Vuoi essere più giovane? Gioca a golf!
Mario ha 62 anni, da un pò di tempo porta gli occhiali che non gli consentono comunque di vedere bene. Non legge i caratteri piccoli, ha interrotto la vecchia abitudine di comprarsi il giornale tutte le mattine, lui non si accontenta di leggere i titoli di testa. Il mondo è fatto di cose trite e ritrite, come fosse riarso e pervaso da una specie di siccità, tutto gli sembra sbiadito e sfumato. Periodicamente soffre di mal di schiena, l’età gli ha regalato anche l’artrosi alle dita di una mano, il mondo non è più bello come una volta.
Solo il campo da golf gli fa riacquistare la vista e vedere un mondo diverso. Il fairway della buca 1 ha un aspetto sempre nuovo. Lì, sulla piattaforma di terra dove è piantato il tee, coi piedi nelle grandi Footjoys bianche e chiodate, mentre estrae dalla sacca il suo drive “Callaway”, Mario si sente di nuovo alto e atletico, come quando giocava a tennis delle interminabili partite e correva come un pazzo da una parte all’altra del campo, schiacciava la palla in volo per sbaragliare l’avversario.
Nel golf le distanze si riducono a pochi, facili swing, se si trova la magia del gioco. Il golf continua ad offrire a Mario una speranza di perfezione, di completa leggerezza, di totale naturalezza, perché ogni tanto gli capita che tutto fili liscio e il gioco sia perfetto, leggero, naturale colpo dopo colpo. Poi però Mario ridiventa umano e vuole strafare, cerca di mandare la pallina ancora più lontana picchiandola forte: a quel punto si annienta il senso di perfezione, la grazia, l’impeccabilità.
Quando Mario è sul tee della 1 intento a tirare il suo primo drive prova una nuova emozione per avere davanti a sé la possibilità di una partita perfetta, in cui non sbaglierà un putt da un metro, non farà slice, approccerà con grazia. Drive in mano, prende la misura dell’address e guarda il fairway davanti ai suoi occhi: una lunga distesa verde dove a destra c’è fuori limite e a sinistra le collinette e i cespugli. Non deve fare altro che un puro, semplice swing per veder atterrare la pallina la’ in mezzo, piccola come una capocchia di spillo, un puntino bianco in mezzo alla distesa verde.
Nessun dolore sul campo da golf, grande chiarezza. Qui Mario riacquista la vista, la salute e la speranza.
TUTTA VERITA’ ASSOLUTA GRANDE MARIO CONTINUA COSI’ E SE PUO’ FARTI PIACERE SAPPI CHE IO DI ANNI NE HO 52,8 ( SEMBRA UN HCP ) E LA MIA MANO SX E’ DA 2 ANNI CHE DOVREBBE ESSERE OPERATA DI TUNNEL CARPALE MA IO FINCHE’ CE LA FACCIO A PARTIRE DAL TEE GLI VADO ALTAMENTE NEL ……… E PER ORA GIOCO CON UN POLSINO POI SI VEDRA
CIAO MARIO
CIAO ALE
ALESSIO’.
Bellissimo articolo, grande prova di scrittura Ale complimenti !