Dritte per chi va in Kenya…senza golf!

Una vacanza in Kenya POTREBBE essere completa. Non manca niente: mare, montagna (kilimangiaro) palme, savana, safari fotografico, presenza di numerosi vip come Manuela Arcuri, Briatore-Gregoraci, Bonolis, Mastrota. A prezzi giusti.

 

Eravamo un nutrito gruppo eterogeneo di persone dagli 11 ai 60 anni, partiti da Lucca in 23! Andrea Bigi, il più vecchio, ha condiviso la camera con due ventenni scatenati (uno è mio figlio Tommaso), ringiovanendo di colpo in discoteca alla presenza dell’Arcuri.

Io ho  fatto un‘abbuffata di mango appena arrivata e sono stata punita dagli dei: mi è uscito uno sfogo in viso e sulle mani con un prurito pazzesco, evidentemente sono allergica. Avresti dovuto vedere quanto godevo nel gustare quel frutto succoso arancione e dolcissimo, profumato di tropici. Sembravo invasata! Ora non posso nemmeno guardarlo…

Siamo partiti con 3 mega jeep per il safari, ma ATTENZIONE. Se vai in Kenya e decidi di fare il safari allo Tsavo est informati bene sui prezzi e sui servizi che ti offrono. Chiedi DOV’E’ il campo in cui farai il pernottamento:può essere dentro o fuori dal parco, in genere è sul fiume. Chiedi se dormirai in tenda o in un lodge e scegli il lodge specie se hai bambini. Prediligi la Jeep al pulmino, ti porta su strade più accidentate addentrandosi di più. Noi abbiamo speso 220 euro a persona per safari, pernottamento, due pranzi, una cena, una colazione. L’acqua da bere è compresa, caffè e altre bibite NO. Il nostro campo, il Kiboko, era bellissimo e suggestivo.

Prima di arrivare al campo si è forata una gomma della nostra jeep. Siamo scesi sotto il sole cocente ad aspettare il cambio della ruota quando abbiamo fatto capannello intorno a questi tre bambini della foto, che chiedevano ACQUA. Guarda le loro mani: li abbiamo riempiti di biscotti, soldi, penne, magliette e bottigliette d’acqua, merce preziosa in quei villaggi. Non potevano credere alla loro fortuna!

Solo l’intervento divino poteva aver forato la gomma proprio lì, davanti a loro: la strada che porta all’ingresso del parco Tsavo è un inferno di polvere rossa e sassi, dove vivono persone in assoluta povertà. Donne e bambini stanno sulla strada ad urlare quando passano le jeep dei turisti, nella speranza che gettino loro qualcosa dai finestrini.

Guarda qui a destra la foto dell’assalto!

Il campo Kiboko, dove abbiamo alloggiato, era quanto di più selvaggio e avventuroso potessimo aspettarci: sorge su un fiume invaso da coccodrilli e ippopotami, gli alloggi sono composti da tende con la cerniera.

Il lato negativo è che è a mezz’ora dal parco e un’ora di macchina in più su quelle strade accidentate non è il massimo. Scegli un lodge NEL parco! Devo ammettere però che il luogo è spettacolare: un complesso di capanne arredato con  grandi divani in legno, panche, tavoli e sedie intagliate a mano, tetto a capanna, tutto in stile rustico africano, con personale masai che di notte sta sveglio a scacciare i ghepardi.

 

La notte il silenzio e il buio assoluto sono rotti dai versi degli animali, dai salti delle scimmie sui tetti delle tende, dal ronzio degli insetti e delle zanzare. Se ti metti in testa la paura non te la togli facilmente! La notte in cui eravamo là i masai hanno scacciato ben 4 ghepardi che cercano avanzi di cibo nel campo. Ghepardi addomesticati? Forse, ma non vorrei trovarmeli davanti.

Il safari per noi è stato un pò deludente. Pochi animali, tutti in lontananza. Un’unica leonessa intontita dal troppo cibo stava lì attorniata dalle jeep a farsi fotografare, con una carcassa a pochi metri da lei. Sospetto tremendo: la carcassa/pasto della leonessa è messa lì a bella posta per i turisti assetati di foto?

