Il viaggio verso la depressione golfistica
Il fallimento non viene mai tutto insieme. Quando fallisce un’azienda, un negozio, una società NON E’ UNA SORPRESA, è solo un RISULTATO di tante piccole scelte sbagliate.
E quando è il golf a dare risultati scadenti, quali scelte sbagliate hai fatto? Quali brutte abitudini hai acquisito che hanno impedito al tuo swing di far alzare la palla? Perchè i tuoi colpi sono corti, strappati, flappati, storti, inconsistenti?
Il golf all’inizio ti dà tante soddisfazioni e SPERANZE. Quando inizi hai un entusiasmo e una passione che ti permettono di raggiungere un PICCO (vedi foto), e il bello è che questo picco ha una certa durata: settimane, a volte mesi, perfino anni, che grandiosità! Vinci qualche gara, ti abbassi di handicap, festeggi e sei felice, il golf ti prende la testa e ti entra nel cuore e nell’anima, ti dà un senso di invincibilità e una grande fiducia in te stesso. MA QUESTO PICCO FINISCE. Ecco che precipiti nei colpi inconsistenti, i tuoi risultati diventano scadenti e ti sembra impossibile ricominciare a giocare bene per quanto tu provi e riprovi a ritrovare le sensazioni di quando il tuo swing FUNZIONAVA. Allora il tuo handicap aumenta piano piano a forza di virgole, i compagni che prima ti cercavano per le gare a coppie si defilano, inizi ad evitare le gare con le scuse più disparate… sei nel pieno della depressione golfistica!
Come può essere accaduto? Forse giochi solo in campo, non frequenti il campo pratica e il tuo scopo è colpire la pallina per fare risultato. Ma se tu vuoi colpire la pallina è probabilissimo che tu sbagli lo swing! Giocando solo in campo non alleni la scioltezza dello swing, tendi a guardare dove va la palla, alzi la testa e rovini tutto. La palla va attraversata, ma in campo questa regola la dimentichi facilmente, in campo vuoi dare delle gran botte alla palla per spedirla chissà dove… In campo non hai tempo per riflettere e CAPIRE come si fa lo swing. Siccome il campo pratica è noioso, tu giochi solo in campo e alleni l’errore, alleni solo il fatto di voler PICCHIARE la pallina. Dai oggi, dai domani (un modo di dire lucchese che significa ripetere le stesse cose più e più volte) il tuo swing è annientato e lasciato in balia del CASO.
Ti alleni, hai un buon swing e quando fai la prova dimostri di aver capito come far volare bene la palla, ma il tuo swing sulla palla è totalmente diverso, figlio della PAURA. Paura di cosa? Di quel tondo bianco che non sai se si alzerà! Paura di te stesso, sfiducia nelle tue capacità, ansia da prestazione. Ogni volta che sei in campo e alzi la palla esulti e tiri un sospiro di sollievo per aver evitato una figuraccia con i compagni e con te stesso. Dai oggi e dai domani (solito modo di dire) come speri di acquistare fiducia in te? Il tiro di golf dovrebbe essere GUSTATO, fonte di gioia e non fonte di stress…
I rimedi che cerchi di porre in atto sono inconsistenti. Magari vai dal maestro che ti dice cosa sbagli, ma tu non riesci a mettere in pratica cosa ti suggerisce per migliorare il tuo swing. Dopo qualche lezione constati che il tuo swing è lo stesso di prima, così ritorni a giocare in campo e ottieni gli stessi identici risultati.
Ogni volta che giochi male ti dici che magari la prossima volta andrà meglio, infatti avrai alcune rare volte in cui riesci a giocare il tuo handicap e allora ti ripeti: CI SIAMO! Oggi ho giocato bene, la prossima volta giocherò meglio! Invece oggi hai fatto risultato (che non vuol dire giocare bene) per una serie di casi fortuiti, perchè il tuo swing è lo stesso di prima, solo che hai imbucato tanti putt o hai approcciato meglio del solito, oppure hai fatto errori SCUSABILI di swing. (Hai presente quei rattoni lunghi che ti hanno consentito di chiudere la buca? Li chiami colpi di golf?)
SE CONTINUI A FARE COME HAI SEMPRE FATTO OTTIENI I RISULTATI CHE HAI SEMPRE OTTENUTO!!!
