10 regole per l’uomo che vuol essere felice
1 E’ importante avere una donna che aiuti in casa
2 E’ importante avere una donna che prepari il pranzo e la cena
3 E’ importante avere una donna che tenga pulita e in ordine la casa
4 E’ importante avere una donna che abbia un lavoro
5 E’ importante avere una donna che ti piaccia
6 E’ importante avere una donna che ti sia amica
7 E’ importante avere una donna che ti faccia ridere
8 E’ importante avere una donna che non ti dica bugie e di cui aver fiducia
9 E’ importante avere una donna che sia brava a letto
10 E’ importante che queste 9 donne non si conoscano fra di loro.
Con affetto,
Tiger Woods.
Sei consapevole del tuo swing?
Molte persone dicono: “Non riesco a capire cosa sbaglio”. Oppure: “Non riesco più ad avere la sensazione giusta che avevo una volta, ho cambiato in peggio il mio swing”. O addirittura: “Io non riesco a sentire un bel niente!”
Se sei uno che non riesce a sentire niente forse stai giocando da pochissimo tempo, prova subito a fare uno swing ad occhi chiusi. Ora chiediti: “come posso sapere che ho fatto lo swing? ” Dato che non lo hai visto, non lo hai odorato né assaggiato e probabilmente non lo hai nemmeno udito bene, lo hai per forza SENTITO. Comincia da qui. Ascolta la sensazione che ti dà uno swing ad occhi chiusi: hai sentito solidità, scioltezza, fluidità oppure ti è sembrato uno swing a scatti, scoordinato, goffo e sbilanciato? Era veloce o lento? NON GIUDICARLO, non pensare che sia sbagliato o giusto, osservalo e basta, perchè se lo giudichi da subito e fino a un attimo prima sostenevi di non sentire niente significa che vuoi continuare a non sentire un bel niente. C’è un vecchio detto, sagace: “Se non riesci a sentire il tuo swing non puoi neanche guarirlo.” E’ la legge della consapevolezza: essere consapevoli è la cura.
Tu puoi obiettare: “Io sono perfettamente consapevole del mio slice, ma non guarisce”
Tu in realtà osservi solo la tua palla che gira a destra quando fai slice, non SENTI il tuo slice. Perchè SENTIRE lo slice durante lo swing significherebbe poter dire senza guardare se una palla fa più o meno slice della precedente, quindi sentire come lo swing porta allo slice e quanto. Il “SENTIRE” è conoscenza, consapevolezza e porta al controllo.
Se invece di sentire giudichi e analizzi tu fai un’indagine intellettuale.
La cosa da fare è SENTIRE il tuo swing di adesso, così com’è ora, non provare a riprodurre quello di quel giorno in cui hai giocato 10 sotto il tuo handicap, perchè quello swing NON C’E’ PIU’. Non provare neanche a fare uno swing COME PENSI CHE DOVREBBE ESSERE. Neanche quello esiste! Quindi né swing del passato né swing ideale, perchè non esistono. Esiste solo il tuo swing di adesso e probabilmente non durerà a lungo.
La morale è che in gara quando cerchi di modificare il tuo swing fissandoti su qualche particolare vai di male in peggio.
Quando sei in gara e giochi male anzichè cercare di cambiare lo swing focalizzandoti su alcuni particolari che ritieni di sbagliare, osserva la tua fisiologia. Di sicuro cammini trascinandoti, a testa bassa, immerso nei pensieri, con mille voci nella testa che ti dicono cosa sbagli, cosa puoi fare adesso, quale ferro tirare, come addressarti. Ferma i pensieri se ci riesci e osserva come cammini, come trascini la sacca, e cambia immediatamente la fisiologia. Questo sì che puoi farlo!
Drizzati, innalzati, tira su le spalle, petto in fuori e cammina come se tu fossi sicuro di te, respira profondamente e vai sulla palla . Anzichè cercare di capire cosa hai sbagliato fino ad ora, prendi un ferro e fai due swing ad occhi chiusi. Poi tira e può darsi che tu cambi l’esito della gara se mantieni la fisiologia giusta. Diventa osservatore di te stesso, conosciti il più possibile, controlla e dirigi il tuo gioco del golf e la tua vita. Approfondirò l’argomento “fisiologia” nel post di giovedì.
Ciao
Racconta la tua gara speciale!
Oggi è domenica e non è giorno di post. Salvo casi strani scrivo sul blog ogni lunedì e giovedì mattina.
Un lettore però mi ha raccontato un aneddoto accaduto in una sua gara che è troppo bello per restare nascosto fra la mia posta. Anche Alfredo, nei suoi racconti di dicembre, ci ha deliziato delle sue divertenti avventure.
Adesso invito tutti, ma proprio tutti, a inviarmi per email il racconto di una gara che ricordano per qualcosa di speciale o di strano o di magico o catastrofico. La mia mail è sempre la stessa: golffissazione@gmail.com
Ecco qui il racconto di Marco:
Proprio sul tirare addosso agli altri mi viene in mente un aneddoto capitatomi due anni fa, ero in gara e davanti c’era un gruppo di ospiti del circolo lentissimo, ad un par 5 molto lungo, erano fermi da dieci minuti a cercare una pallina a circa 250 metri dal nostro tee di partenza. Io ero il primo a tirare del gruppo. Ora, io non sono particolarmente lungo con il drive e, quando la prendo bene, faccio massimo 200 metri, in più in quel periodo ne sbagliavo parecchi con slice clamorosi, quindi sentendomi fuori pericolo mi sono deciso a tirare prima che loro completassero il colpo e liberassero il fairway. Sembra incredibile ma ho imbroccato il drive della vita, 250 metri (che non avevo mai fatto prima in nessuna buca) e palla dritta in mezzo al gruppo di quelli davanti. Nonostante i miei ampi segnali di scusa, uno di questi, sicuramente un mezzo matto, ha preso un ferro 7 in mano ed ha iniziato a correre verso di me con l’intenzione di darmelo in testa (un po’ come la moglie di Tiger Woods, ma lei aveva buoni motivi !).