Dopo il safari, grande relax al mare di Watamu, sulla costa a due ore e mezzo dall’aeroporto di Mombasa.

Chi l’avrebbe mai detto che nella vicina Malindi abbondassero tanti vip con ville e discoteche sul mare? Tutti alla festa al Billionaire di Briatore, dunque! E chi se la perde una serata con il tavolo dei VIP accanto?

Io. Sì io me la sono persa. Con la scusa dell’intossicazione da mango sono andata a letto, ma il resto del gruppo ha aspettato mezzanotte per fiondarsi nell’ambitissimo locale zeppo di vip. Mi sa che il Kenya è un paradiso fiscale nel senso che le tasse non si pagano proprio. Chi ha un pò di soldini, specie quelli di colore scuro, se li porta al caldo equatoriale anziché nella verde Svizzera…

Al mare bisogna sopportare i beach boys, un fenomeno in crescita e secondo me, un rovina -vacanze. All’inizio ti fanno pena, ti dicono che sono poveri, non lavorano, ti propongono ogni genere di mercanzia: gite, safari, uscite in barca e poi oggetti in legno, sigarette, spinelli…

Ma poi impari a conoscerli e  capisci sono che sono solo una rottura di scatole. Non puoi fare una passeggiata perché ti si appiccicano addosso e non ti mollano. Ti raccontano la loro vita cercando di farti pena ed estorcerti qualcosa. Cominciano col cercare di venderti le cose più care come safari, gite in barca. Poi calano con cose sempre meno care. Poi, se proprio non vuoi comprare niente, ti chiedono vestiti o penne o qualsiasi cosa che puoi dargli. Se non puoi dargli niente sul momento, ti estorcono la promessa che gliela darai l’ultimo giorno di vacanza e non ti lasciano in pace finché non gliel’hai data.

E’ PAZZESCO. Mandano perfino le loro donne con i bambini per farti pena e farti comprare. Mi viene il dubbio che questo popolo sia figlio dei loro antenati  schiavi, privo di iniziativa, con uno spirito di rassegnazione e senza alcuna voglia di lavorare. E’ anche vero che il clima caldo umido non aiuta. Resta il fatto che io al mare in Kenya non ci tornerei anche per evitare la loro presenza.

La vita di villaggio per noi 23 lucchesi invece è stata spettacolare. Il piacere della compagnia, la condivisione dei pasti, degli sport/giochi e le chiacchierate in allegria ci hanno lasciato ricordi indelebili e la cosa più bella è che non c’erano differenze d’età. Da 11 a 6o anni, tutti uniti a condividere le stesse esperienze. Matteo, 23 anni e Andrea, 61, la serata al Billionaire hanno ballato insieme tutta la sera cercando di farsi notare dalla Gregoraci…

Aspetto i commenti di tutti quelli che sono stati o andranno in Kenya!

 

 

 

 

 

 

Gita dei Golfissati ad Abu Dhabi: sarai dei nostri?

Che ne dici di venire con me  alla finale della HSBC Championship ad Abu Dhabi?

Partiremo da Malpensa il 27 gennaio e trascorreremo 6 fantastici giorni al sole di Abu Dhabi negli Emirates.

Assisteremo alla finale del prestigioso torneo HSBC per  seguire Manassero, Gagli, Imenez, Mc Illroy… Poi giocheremo tre giorni sui favolosi campi a 18 buche dove la palla rotola e lo swing diventa facile grazie al clima primaverile.   Un giorno al parco a tema di Ferrari world servirà a rilassare i muscoli delle nostre spalle/braccia indolenziti dai tantissimi swing.

Mi dispiace non poter mantenere la promessa di avere con noi Matteo Manassero, il suo manager ha dato l’out-out per i troppi impegni del ragazzo.  SORRY!

In compenso ci sarò IO, mio marito, mio figlio e Massimo Cuzzolin, golfissato d’eccezione sostenitore e autore di post del mio blog:) Certo, Manassero ci mancherà, ma ci divertiremo con i miei “giochi” psicologici e performeremo al meglio anche senza di lui.

