Golf e solidarietà

resized_IMG_1328

Aldo Fogli, il volontario del Movimento Shalom, mentre consegna i soldi in prestito a una donna del Burkina.
A cosa pensava Aldo quando ebbe l’idea di fondare una banca in Burkina Faso?
Forse voleva dare un significato nuovo alla sua vita, forse voleva restituire parte della fortuna di cui ha sempre goduto, o forse semplicemente sapeva come muoversi avendo lavorato 35 anni in banca. A lui non sembra di aver fatto una gran cosa, ma io ricordo bene quanto ha penato per avere le necessarie autorizzazioni dal governo locale, per raccogliere i soldi necessari dai donatori, per la malaria che ha preso diverse volte al suo ritorno in Italia.
“Queste donne meravigliose mi danno talmente tanto in termini di affetto e gratitudine che non sento alcuna fatica” dice col sorriso sulle labbra, “restituiscono i soldi fino all’ultimo centesimo e la stragrande maggioranza esce dalla povertà. Una di queste donne ha avuto in prestito solo 13 euro, con cui ha comprato un grosso sacco di arachidi, il carbone, i sacchettini di carta e il sale. Ha sbucciato le arachidi, le ha tostate e salate, messe nei sacchetti e vendute. In un mese è riuscita a restituirmi i 13 euro e adesso continua il suo commercio col guadagno.”
Piccoli miracoli, vite a cui è restituita una dignità. Noi con 13 euro non riusciamo neanche a comprarci un guanto da golf.
“Ho istruito alcuni ragazzi giovani che portano avanti il lavoro della banca e viaggiano in tutto il paese per consegnare il denaro alle persone che ne fanno richiesta, si spostano nelle campagne a molti kilometri di distanza da Ouagadougou, la capitale. Uno di essi è diventato una personalità, tutti lo osannano e lo vedono come un salvatore, ha acquistato una fama insperata ed è raggiante di felicità per il ruolo importante che ha assunto nel suo paese. Non ci vuole poi molto a cambiare in meglio la vita delle persone.”

Non ci vuole molto! Ci vuole una montagna di altruismo.

“Due volte l’anno di media sto in Burkina un mese per coordinare da vicino l’attività del microcredito. Prendo la macchina e arrivo nei posti più sperduti per portare a domicilio i soldi dei prestiti e riscuotere le rate, siamo banchieri ambulanti perchè la gente non ha modo di spostarsi. Vedo delle realtà incredibili: la gente più è povera e più è accogliente, sorridente e grata. Mi invitano a pranzo e divento uno di loro.” 

Ho scelto il progetto di Aldo perchè lo conosco e so che i soldi vanno a buon fine. Nel passato ho fatto errori nel destinare i miei soldi in beneficenza, ci sono onlus che devono mantenere apparati troppo grossi e preferisco a ffidare i miei soldi a chi conosco personalmente.

Ho versato 1000 euro al Movimento Shalom per aver venduto circa 200 libri nei campi da golf, spero di poterne versare altrettanti quando uscirà il mio nuovo ebook!

Il funerale di Bob

Bob lavora sodo in ufficio e fa tanti straordinari, però due sere a settimana gioca a bowling e tutti i sabati va al golf.

Sua moglie pensa che Bob lavori troppo, così per il suo compleanno decide di regalargli una serata in un  club privé con relativo spettacolo di strip tease.

Appena lo vede, il buttafuori gli fa: “Ciao Bob, come te la passi?”

La moglie lo interroga subito con voce stridula: “Sei già stato qui?”

“O no, lui è nella mia squadra di bowling!” risponde Bob pronto.

Appena seduti al tavolo arriva la cameriera e dice a Bob “Vuoi la solita?” mettendogli sul tavolo una birra Moretti.

La moglie adesso ha un’aria visibilmente seccata e gli chiede: “Come diamine fa a sapere che bevi la Moretti?”

“La conosco, è la barista del golf club e io prendo sempre una moretti alla fine delle 9 buche, cara”

Poi arriva una delle ragazze dello spettacolo mezza nuda e inizia ad accarezzare Bob strusciandolo tutto gli chiede: “vuoi il solito servizio dopo il balletto?”

A quel punto la moglie prende la sua borsa e, furiosa, si avvia all’uscita.

Bob la insegue e vede che sta salendo su un taxi. La rincorre e riesce a salire accanto a lei al volo, poi concitato le spiega che la ragazza lo deve aver scambiato per qualcun altro, ma sua moglie non lo ascolta.

