto “se vuoi portare qualcosa a casa devi fare 4” alla 18 avevo 2 colpi un quattro erano 4 punti abbastanza per farmi rientrare nel mio obbiettivo non pensavo alla vittoria.
Ho tirato il mio legno 3 (non gioco quasi mai il drive) palla centro fairway il mio accompagnatore, Gianluca, mi ha detto “tira un ferro 7 in sicurezza c’è acqua a sinistra, bunker sotto il green, fuori limite a destra gioca per fare 6 e potresti fare 5”
L’ho guardato e gli ho risposto “ sono venuto per vincere, tiro al green dammi l’ibrido 4” mi esce un bel colpo palla altezza bandiera 15 metri a destra sull’avant- green nel frattempo mi facevo le foto con il tramonto alle spalle( ero nel penultimo fly) da quella posizione Gianluca mi dice: fai un putt di approccio ed io “ dammi il sand” palla ad un metro dalla buca, putt e faccio il 4.
Controlliamo gli score ricontrollo il punteggio e penso “40 punti è un buon risultato di sicuro non ho fatto brutta figura” a quel punto ho avuto la sensazione di potercela fare ma non avevo il coraggio di andare in club house a controllare gli altri risultati, sono stato un po’ sul putting green ho fumato diverse sigarette e mi sono avvicinato alla club house.
Gianluca è arrivato dicendo: hai vinto ed io dicevo non dire st……..te, poi ho visto Maurizia del club Volturno, ci siamo salutati e le ho chiesto come avesse giocato. Aveva vinto il 1^ lady dopo le congratulazioni, le mi chiede i miei punti e le dico 40 anche lei mi dice hai vinto… La sensazione è stata strana, pelle d’oca, non ci credevo, c’era ancora un altro fly che doveva consegnare gli score, dopo un po’ entro e vedo il video” 1° netto Ronca Saverio- Salerno 40 punti. Una gioia immensa, ed ora che faccio???
Poi sono arrivate le telefonate, il direttore, il presidente, gli amici ed io a raccontare buca per buca tutta la giornata stavo fuori dalla pelle, alla premiazione non ero ancora riuscito a fare la doccia.
I miei compagni di tavolo e quelli dello spogliatoio mi dicevano “cazzo hai vinto veramente”ed io con un aria di finta tranquillità rispondevo “ve l’avevo detto che avrei vinto”
Dopo questa gara sono tornato cambiato, ho molta più convinzione nei miei mezzi ed ho capito che le lezioni e la pratica servono ma se non hai la testa non vai da nessuna parte.
La sera ho festeggiato in un pub e mi sono ubriacato di birra.
Tornando al circolo tutti si sono congratulati ed è partita una corsa all’autoinvito a Singapore, mi hanno chiesto di far parte del consiglio direttivo del circolo.
Due settimane dopo gara di circolo a Fiuggi dove ho sempre giocato max 32 punti mi sento obbligato a vincere infatti chiudo con altri 40 punti,
dopo due settimane finale nazionale go golf trophy secondo con 38 punti
settimana scorsa finale nazionale D.I.G.A. due giorni di gara il sabato all’Argentario con 41 punti la domenica al pelagone con 33 punti per chiudere 1° assuluto.
Quando vado a giocare fuori non vado come Ronca Saverio, ma sento di essere un rappresentate del golf club Salerno e se dovessi vincere la mia è una vittoria del circolo.
Tornando alle altre cose che mi hai chiesto, se sbaglio un colpo cerco di dimenticarlo il prima possibile, quando vedo il green non penso a tirare alla bandiera, ma ad un punto dove secondo me posso avere una buona posizione per il putt.
Ad ogni colpo credo in quello che voglio fare, poi l’elemento fortuna è sempre una cosa che conta, cerco sempre di fare un approccio che mi consente di stare a 2 o 3 metri dalla bandiera.
A volte capita che all’improvviso vedo buio e non riesco più a giocare, allora inizio a cambiare guanto, mastico gomma, fumo, gioco ferri più corti per andare in fairway e riprendere la fiducia, mi fermo è mi dico che stai facendo? Riprendi a giocare che lo sai fare, il più delle volte funziona.
La cosa fondamentale è pensare positivo, se vai sulla palla pensando a destra c’è acqua al 99% andrai in acqua.
Non mi sento un miracolato per la vittoria ad Arzaga: ho ottenuto quello che volevo e ci ho creduto fino alla fine non ti nascondo che sto iniziando mentalmente a lavorare per fare bene anche a Singapore.
Penso di averti detto quasi tutto (purtroppo i miei riti scaramantici non te li posso raccontare altrimenti dovrei cambiarli) e di aver soddisfatto le tue aspettative cerca tu di capire quello che provo quando gioco perché io non lo so, voglio solo divertirmi e passare una giornata in tranquillità e con gli amici spero di essere stato abbastanza esauriente.
Sì Saverio sei stato esauriente e hai raccontato benissimo la tua storia però ora tutti noi ti chiediamo una lezione di riti scaramantici!