La cosa più bella sarà il fatto che noi golfissati saremo fra i pochissimi italiani a sostenere i nostri campioni!

 


Nel programma c’è una giornata con la visita al parco a tema “Ferrari World”, ma se preferisci un’altra giornata di golf nessun problema. Il programma di viaggio per il momento è generico, in attesa di raggiungere il minimo dei partecipanti, eccolo qua:

Operativo voli:

ANDATA 27 gennaio

partenza da Milano Malpensa ore 10,45 arrivo ad Abu Dhabi ore 19,55

RITORNO 2 febbraio

partenza da Abu Dhabi ore 9.05 arrivo a Malpensa ore 13

La quota di euro 2490 comprende:

– trasferimento da e per l’aeroporto di Abu Dhabi

– 6 pernottamenti con trattamento di mezza pensione presso Hotel Yas Viceroy di Abu Dhabi

– 3 green fees con trasferimento da e per il campo

– un ingresso al Ferrari World

– un ingresso per la giornata finale dell’HSBC championship

Supplemento singola euro 560, terzo letto bambini su richiesta, assicurazione annullamento facoltativa euro 50. Il programma di gioco verrà organizzato con i partecipanti alla chiusura delle iscrizioni.

Questo è un viaggio esclusivo per uno sparuto gruppo di italiani FISSATI! Se fino ad oggi hai visto il golf SOLO IN TV è la tua occasione per assistere dal vivo al campionato, fotografare il sorriso esultante dei tuoi professionisti preferiti mentre imbucano un putt difficile e assistere alla premiazione finale!

In più porterai a casa film e foto del TUO swing perché potrai contare sui miei film e foto (MOLTO amatoriali…) Se vuoi partecipare e hai domande scrivimi subito una mail a golffissazione@gmail.com, specificando il numero dei partecipanti, se ci sono ragazzi sotto 12 anni o non golfisti.

Ci vediamo a Malpensa il 27 gennaio…?

 

 



 

 

 

 

 

Natale 2011: impara a volerti bene

 Chi dice che a Natale bisogna essere tutti felici e in pace?

Non importa guardare il telegiornale, basta parlare con un vicino, un amico, un parente oppure dentro se stessi per capire che una grossa fetta di umanità STA MALE nel corpo o nell’anima.

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Brutto swing? Riconosci la tensione muscolare!

 

Eccomi appoggiata a un alberello col TUTORE: sai che puoi droppare la palla senza penalità se il tutore ti impedisce il colpo?

Ma non era questo che volevo dirti! Vorrei parlarti di come ridurre significativamente la tensione e la rigidità muscolare, sia che tu sia un principiante, intermedio o avanzato giocatore.

La causa fisica più comune di errore nel golf e in molti altri sport è la tensione muscolare. Anche i golfisti principianti capiscono che lo sforzo di creare potenza è responsabile di tanti driver  corti, inefficaci e inconsistenti. “Ci vuoi DARE” è ciò che ti dici quando sbagli!

 

I muscoli in tensione sono causa di slices, hooks, palle toppate e rattoni. Le spalle in tensione non permettono un pieno backswing e follow-through e la tensione nelle mani provoca la chiusura o l’apertura della faccia del putter, mandando la palla fuori linea.

Ma perché avviene questo?

Per spiegarlo, una piccola lezione di scienze.

Quando la fibra muscolare è rilassata è soffice e flessibile. Quando è contratta si ripiega su se stessa e diventa abbastanza rigida da sopportare molte volte il suo peso. La forza è misurata dal peso che può essere sopportato dal muscolo contratto. Ma la forza non è la potenza. La potenza è l’abilità di usare la forza e richiede un sofisticato sforzo cooperativo fra muscoli contratti e rilassati.

Alcuni muscoli tirano, mentre i muscoli opposti rimangono rilassati e si piegano per permettere lo swing.