Come muoverti dunque? Ti risponderò con grande gioia appena otterrò il risultato che mi sono prefissa. Dal niente non viene niente, per ottenere qualcosa l’unica via è il lavoro duro e certamente è cambiare abitudine. Adesso so che anch’io ho accumulato brutte abitudini, come quella di giocare in campo, fare “passeggiate” con persone che vogliono solo passeggiare (…), illudermi di fronte a un buon risultato, rassegnarmi a veder accorciato di trenta metri il drive, accettare di sbagliare colpi facili, scarsa attenzione alle parole del maestro… Il mio viaggio però è finito, adesso voglio risalire sul picco. Non mi interessa il picco di 6000 metri, ma almeno a 1000 metri vorrei arrivarci!
Il fallimento non viene tutto insieme, è il risultato di una serie di scelte sbagliate. Il successo, che è l’esatto contrario, significa porre in atto scelte consapevoli che facciano SUCCEDERE qualcosa e se questo qualcosa non succede bisogna cambiare, provare e riprovare, senza arrendersi. Spero di darti al più presto la MIA chiave per il successo a golf!
Golfissazione va in vacanza!
Un lettore mi ha raccontato questa scenetta avvenuta nel suo circolo.
L’autore del misfatto, che chiameremo Beppino, è diventato tristemente famoso anche oltre i confini del circolo e nessuno lo vuole come compagno di gara!
Quel giorno Beppino stava andando bene in gara, era pari dopo una decina di buche, ma a un certo punto mette la palla in bunker, suo punto debole. Si avvia con i tre compagni verso la palla, due di loro si addentrano a destra nel boschetto per cercare una palla e l’altro (quello che mi ha raccontato la storia) sta dall’altra parte del fairway.
La palla di Beppino è insabbiata, ne emerge solo meno della metà. Beppino si guarda intorno, c’è solo il compagno che sta guardando lo score, gli altri due sono ancora nel bosco, allora che fa Beppino?
Da’ un calcio alla palla!
La sposta solo di un paio di metri, sempre in bunker, ma adesso almeno è giocabile, è interamente sopra la sabbia, il colpo è più facile! Per sua sfortuna il mio lettore lo vede, si mette a ridere e gli dice:
Stai giocando a Beach Soccer per caso? (storia tristemente vera)
Buone ferie a tutti, buon agosto!
Organizzati la vita!
Un paio di settimane fa ho comprato un ebook dal titolo “Zen to done” di Leo Babauta, Leonardo Di Paola e Viviana Taccione. Spiega come organizzare al meglio il tempo per fare in modo che ne AVANZI. “Non ho tempo” è una frase che pronunciano ormai tutti quanti, tranne pensionati, disoccupati e depressi… Si tratta di acquisire 10 abitudini NUOVE, cosa non del tutto facile ma fattibile.
Tu ora, in quanto golfista penserai: se ottimizzare il tempo mi permette di giocare 9 buche dal lunedì al venerdì + 18 il sabato e la domenica voglio anch’io quell’ebook. Infatti molti golfisti lo HANNO GIA’ COMPRATO. Io però ho notato che fra questi la maggioranza ha letto l’ebook distrattamente senza metterlo in pratica. N O N S E R V E a niente allora!!!
Ecco cosa ne ho ricavato io.
Delle 10 abitudini che dice di cambiare tre le ho sempre adottate. Una è quella di raccogliere i dati, porto sempre con me un’agendina e quando mi viene in mente qualcosa da fare o da ricordare me lo annoto. Annoto anche le idee brillanti o le frasi che mi colpiscono e poi ci scrivo accanto una U se sono urgenti, una I se sono importanti, una IU se sono importanti e urgenti e una NN se non sono importanti né urgenti. Per quelle urgenti passo al più presto all’azione. La seconda cosa che ho sempre fatto è pianificare la giornata e la settimana, sempre con lo stesso metodo ma sull’agenda grande che ho a casa e sempre scrivendo accanto ad ogni cosa U,I, IU o NN, l’importante è che entro la settimana siano tutte cancellate, cioè fatte. La terza cosa meravigliosa che ho già fatto è inventarmi un lavoro che adoro, che mi diverte e che mi appassiona; anche se ci ho messo mezzo secolo la soddisfazione è arrivata ed è meraviglioso.