Lo insulta con quanto fiato ha in gola, lo chiama con tutti i titoli, usando parole tremende.

Il barista si gira e gli dice:

“Cazzo Bob, questa volta hai abbordato una vera puttana!”

Il golf in tv

Quando eravamo dei super golFissati (adesso è passato solo il SUPER) io e mio marito seguivamo il golf in televisione in maniera scientifica. Fra me e lui il più fissato era lui: registrava i campionati, gli open e tutto quanto passava la tv sul golf e la sera in camera se li guardava in religioso silenzio. Poi metteva il rallentatore e analizzava lo swing meravigliosamente fluido e sciolto dei campioni del momento. A quel punto attaccava con i commenti: vedi come scendono internamente, vedi che le braccia sono come estranee al corpo, sono come morte, vedi che sembra che tirino giù una corda immaginaria, guarda le mani come sono all’impatto… E non mi lasciava dormire.

Secondo me si impara poco o niente guardando i professionisti in tv: fanno sembrare tutto troppo semplice.
Il loro swing sembra un disegno fatto al computer capace di sfidare la legge di gravità.
Ho visto delle performances assurde: palle imbucate con l’approccio dal bunker, palle dietro un albero che girano miracolosamente e riescono ad arrivare in green, eagles fatti con una facilità paurosa, palle imbucate da quaranta metri…

Cosa si può imparare da questi campioni?
Che lo swing giusto rischiede una smisurata fiducia, che apparentemente sembra sensa senso.
Chi ha poca fiducia e cioè il giocatore mediocre come me si fa prendere troppo spesso da una irragionevole ansia, infatti alza la testa per paura che la pallina scompaia o colpisce la palla dall’alto per paura che la pallina vada via se aspetta una frazione di secondo in più.
I risultati di questi due difetti (alzare la testa e colpire la palla dall’alto) sono tristissimi: centinaia di colpi mancati o rasoterra, o toppati o tagliati.

Eppure sappiamo bene che la testa del bastone acquista la velocità ideale se le mani sono morbide, le braccia passive, se l’inizio del backswing non è affrettato, e che distogliere lo sguardo dalla pallina distrugge il contatto, ma quando scorre l’adrenalina (al momento di eseguire il colpo) i nostri desideri primordiali e le nostre emozioni prevalgono su una sapienza acquisita con grande fatica.
Cosa ci manca? Un pochino più di FEDE, basterebbe un decimo della fede che hanno quei campioni della tv, e saremmo a posto. Con la fede acquisiremmo uno swing omogeneo e l’armonia fra le diverse parti del corpo.
Lo swing giusto è come un insieme di piccole professioni di fede, tutte apparentemente contrarie al buon senso:
– piegarsi sulla pallina con le ginocchia flesse è innaturale.
– impugnare il bastone con delicatezza va contro la nostra voglia di sottomettere il golf con la forza.
– lo spostamento del peso ci dà l’impressione di buttarci in un burrone.

Quei campioni della tv hanno una fede smisurata: la prossima volta che li guardiamo, cerchiamo di imparare da loro l’unica cosa che ci sarebbe davvero utile.

Il golf è l’unico gioco imbattuto

Questa bella storia è tratta da un libro, parlerò in prima persona come fa l’autore anche se l’esperienza non è mia.

Un giorno avevo un match play con un famoso chirurgo, che chiamerò dottor J., appassionato golfista, che nonostante il lavoro impegnativo trovava il tempo di allenarsi tre volte a settimana. Ammiravo la sua sicurezza,  il suo primo drive alla buca 1 era perfetto, e mi sentivo nervoso al pensiero di giocare con uno della sua levatura. Sul tee della due, però, dopo il bel par della buca 1, il dottore ha spedito il suo drive fuori limite perdendo miseramente la buca. Alla 3 è successo lo stesso! Il suo secondo brutto drive gli era finito nel boschetto a destra, palla persa!

Il dottore era esasperato, ha sbattuto il drive per terra con violenza esclamando disgustato: “Il golf è il più frustrante, dannato gioco mai inventato dall’uomo!”

Di fronte a questo inaspettato scoppio di rabbia candidamente gli chiesi: “Allora perchè giochi così spesso?”

Dopo una pausa rispose: “perchè non lo posso sconfiggere, vince sempre lui”.