Nel golf se contrai TROPPI muscoli non consenti alle mani di fare il loro lavoro. Ad esempio, se tutti i muscoli del polso sono tesi prima dell’impatto con la palla forse c’è molta forza nei polsi, ma non c’è potenza perché la tensione di alcuni muscoli impedisce il libero movimento dei muscoli opposti. Il bastone deve muoversi più velocemente delle braccia per colpire con potenza la palla, ma se i polsi sono contratti il MOMENTUM è irrimediabilmente perduto.

Molti tipi di errori nello swing sono causati da tensioni in diverse parti del corpo: quando non completi il backswing è perché la spalla sinistra è in tensione, quando non ruoti il fianco hai tensione nei fianchi, quando hai tensione nei polsi li tieni rigidi e fai slice.

Migliaia di muscoli sono coinvolti nello swing, il loro timing e la loro coordinazione sono squisitamente precise e non accessibili alla comprensione intellettuale. Il corpo coordina questi muscoli in risposta alle tue istruzioni di produrre precisione e potenza, ma solo quando credi davvero di poter realizzare il tuo obiettivo (produrre precisione e potenza col tuo swing) il corpo ubbidisce.

Credere di fare un buon colpo produce un buon colpo!

Purtroppo è difficile evitare l’esperienza della tensione muscolare mentre impari lo swing, sappi però che essa è causata dalla troppa interferenza quando cerchi il controllo dello swing. Intanto inizia a RICONOSCERE e notare questa interferenza quando avviene. Non è una soluzione cercare di dirti “rilassati, dai, rilassati”. Il comando di rilassarti dato da te stesso o da qualcun altro ti fa sentire idiota e ti causa maggior tensione e rigidità. D’altra parte il super-rilassamento può produrre l’effetto “spaghetto scotto”!

La prima, vera possibilità di ridurre la tensione sta nel riconoscerla.

“Ma è ovvio!” penserai.

Sì, è ovvio ma nessuno lo fa, nemmeno tu. Quando sbagli un colpo non imputi l’errore alla tensione ma alla tecnica errata, non SAI riconoscere la tensione muscolare perché non ci pensi, non sei attento al tuo corpo.

Quindi,  quando fai lo swing, nota se i tuoi muscoli sono tesi o rilassati, se i polsi si liberano all’impatto con la palla, se completi il backswing, se il tuo corpo riesce o no a produrre potenza. Non fare altro: nota solo, durante lo swing,  se c’è tensione in qualche parte del tuo corpo, se manca la fluidità, se c’è forzatura. In molti casi, solo facendo attenzione a ogni “restrizione” (contrattura, rigidità, tensione, chiamala come vuoi) nella fluidità dello swing si può abbandonare la tensione senza sforzo cosciente. 

Da 10 a 15 swing ATTENTI (e senza cercare coscientemente il relax) bastano per produrre un cambiamento significativo.

 A volte è difficile notare le contratture, specie quando stai facendo risultato. Se la tensione fa ormai parte del tuo swing, ma il risultato del tuo giro in campo per te è buono ti risulta difficile individuare dov’è la tensione, dato che ormai sei abituato a fare uno swing di quel tipo.

Se non riesci ad individuare le tue contratture consolati: guarda la foto qui sotto e nota i miei polsi, braccia e testa CONTRATTI… eppure non mi accorgevo di niente!

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Ti ricordo che fino al 20 dicembre acquistando o il mio audio+golf (www.golfissazione.com/golfaudio) o il mio ebook “10 passi per imbucare a golf e nella vita (www.golfissazione.com/diecipassi) avrai in regalo il mio libro “Tutti pazzi per il golf” che ti spedirò a casa con dedica!

 

 

 

 

 

 

La legge di attrazione nel golf

Questa storia di Ronca Saverio ha dell’incredibile. E’ quanto di più si avvicini alla LEGGE DI ATTRAZIONE NEL GOLF,che recita: desidera intensamente un risultato, credi che lo otterrai, immaginalo già ottenuto con tutti i particolari sensoriali, poi lascia andare ogni aspettativa, gioca contento e lo otterrai.