Le cose nuove dell’ebook Zen to done – organizzati la vita che ho messo in pratica sono:
1 – rispondo immediatamente a TUTTE le email, anche solo con due parole, ma evito di lasciarle lì e decidere DOPO
2 – ho adottato due nuove abitudini con la sfida dei 30 giorni e annoto ogni giorno sul foglio diviso in 30 righe cosa ho fatto, poi mi premio in fondo alla settimana. Una abitudine nuova è di fare gli esercizi sulla pedana vibrante da 10 a 20 minuti al giorno, la seconda è di guardare uno o due film comici la settimana. Per ora ci sono riuscita, oggi è il giorno del premio e vado a comprarmi un vestito nuovo!
3 – ho ridotto i miei obiettivi all’essenziale e anche questo blog ci rimette: un post ogni 10-14 giorni, di più non posso. Faccio gli acquisti SOLO per i clienti senza intasare il magazzino e semplifico la mia attività, passo più tempo produttivo, affettivo e divertente possibile con la mia famiglia che resta il mio obiettivo primario.
Ti sembra poco? A me sembra un miracolo. Ho la pedana vibrante in camera da due anni e non l’avevo MAI usata prima, adesso me la litigo con mio marito e i miei muscoletti flaccidi si stanno trasformando in quasi-TONICI (la strada è ancora lunga perchè alla fine i miei esercizi sono più vicini al minimo di 10 minuti che al massimo…) Mi affacciavo sulla posta elettronica 15 volte al giorno e rimandavo le risposte, adesso DECIDO subito cosa fare ed è liberatorio. Sceglievo spesso film drammatici e lacrimevoli adesso imparo a RIDERE di più con i film divertenti.
Grazie Zen to done!
Se non lo hai ancora visto, eccolo:
http://www.wecoclub.it/ztd/index.php/?e=golffissazione@gmail.com
Gli autori di “Zen to done” spiegano anche come rimanere motivati con suggerimenti sullo stile del libro “The Secret”. Anch’io sto “costruendo” un tabellone della visione, il “vision board” di cui parla “The Secret”, per dare l’esempio alle mie figlie che per adesso non vogliono saperne.
Visualizzati ad obiettivo raggiunto. Dove sei? Come sei vestito? Chi c’è vicino a te? Mangi o bevi qualcosa per festeggiare? C’è qualche profumo nell’aria?C’è un Suono? Cosa finalmente potrai fare?
Aggiungi dettagli alla tua visualizzazione. Sei felice? Provi entusiasmo, sensazioni positive? Senti di avere raggiunto uno step importante della tua vita? Se sì, siamo sulla strada giusta… (se no, cambia obiettivo o cerca di lavorarci su ancora un po’)
Ripeti ogni giorno per almeno 5-10 minuti questa visualizzazione finché non fa parte di te.
Per ricordarti di farlo, trova una foto, un’immagine, un collage di immagini, che ti facciano focalizzare sul tuo obiettivo.
Mettile ovunque tu possa posare lo sguardo durante la tua giornata: sfondo sul computer e sul cellulare, con dei magneti sul frigo,
posizionale in un portafoto sul comodino vicino al letto…Individua delle parole, delle frasi chiave per te che rappresentino brevemente quello che vuoi raggiungere.
Attacca dei post it con quelle parole dove puoi vederli, mettine uno nel portafoglio, nell’agenda, sulle piastrelle del bagno…
Le parole sono potenti, usale come salvaschermo del computer e fallo partire solo dopo 2 minuti in modo che proteggerai il tuo schermo e potrai ispirarti di continuo.
Trova una musica che ti dà carica, che ti fa pensare al tuo obiettivo e mettila come sveglia (invece di sentire un depotenziante notiziario alla radio che tanto ti parla solo di cose negative e di traffico). E – perché no? – mettila anche come suoneria sul tuo cellulare….
Più stimoli sensoriali avrai, attivi (costruiti dalla tua parte conscia visualizzando il tuo obiettivo) o passivi (richiamati da immagini, suoni e parole sparse nella tua quotidianità), e più sarai motivato ad agire.
E la cosa bella è che il nostro cervello non distingue tra un’esperienza realmente vissuta ed una immaginata vividamente…
Questo metterà in moto anche la famosa “Legge di Attrazione” di cui parla il libro “The secret”.
Ti auguro di organizzare al meglio il tuo tempo: il tempo è vita!
Allena il tuo intuito per migliorare a golf!
Nella foto a sinistra: backswing da migliorare.
