Il golf in tv
Quando eravamo dei super golFissati (adesso è passato solo il SUPER) io e mio marito seguivamo il golf in televisione in maniera scientifica. Fra me e lui il più fissato era lui: registrava i campionati, gli open e tutto quanto passava la tv sul golf e la sera in camera se li guardava in religioso silenzio. Poi metteva il rallentatore e analizzava lo swing meravigliosamente fluido e sciolto dei campioni del momento. A quel punto attaccava con i commenti: vedi come scendono internamente, vedi che le braccia sono come estranee al corpo, sono come morte, vedi che sembra che tirino giù una corda immaginaria, guarda le mani come sono all’impatto… E non mi lasciava dormire.
Secondo me si impara poco o niente guardando i professionisti in tv: fanno sembrare tutto troppo semplice.
Il loro swing sembra un disegno fatto al computer capace di sfidare la legge di gravità.
Ho visto delle performances assurde: palle imbucate con l’approccio dal bunker, palle dietro un albero che girano miracolosamente e riescono ad arrivare in green, eagles fatti con una facilità paurosa, palle imbucate da quaranta metri…
Cosa si può imparare da questi campioni?
Che lo swing giusto rischiede una smisurata fiducia, che apparentemente sembra sensa senso.
Chi ha poca fiducia e cioè il giocatore mediocre come me si fa prendere troppo spesso da una irragionevole ansia, infatti alza la testa per paura che la pallina scompaia o colpisce la palla dall’alto per paura che la pallina vada via se aspetta una frazione di secondo in più.
I risultati di questi due difetti (alzare la testa e colpire la palla dall’alto) sono tristissimi: centinaia di colpi mancati o rasoterra, o toppati o tagliati.
Eppure sappiamo bene che la testa del bastone acquista la velocità ideale se le mani sono morbide, le braccia passive, se l’inizio del backswing non è affrettato, e che distogliere lo sguardo dalla pallina distrugge il contatto, ma quando scorre l’adrenalina (al momento di eseguire il colpo) i nostri desideri primordiali e le nostre emozioni prevalgono su una sapienza acquisita con grande fatica.
Cosa ci manca? Un pochino più di FEDE, basterebbe un decimo della fede che hanno quei campioni della tv, e saremmo a posto. Con la fede acquisiremmo uno swing omogeneo e l’armonia fra le diverse parti del corpo.
Lo swing giusto è come un insieme di piccole professioni di fede, tutte apparentemente contrarie al buon senso:
– piegarsi sulla pallina con le ginocchia flesse è innaturale.
– impugnare il bastone con delicatezza va contro la nostra voglia di sottomettere il golf con la forza.
– lo spostamento del peso ci dà l’impressione di buttarci in un burrone.
Quei campioni della tv hanno una fede smisurata: la prossima volta che li guardiamo, cerchiamo di imparare da loro l’unica cosa che ci sarebbe davvero utile.
Io credo che i primissimi avversari in ogni campo siamo noi….sempre dobbiamo misurarci e cercare di migliorarci in ogni campo ma con le nostre forze senza copiare nessuno magari provando e riprovando perche’ si la teoria e’ giusta ma la pratica e’ tutta un’altra cosa
Tutto vero quello che dici cara Ale, però sul campo tutto si fa opaco e confuso e non riesco a ragionare come dovrei. Cercherò di seguire il tuo consiglio: avere più fiducia e fare come dicono i sacri testi del golf. In pratica un pò più di buone maniere anche con il gioco del golf !!!