Saverio è arrivato primo ad Arzaga, alla finale BMW (quella dove io sono arrivata seconda a pari merito) sapendo in anticipo che avrebbe vinto.

Eppure Saverio non è, come me, un appassionato di magia, legge di attrazione, magari non ha neanche letto “The Secret”… Ma allora come ha fatto?

Ha iniziato a dirsi che avrebbe vinto, visualizzandosi in finale a  Singapore e immergendosi nel clima tropicale caldo-umido che vi avrebbe trovato!!!

Si è guardato allo specchio e si è detto vincerò io. Il suo obiettivo era giocare 90 colpi e ne ha giocati 92. Se penso che giocava un colpo più di me, lui 24 e io 23… Se lo avessi conosciuto ad Arzaga avrei carpito il suo segreto e sarei arrivata prima anch’io… Ma lo ringrazio lo stesso di questa opportunità che mi dà di convalidare la legge di attrazione e di capire come agisce nel golf.

Per riassumere ci vuole, nell’ordine:

una forte motivazione (lui vuole essere apprezzato dai soci del circolo, vuole vincere in rappresentanza del  suo circolo, come il prode condottiero di una battaglia)

un obiettivo ben preciso: giocare un certo numero di colpi 100, 95 poi 90.

una convinzione che sconfina nel delirio (!) in altre parole una fede incrollabile in se stesso (ho detto a tutti che vincerò io).

la visualizzazione del risultato con particolari sensoriali (essere a Singapore a giocare, chiede agli amici che tempo farà a marzo a Singapore!)

Il lasciar andare l’aspettativa e pensare solo a concentrarsi sul gioco in gara.

Il desiderio di divertirsi e stare nel presente

Il coraggio di perseguire il suo obiettivo contro ogni forma di logica prudenza (non ascolta l’amico e fa par all’ultima buca, conquistando la vittoria)

I festeggiamenti del risultato raggiunto (vedi foto di Saverio attaccato al rubinetto della birra)

leggi la sua storia e impara a mettere in pratica la legge di attrazione:

Ho 43 anni ed ho iniziato questa fantastica avventura da circa 1 anno e mezzo un po’ per caso grazie alla mamma di una mia amica. (io da solo non ci sarei mai andato).

Dalla prima palla colpita è scattata la “malattia”(perché questa è una malattia), all’inizio giocavo per la voglia di evadere dallo stress quotidiano poi sono iniziate le prime gare di circolo e la voglia di non perdere o di essere protagonista alla premiazione mi ha fatto scattare un’altra molla mi sono reso conto che era bello arrivare primo, giocare bene scendere qualche colpo ad ogni gara (di circolo) avere una considerazione diversa da parte di persone che giocavano da anni e  volevano giocare con me.

Per fortuna il nostro è un campo a 3 buche, campo pratica e putting green con 18 buche, ogni volta una sfida, gli approcci, il putt, il giro in campo sempre con formule diverse ed ogni volta è una gara, ora penso che questo mi ha aiutato molto nel darmi uno stimolo sempre a fare meglio, a reggere la pressione di persone (una in particolare, Enrico D’antonio) che snobbava sempre i miei colpi più belli, non mi diceva mai bravo e quando giocavo con lui ero sempre in difficoltà ,io ho sempre cercato la sua considerazione ed alla fine l’ho ottenuta ed ho capito che lui lo faceva per me.

Questo mi è servito nelle gare perché trovi sempre qualcuno che ti è un po’ antipatico od arrogante ma io riesco ad ignorarlo ed andare avanti per la mia strada.

All’inizio giocavo sempre cercando di fare meglio dei miei compagni di team ma ora i miei obbiettivi sono altri, quando ho iniziato a pensare di scendere sotto i 100 colpi e non al risultato il mio gioco è cambiato, poi sono passato a 95, a 90 ora voglio scendere sotto i 90 (ci sono riuscito solo una volta) e mano a mano che scendo i colpi scende anche l’hcp. Quindi penso che alla fine in campo sono solo io ed il mio obiettivo.