Nella foto a destra: backswing migliorato, peccato che non sia il mio!
La meditazione che fra poco ti insegnerò l’ho usata ripetutamente con familiari e amici perchè ha funzionato in un alto numero di casi. Sai bene che il nostro cervello è formato da una parte razionale e una inconscia e se riesci ad utilizzarle entrambe farai scelte più giuste per te perchè capirai meglio la realtà. Con un buon intuito eviterai errori di valutazione, deciderai la cosa giusta, ti verrà l’idea geniale, quella che cercavi! Se poi devi risolvere un problema è l’intuito che ti consente di capire rapidamente, magari sulla base di dettagli apparentemente secondari, quali sono gli elementi che portano alla soluzione. Tutti noi sprechiamo il tempo e le energie non per fare le cose che abbiamo pensato, ma per come farle nel migliore dei modi: ogni giorno dobbiamo pianificare, valutare, decidere per dare senso e valore alle nostre azioni. Usiamo prevalentemente la nostra parte razionale. Quanto sforzo! Invece quando l’intuito viene in aiuto, riusciamo a ottenere lo stesso risultato in modo più diretto e veloce, con naturalezza: sappiamo cosa fare, ci viene l’idea giusta, la soluzione diventa semplice…
Di sicuro puoi raccontarmi un’esperienza personale dove hai intuito correttamente qualcosa o di un’idea brillante che ti è venuta, o di un sogno rivelatore. Ti è mai successo di pensare a una persona e incontrarla per “caso” dopo poco? O di addormentarti la sera con un problema e risvegliarti al mattino con la soluzione? O di provare una sensazione riguardo a qualcuno o qualcosa che poi si è rivelata giusta? Questo è l’intuito e può essere allenato, perchè quanto più è presente nella tua vita tanto più la vita ti sembrerà SEMPLICE.
La meditazione che adesso ti spiego passo passo serve ad allenare l’intuito, a farlo “lavorare” insieme alla parte razionale per accelerare la soluzione di un problema, per trovare, di fatto, una soluzione che sembra non esserci. Perchè non applicarla nel golf? Se per caso da mesi il tuo swing è peggiorato, in gara non rendi più come una volta, il tiro si è accorciato, sbagli spesso il putt che fai? Ti affidi al raziocinio, che ti dice di andare da un maestro e di allenarti tanto per migliorare, spendendo soldi e tempo. E se insieme all’allenamento tu “invitassi” il tuo intuito a venirti in aiuto?
Leggi attentamente come fare questa meditazione e testala per la risoluzione di un problema alla volta. Prenditi 10 minuti in perfetta solitudine e rilassati completamente, respirando profondamente e chiudendo gli occhi, da sdraiato o da seduto con la schiena ben dritta e i piedi appoggiati a terra.
Immagina di essere il regista del tuo film, del film del tuo problema. Immagina te stesso nel luogo che scegli tu per girare il film, avvicina e allontana l’immagine, fai dei primi piani di te e delle persone coinvolte nel film, cura i dettagli dell’ambiente, in modo che lo spettatore possa avere tutti gli elementi per capire bene il problema. Immagina anche una musica di sottofondo e la tua voce che racconta il problema esposto in maniera semplice, così com’è, senza aggiungere e togliere niente. Decidi tu la durata, in genere per questa prima fase bastano 5 minuti.
Ora fai un respiro profondo e immagina di essere tu lo spettatore di questo film. Immagina di entrare in un cinema e di sederti in poltrona. Usa i tuoi sensi e nota il cinema, l’ambiente buio, le poltroncine allineate, l’odore di chiuso, il contatto col velluto o la pelle della poltrona, le mani sui braccioli, la seduta confortevole. Arricchisci di particolari sensoriali l’esperienza. Ora sei pronto per vedere la proiezione del film: osserverai il tuo film da spettatore.Ecco che lo schermo si illumina e i personaggi del tuo film appaiono sullo schermo, Guarda bene le immagini, ascolta la tua voce che espone il problema, osserva la tua faccia mentre lo esponi, guarda i vestiti dei personaggi del film, se sono a figura intera, a mezzo busto, vicini o lontani, a colori o no, l’ambiente circostante, la musica, i suoni. Guarda il tuo film due volte se necessario.