La scena è stata veramente ridicola e si sono fermati da tutte le altre buche vicine a guardare, anche perché sto’ scemo gridava “ora ti faccio vedere io che vuol dire tirarmi addosso !”. Per fortuna, quando mi è arrivato vicino dopo la lunga corsa, lo sono riuscito a far desistere dal suo intento omicida, profondendomi in scuse e dicendogli che aveva completamente ragione ad essere così arrabbiato ma non l’avevo fatto apposta. Succede anche questo sui campi da golf !
Grazie Marco, aspetto la prossima storia vera.
Spunti nuovi per giocare meglio
I golfisti si affannano per captare ogni segnale che possa far migliorare il loro gioco, accolgono con gioia nuovi spunti e non vedono l’ora di provarli. Più riescono a raccogliere informazioni che riguardano le regole, lo swing, il modo di colpire la palla, il putt, l’attrezzatura, più essi sentono di aver possibilità di giocare meglio.
Ecco un nuovo spunto, su consiglio di un professionista americano, che riguarda la posizione sulla palla.
Com’è il tuo setup?
Cioè, come ti posizioni sulla palla?
– Il tuo corpo deve essere parallelo alla linea di tiro. Se non sei sicuro dell’address, metti in terra un bastone parallelo alla linea di tiro e piazzati in base ad esso. Oppure allontanati dalla palla, prendi un riferimento fra la palla e la bandiera e posizionati come se dovessi tirare proprio lì.
– Bilancia il tuo peso sulle piante dei piedi e non sui talloni.
– Piega leggermente le ginocchia e raddrizza la schiena
– Tieni il peso già leggermente a destra e con gli occhi guarda la parte destra della palla: così sei pronto per ruotare bene le spalle.
Segui sempre una routine per posizionarti, se il tuo swing sarà corretto la palla andrà proprio dove vorrai tu.
Hai mai fatto caso a come stai curvo sulla palla quando sei stanco? Quando te ne accorgi, raddrizza quella schiena e elevati in altezza! Alza il viso e il mento, metti in fuori il sedere (culo a vespa!) e fai posto alle spalle e alle braccia che devono LAVORARE.
Ah! (sento il respiro di sollievo-preoccupazione)
Ma io faccio già queste cose, le so benissimo, eppure sbaglio spesso i miei colpi. Cosa me ne faccio dei consigli?
I consigli invece sono sempre utili: una volta ne serve uno e una volta un altro. Se ci pensi, anche il maestro ti dà il consiglio che ti serve in quel momento. Prova ad usare questo spunto sul setup in campo pratica, chissà che tu non “senta” che ci voleva proprio questo buon setup per dare il meglio del tuo swing…
Questo post è un riassunto del report “Il tuo perfetto swing “che trovi sulla HOME del blog, sulla sinistra. Scaricalo subito se ancora non lo hai fatto!
Due magie di golf di inizio anno
Il 3 gennaio, dopo giorni di pioggia, neve, gelo, fiumi straripati (e povera gente sfollata), autostrade chiuse………. i golfisti sono riusciti a tornare in campo per una gara.
Partenza SHOT GUN a lle 11 a causa del campo ghiacciato. Sono in gara con Fuffi, il mitico Fuffi dei miei post sul vecchio blog e Roberto, la cui moglie ci segue a piedi. E’ una giornata splendida, col sole, quasi incredibile tanta fortuna. Parto dalla buca 5 subito con doppio bogey, idem alla 6 e alla 7: forse non è la giornata giusta per lo swing, ma mi gusto la compagnia e parlo piacevolmente con Piera dei nostri figli.
Alla buca 18 il primo miracolo. Dopo la palla in acqua tiro il sesto colpo in rough, lontano una trentina di metri dalla bandiera. Ho il doppio colpo, per fare 8 devo fare approccio e putt. Tiro l’approccio e mi parte un rattone raso terra velocissimo e dritto verso la bandiera, sbatte preciso contro l’asta ed è DENTRO! Sono troppo contenta, non mi sembra vero, è un miracolo, sì che lo è! Non può essere un caso e anche se lo fosse IO LO CONSIDERO UN MIRACOLO. Tu dimmi quante probabilità ci sono che da 30 metri un siluro di rattone sconsiderato entri in buca: secondo me una su 10000000. Quindi: MIRACOLO.
Proseguo le buche col buonumore e finisco con 33 punti, senza infamia e senza lode, o almeno così credevo all’inizio. Un’ora dopo vedo sul monitor che sono PRIMA.
SONO ARRIVATA PRIMA CON 33 PUNTI, ho giocato meglio di tutti gli altri! Il campo era difficile, tutto bagnato con pozzanghere d’acqua dovunque, i green con l’erba alta, è per questo che le persone hanno giocato peggio del solito. Arrivare prima con 33 è il secondo miracolo. E se proprio voglio mettere i puntini sulle “i” ci sarebbe anche un terzo miracolo: anche Marco, mio marito, in prima categoria è arrivato secondo con 33 punti, quindi siamo stati insieme alla premiazione e ce la siamo proprio goduta tanto.
Morale della favola: ogni giorno ci può essere un miracolo nella tua vita e se lo riconosci sei talmente contento che prestissimo te ne ricapitano altri, e poi altri ancora fino a che non vedi l’ora di dirlo agli altri perchè DESIDERI che anche gli altri credano nei miracoli.