Ora gioco 21,3 ma vorrei arrivare almeno a 19, non mi piace molto allenarmi nel senso di stare ore in campo pratica a tirare centinaia di palline, come ti ho detto sopra il mio allenamento (inconsciamente) lo faccio con le varie sfide.

Faccio poche lezioni, ma mirate ad un determinato tipo di gioco quando ne sento la necessità e quando ho perso un po’ di fiducia nello swing, riesco ad andare al campo almeno una volta a settimana e fisso il sabato e la domenica.

Di gare ne ho vinte diverse, sono secondo in classifica generale di circolo, quando ho vinto la qualifica per la BMW alcuni erano felici per me ed altri un po’ invidiosi ma da allora quando arrivo in campo, mi vogliono sfidare, mi cercano è la cosa mi riempe di orgoglio.  

La mia motivazione per arrivare ad Arzaga è stata la voglia di emergere di fare una cosa che altri pur preparandosi per mesi non sono riusciti a fare, io mi sono alzato la mattina, mi sono guardato allo specchio e mi sono detto “vai e vinci” non ci crederai, ma e così.

E così è stato tornando al circolo mi sono reso conto che la considerazione come giocatore nei miei confronti era cambiata e la cosa mi ha spinto a cercare sempre di fare meglio.

Durante i mesi che mi separavano dall’evento mi sono sempre più convinto di poter vincere ed ho iniziato a dire a tutti:

“ma secondo te che tempo fa a Singapore a marzo?” Poi non potevo fare una brutta figura e sono stato “costretto” a vincere.

Arrivando ad Arzaga all’inizio avevo un po’ di timore, pensavo questa è gente che gioca da più tempo di me, ha più esperienza, spero di non fare brutta figura, questo pensiero è durato poco perché ho iniziato a dirmi che ce la potevo fare, di giocare senza cercare di strafare facendo cose semplici escludendo gli altri c’ero solo io ed il campo con l’obiettivo di 92 colpi ci dovevo credere.

La sera a cena coi compagni di tavolo ho iniziato a dire domani vinco io lo stesso negli spogliatoi e loro dicevano”si vabbè poi vediamo” questo è stato uno stimolo in più.

La notte ho dormito poco, ogni tanto mi alzavo e provavo lo swing, arrivando al campo avevo un po’ di crampi allo stomaco poi sono andato in campo pratica mezz’ora di uscita dal bunker, mezz’ora di approcci, ho tirato 10 palline e poi via sul putting green avevo capito che la gara si vinceva sul putt sono stato a praticare fino al momento della partenza.

Il primo tiro è sempre un’incognita, dopo aver visto tre tiri fuori ho iniziato a pensare vabbè di peggio non posso fare, ho chiuso la prima buca in 4.

Da quel momento ho chiuso gli occhi e c’ero solo io, sulle seconde nove sono andato un po’ in crisi facevo slice, ganci ma riuscivo a fare dei buoni colpi di recupero e la pratica degli approcci e del putt mi è servita per farmi avere un gioco decente.

Devi sapere che io non mi conto mai i punti vado a sensazione, ma alla 17 dopo un disastroso 5 vado a contare ed avevo 36 punti a quel punto mi sono detto “se vuoi portare qualcosa a casa devi fare 4” alla 18 avevo 2 colpi un quattro erano 4 punti abbastanza per farmi rientrare nel mio obbiettivo non pensavo alla vittoria.

Ho tirato il mio legno 3 (non gioco quasi mai il drive) palla centro fairway il mio accompagnatore, Gianluca, mi ha detto “tira un ferro 7 in sicurezza c’è acqua a sinistra, bunker sotto il green, fuori limite a destra gioca per fare 6 e potresti fare 5”

L’ho guardato e gli ho risposto “ sono venuto per vincere, tiro al green dammi l’ibrido 4” mi esce un bel colpo palla altezza bandiera 15 metri a destra sull’avant- green nel frattempo mi facevo le foto con il tramonto alle spalle( ero nel penultimo fly) da quella posizione Gianluca mi dice: fai un putt di approccio ed io “ dammi il sand” palla ad un metro dalla buca, putt e faccio il 4.