Adesso fai un respiro profondo e apri gli occhi tornando al presente. Ora crea un’immagine ad occhi aperti del problema risolto. Ad esempio, se il problema è un litigio, immaginati mentre dai la mano e abbracci la persona con cui hai litigato; se il problema è il golf immaginati mentre tiri un colpo in bandiera o imbuchi il birdie esultando. Basta un’immagine breve, poi ritorna al presente.
Adesso l’esercizio è finito, perchè bisogna dare tempo all’intuito di lavorare mentre tu devi solo lasciare perdere il problema e occuparti di qualcos’altro, tenendo sempre presente la tua determinazione a risolvere il problema. Cerca proprio di non pensarci più: leggi un libro, vai a passeggio, lavora, insomma stacca l’attenzione dall’esercizio e ti sorprenderai di quello che ti accadrà. L’intuito ti rivelerà IN CHE MODO potrai trovare la soluzione, forse quando meno te lo aspetti ti vengono in mente parole, immagini o sensazioni che ti suggeriscono una strada per la soluzione. A volte succede che tu sogni la soluzione e ti svegli al mattino con l’idea giusta. Questo perchè mentre sei occupato a fare altre cose con la mente conscia o mentre riposi il tuo cervello integra più facilmente le funzioni logiche con quelle intuitive. Tu gli hai fornito l’imput del problema grazie all’esercizio del film e adesso ha lo stimolo alla soluzione grazie all’immagine finale della soluzione trovata (l’ultima parte dell’esercizio, quella dell’immagine del problema risolto). Più è piacevole l’attività a cui ti dedichi dopo aver fatto l’esercizio per spostare l’attenzione dal problema, più invii alla tua mente messaggi di fiducia e ottimismo che fanno scattare il meccanismo risolutivo.
Ho sperimentato l’esercizio su di me per risolvere un problema con mia figlia. Ho sempre cercato di aiutarla a trovare una strada visto che ha cambiato ben 4 facoltà universitarie ed è indecisa sul suo futuro. Conosco tecniche che possono aiutarla a capire cosa vuole davvero, ma lei non vuole saperne di fare quelli che definisce “giochetti stupidi”. Ho immaginato il problema risolto con me e mia figlia che siamo felici insieme e ci abbracciamo alla fine dell’esercizio del film. Il giorno dopo, semplicemente, ha annunciato che venderà il cavallo e si dedicherà allo studio di economia e il pomeriggio le ho chiesto se voleva provare con me a capire cosa vuole fare della sua vita e come immagina il suo futuro stilando la lista degli obiettivi. Mi aveva sempre detto di no prima e questa volta ha acconsentito felice. Ha fatto l’esercizio lasciandosi guidare ed entusiasmandosi man mano che scriveva e capiva quali erano i suoi reali bisogni. Come è successo? Sinceramente non so in che modo l’intuito mi sia venuto incontro, ma penso che sia nel MODO diverso di essermi rapportata a lei, trattandola da adulta e proponendole semplicemente di approfondire la sua voglia di cambiare mettendo per scritto alcune cose. Lei non lo ha visto più come un gioco stupido, ha capito che non volevo imporle niente e che non la guardavo più dall’alto della mia esperienza. Ecco come l’intuito può avermi aiutato: facendomi trovare le parole giuste, i pensieri e l’atteggiamento giusti per lei.
Clamoroso quello che è successo ad una mia amica dopo che le ho guidato la meditazione del film. Esattamente il giorno dopo ha avuto l’impulso (dettato dall’intuito stimolato a dovere) di chiamare il capo area della sua banca. Non sapeva ancora cosa gli avrebbe detto, ma intanto ha preso l’appuntamento e, guarda caso, il capo area era disponibile fra mezz’ora, cosa inaudita. In mezz’ora ha raccolto i dati, ha stampato tabulati ed è andata da lui. Le avevano tolto una persona dall’organico e i suoi dipendenti non riuscivano a mandare avanti il lavoro, erano stressati e nervosi, lei voleva riavere una persona in più nella sua agenzia. Gli ha detto semplicemente che con l’organico ridotto com’è adesso lei non ha possibilità di mantenere i numeri dell’anno prima, dati alla mano, per cui senza un altro impiegato è costretta a chiudere conti, lasciare clienti grossi e assicura una rimessa per la banca. Il capo le ha risposto picche in un primo momento e cioè le ha detto: “pazienza, la banca ci rimetterà ma io un altro impiegato non te lo do”. Dopo tre giorni le hanno telefonato dall’ufficio del personale dicendole che le avrebbero mandato una persona di lì a una settimana!!! Era incredula ed è venuta subito a raccontarmelo. Ha usato la strategia GIUSTA, quella che le ha fatto ottenere un risultato senza aver avuto bisogno di pensarci un attimo!!! Era felicissima, certa che l’intuito l’avesse aiutata ad usare semplicemente le parole giuste che hanno convinto il capo area a mandarle una persona in agenzia.
