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Quanto conta veramente il caddie?
Confesso che quando ho iniziato a giocare a golf l’immagine che mi ero fatto del caddie era di un personaggio pittoresco che si limitava a pulire i ferri del giocatore e gli evitava lo sforzo di portare la sacca.
Poi un giorno mentre stavo seguendo un torneo del circuito americano mi sono accorto che tutta l’attenzione del pubblico e dei commentatori era rivolta all’arrivo di Tom Watson che però non stava facendo un grande risultato. Presto ho capito che il vero protagonista di tutta questa attenzione non era Watson ma il suo caddie, Bruce Edwards. Era l’ultimo giro che facevano insieme dopo aver passato insieme 30 anni sui campi da golf. Bruce era costretto a lasciare perchè affetto dal morbo di Gehring. L’arrivo alla 18 è stato un momento toccante e ha dato l’idea del forte rapporto che si era instaurato fra i due. Ho cominciato a capire: il caddie non è solo “colui-che-porta- la-sacca”.
Molti dei grandi campioni del passato come Walter Hagen e Sam Snead hanno iniziato come caddie, ma anche campioni recenti come Severiano Ballesteros, Miguel Angel Jimenez ed il nostro grande Costantino Rocca lo sono stati.
Nel golf moderno non è più normale, e non so se sia un bene, iniziare come caddie. Il caddi è diventata una professione a se stante e proprio per questo i caddies sono diventati veri e propri personaggi che il grande pubblico inizia a riconoscere con facilità.
Steve Williams, il caddie di Tiger, è sicuramente il più famoso ed anche il meglio pagato. Ad oggi risulta essere lo sportivo più pagato in Nuova Zelanda. Steve è con Tiger dal 1999 e il suo rapporto travalica la parte sportiva al punto di essere stato il suo testimone di nozze.
Jim “Bones” MacKay è invece il caddie di Phil Mickelson. Jim ha una personalità completamente opposta a quella di Steve Williams. Con il suo carattere pacato riesce a compensare la “pazza genialità” di Phil, anche se ha voce in capitolo sulla scelta dei tornei da giocare.
E chi non conosce Mike “Fluff” Cowan? Il sessantunenne signore con i baffoni che porta la sacca di Jim Furyk è stato il primo caddie di Tiger ( era lui che portava la sacca al Master del 1997, prima vittoria in un major di Wood), ed è anche uno sfegatato fan dei Grateful Dead nota rock band californiana. Un aneddoto per avere un’idea del personaggio. Recentemente una nota rivista americana ha fatto una piccola inchiesta: quando consigliate di puttare due palle a destra il riferimento è il centro o il bordo della pallina?
La domanda è stata posta a 50 fra i migliori caddies del tour americano. Il gruppo si è diviso più o meno al 50% sul risultato ma la risposta di “Fluff” è stata eloquente: per me è il bordo destro ma in ogni caso Jim non mi dà retta e allora io gli dico di mettere dentro quel c…o di putt”
Donne caddies si contano sulle dita di una mano ma Fanny Sunnesson è riuscita a trovare uno spazio importante in un mondo a grande predominanza maschile come il golf. Oltre ad avere “accompagnato” Nick Faldo per più di 10 anni è stata il caddie di Sergio Garcia, Nothan Begay III ed attualmente “porta” la sacca del suo compatriota Henrik Stenson. Ho avuto modo di seguirla all’ultimo Dubai Desert Classic e la grinta con la quale ha rimproverato uno spettatore che stava provando a fare una foto mentre Henrik si stava adressando dimostra di come in fatto di attributi non abbia niente da imparare dai colleghi uomini.
Il rapporto con il caddie è davvero speciale. Chi preferisce avvalersi del cognato come Padraig Harrington o chi, come Luke Donald, del fratello ma in ogni caso il caddy può essere fondamentale nel gioco del professionista, nel bene o nel male.
In definitiva: quanto conta veramente il caddie?
(….. fine prima parte..) Massimo