Controlliamo gli score ricontrollo il punteggio e penso “40 punti è un buon risultato di sicuro non ho fatto brutta figura”  a quel punto ho avuto la sensazione di potercela fare ma non avevo il coraggio di andare in club house a controllare gli altri risultati, sono stato un po’ sul putting green ho fumato diverse sigarette e mi sono avvicinato alla club house.

Gianluca è arrivato dicendo: hai vinto ed io dicevo non dire st……..te,  poi ho visto Maurizia del club Volturno, ci siamo salutati e le ho chiesto come avesse giocato. Aveva vinto il 1^ lady dopo le congratulazioni, le mi chiede i miei punti e le dico 40 anche lei mi dice hai vinto… La sensazione è stata strana, pelle d’oca, non ci credevo, c’era ancora un altro fly che doveva consegnare gli score, dopo un po’ entro e vedo il video” 1° netto Ronca Saverio- Salerno 40 punti. Una gioia immensa, ed ora che faccio???

Poi sono arrivate le telefonate, il direttore, il presidente, gli amici ed io a raccontare buca per buca tutta la giornata stavo fuori dalla pelle, alla premiazione non ero ancora riuscito a fare la doccia.

 

I miei compagni di tavolo e quelli dello spogliatoio mi dicevano “cazzo hai vinto veramente”ed io con un aria di finta tranquillità rispondevo “ve l’avevo detto che avrei vinto”

Dopo questa gara sono tornato cambiato, ho molta più convinzione nei miei mezzi ed ho capito che le lezioni e la pratica servono ma se non hai la testa non vai da nessuna parte.

La sera ho festeggiato in un pub e mi sono ubriacato di birra.

Tornando al circolo tutti si sono congratulati ed è partita una corsa all’autoinvito a Singapore, mi hanno chiesto di far parte del consiglio direttivo del circolo.

Due settimane dopo gara di circolo a Fiuggi dove ho sempre giocato max 32 punti mi sento obbligato a vincere infatti chiudo con altri 40 punti,

dopo due settimane finale nazionale go golf trophy secondo con 38 punti

settimana scorsa finale nazionale D.I.G.A. due giorni di gara il sabato all’Argentario con 41 punti la domenica al pelagone con 33 punti per chiudere 1° assuluto.

Quando vado a giocare fuori non vado come Ronca Saverio, ma sento di essere un rappresentate del golf club Salerno e se dovessi vincere la mia è una vittoria del circolo.

Tornando alle altre cose che mi hai chiesto, se sbaglio un colpo cerco di dimenticarlo il prima possibile, quando vedo il green non penso a tirare alla bandiera, ma ad un punto dove secondo me posso avere una buona posizione per il putt.

Ad ogni colpo credo in quello che voglio fare, poi l’elemento fortuna è sempre una cosa che conta, cerco sempre di fare un approccio che mi consente di stare a 2 o 3 metri dalla bandiera.

A volte capita che all’improvviso vedo buio e non riesco più a giocare, allora inizio a cambiare guanto, mastico gomma, fumo, gioco ferri più corti per andare in fairway e riprendere la fiducia, mi fermo è mi dico che stai facendo? Riprendi a giocare che lo sai fare, il più delle volte funziona.

La cosa fondamentale è pensare positivo, se vai sulla palla pensando a destra c’è acqua al 99% andrai in acqua.

Non mi sento un miracolato per la vittoria ad Arzaga: ho ottenuto quello che volevo e ci ho creduto fino alla fine non ti nascondo che sto iniziando mentalmente a lavorare per fare bene anche a Singapore.

Penso di averti detto quasi tutto (purtroppo i miei riti scaramantici non te li posso raccontare altrimenti dovrei cambiarli) e di aver soddisfatto le tue aspettative cerca tu di capire quello che provo quando gioco perché io non lo so, voglio solo divertirmi e passare una giornata in tranquillità e con gli amici spero di essere stato abbastanza esauriente.

 Sì Saverio sei stato esauriente e hai raccontato benissimo la tua storia però ora tutti noi ti chiediamo una lezione di riti scaramantici!