Mi chiedo perchè non ho mai pensato ad usare questo esercizio nel golf. Se mi faccio un film del PROBLEMA principale e cioè del tiro inconsistente e fiacco e poi visualizzo il problema risolto immaginando un tiro meraviglioso che atterra proprio a tre centimetri dalla buca il mio cervello cercherà di accontentarmi… Questo miracolo lo racconterò appena succederà!!!
Un compagno di gara indesiderabile
Non cito il suo nome, ma l’ho ribattezzato Trog come troglodita, nomignolo che ho già usato in un post del passato per definire chi si comporta male in campo. Questo Trog invece è semplicemente un borioso che ho avuto come compagno di gara alcuni mesi fa e siccome adesso lo vedo spesso a fare gare nel mio campo, ho imparato a starne alla larga. Anche mio marito ha avuto il (dis)piacere di giocarci assieme e di non vedere l’ora che finisse la gara per liberarsi di lui.
Trog parla sempre di quanto è bravo a golf, come lui non c’è nessuno. “Gioco 18 sulla carta, ma il mio handicap giusto sarebbe 10. E’ solo una questione di sfortuna: la pallina che gira intorno alla buca, il vento che la fa atterrare in rough o chissà cosa, perchè io gioco da Dio. Ho un tiro lunghissimo che fa invidia a Tiger Woods, approccio sempre in bandiera e spesso la palla entra in buca, ho fatto hole in one diverse volte. Il golf per me è un gioco facilissimo, non sbaglio quasi mai, ho un tiro potente, faccio colpi della Madonna”
In gara quando fa un bel colpo lo commenta sempre: “Guarda che potenza!” “Grandioso!” “Sìììììììììì”! “E vaaai!” “wooooowwwww”poi si rivolge a me: “hai visto? Che ti dicevo? Sono o non sono forte?” E io “sì, bel colpo, complimenti”, ma dopo tre ore di gara e di commenti come quello di prima non ne posso più di lui e dei suoi bei colpi. Se per caso fa uno di questi colpi meravigliosi e io non lo guardo mi fa anche il mazzo… “Non hai visto che colpo stupendo ho fatto? Ma che stavi guardando? Stai attenta al volo della palla dei tuoi compagni, non devi pensare solo a te stessa” Quando invece fa un brutto colpo si incupisce e lo commenta: “sai perchè ho sbagliato? Perchè ho alzato la testa, ho toppato la palla”. I suoi commenti preferiti di quando sbaglia sono quelli in cui può incolpare tutto meno che se stesso “Ha preso il ramo! E’ possibile che nessuno poti mai gli alberi?”
A Trog di me e degli altri due compagni di gara non importa un bel niente, è completamente insensibile ai nostri bei colpi o ai nostri putter imbucati da tre metri. Persino quando uno di loro ha messo una palla data alla buca 11 con un colpo da 160 metri è riuscito a non dirgli bravo.
In fondo alla gara ha totalizzato 29 punti, un punteggio che non conferma affatto la sua bravura a golf, ma lui ha la risposta:
Ho fatto tre x in buche dove di solito faccio birdie, avrei potuto benissimo segnarle, quindi 6 punti li avrei presi, 29+6 fanno 35. Poi ho fatto almeno tre volte dei putt meravigliosi che non mi sono entrati per un millimetro, e fanno altri 3 punti, per cui praticamente ho fatto 38 punti! E poi ho vinto tante di quelle volte che non è giusto che porti a casa tutti i premi solo io.
Quando torna a casa la moglie gli chiede com’è andata e lui “ho fatto 38 punti, non ho vinto niente, ma ho fatto dei colpi clamorosi, i miei compagni si sono complimentati con me, non avevano mai visto un gioco così lungo e preciso”
E lei: “Sul sito ho visto che hai fatto 29, ma di sicuro si sono sbagliati, non hanno tenuto conto dei punti che AVRESTI POTUTO fare!”