Sembrò stupito della sua stessa risposta e ci pensò ancora un pò prima di dire: “Sì, è il solo gioco che IO non posso battere!”

Infatti il dottor J. aveva miseramente perso in due modi: sbagliando il colpo e arrabbiandosi.

Mi divenne subito chiaro che il dottor J. era frustrato non solo dai suoi drive. Guardandolo teso e impaurito sul putt di 70 cm riflettei che il chirurgo teneva il suo bisturi con apprensione e insicurezza proprio come il suo putter e che non avrei MAI voluto essere sul tavolo della sua sala operatoria.

Fare certi interventi chirurgici delicati richiede maggior destrezza di imbucare un putt da 70 cm e la posta in gioco del paziente è la sua vita… Immaginai il dr. J arrabbiato che impugnava il bisturi per operare uno sventurato paziente. Il dottor J, il mio idolo, era capace di provare paura, rabbia, frustrazione.

Poi mi sono sorpreso ad arrabbiarmi perchè ho fatto tre putt da vicino , dunque il dottor J non era il solo ad essere frustrato dal gioco del golf. Ogni volta che sbagliavo un colpo facevo subito un’analisi critica di cosa avevo sbagliato. Avevo girato poco le spalle? Il mio swing non era interno? Avevo alzato la testa? Nel colpo successivo cercavo di correggere cosa pensavo avesse causato l’errore.

Ma ogni volta che correggevo un difetto ne emergevano due! Più cercavo di controllare lo swing più esso diventava meccanico e meno ritmico. I colpi che ne venivano fuori erano brutti, strappati, e provocavano il mio desiderio di provare ancora più cose per correggerlo. Mai fare in campo tentativi simili, tanto meno in gara: solo in campo pratica è consentito provare lo swing.

Credevo si trattasse di auto-correzione, mentre invece era un’ auto-distruzione.

Anch’io dunque non dominavo né adesso domino il gioco del golf. Il golf è l’unico gioco imbattuto.

Capii il dottor J. e da quel giorno non mi permisi più di giudicare o biasimare nessuno.

Orgoglio o superbia distruttiva?

Laghetto della buca 18Questa è un’altra storia vera successa a Marco, il cui titolo potrebbe essere “Il golf può fare impazzire le persone” oppure, come ho scritto in alto, “Orgoglio distruttivo”. Eccola:

Una volta in gara giocavo con tre soci del mio circolo che non conoscevo,
tra cui un certo Franco, che giocava in seconda categoria. 

Lo marcavo io e, dopo le prime nove buche, giocate in modo strepitoso e sbagliando
pochissimo, aveva totalizzato ben 24 punti stableford. Dopo la pausa alla
nove, ripartiamo alla 10 e questo Franco tira un drive sbilenco con forte
slice e palla nel rough alto (era il primo che sbagliava nella giornata).

Non tira la palla provvisoria dicendo che è convito di ritrovare la pallina.

Tiriamo tutti e lui, da solo, si incammina a cercare la sua palla. Cerca per
uno, due, cinque minuti, noi tiriamo tutti il secondo colpo e lui continua a
cercare.

Con il gruppo dietro di noi impaziente di tirare, mi avvicino a lui
e gli dico che, secondo le regole, dopo cinque minuti deve dichiarare palla
persa e, in quel caso, tornare sul tee di partenza e giocare il colpo n. 3
(stavamo giocando un par 4 e lui aveva un colpo a quella buca).

Mentre discutiamo, miracolosamente ritrova la sua pallina nel rough (sono passati
almeno dieci minuti da quando ha iniziato a cercarla) e la vuole giocare.

Gli dico gentilmente che, secondo le regole, non la può più giocare.

 A quel punto, Franco semplicemente impazzisce, inizia a gridare insulti verso di me
e verso gli altri del nostro gruppo (che ci avevano raggiunto intanto e
supportavano la mia tesi) e chiede al suo marcatore, una signora che giocava
con noi, esterrefatta, di dargli immediatamente il suo score, dopodiché lo
STRAPPA
con gesto clamoroso davanti a tutti e dice che piuttosto che giocare
con gente come noi se ne va !!!!

Continuiamo la gara in 3, in silenzio, riflettendo sulla follia umana causata dal gioco del golf, specialmente io
che alla fine delle 18 buche, in giornata disastrosa, avrò totalizzato lo
stesso punteggio che Franco aveva realizzato nelle prime nove buche prima
del suo raptus: 24 punti stableford…..