Attento alla dipendenza da golf

caNella vita a volte  abbiamo dei PADRONI. Padroni della nostra energia, che ci danno in cambio un altro tipo di energia.

Prendiamo le droghe o l’alcool. Assumendone, prendiamo energia a credito. Il senso di relax della marjuana o l’euforia che dà l’acool è come ottenere un prestito, mentre  i postumi del dopo sballo/ sbornia sono come restituire il prestito con gli interessi.

Col tempo, poi, bisogna restituire interessi sempre più alti perché i burattinai del giro d’affari di droga e alcool non regalano energia a fondo perduto.

Chi muove i fili del giro d’affari (produttori, intermediari, spacciatori…) pompa con potenza fuori dall’uomo la sua energia libera e l’uomo è costretto a soffrire o a prendere una nuova dose di droga/alcool. I burattinai gli prestano volentieri nuova energia, non hanno fretta, tanto la resa dei conti si presenterà prima o poi. Quanto più l’uomo è indebitato tanto maggiore sarà lo scotto che l’aspetta. L’uomo ha l’impressione di essere in preda di un rapace che lo ha afferrato con i suoi artigli e gli impone la sua legge: o continui a bere/drogarti o continua la tortura.

Se decide di continuare a bere/drogarsi riceve un nuovo prestito di energia, solo che poi la resa dei conti è ancora più severa! Quindi, se si decide di prendere questo tipo di “prestito” bisogna mantenere un alto livello di consapevolezza e rendersi conto della propria capacità di restituzione. Che vuol dire moderazione e fermarsi in tempo!!

Tutto ciò che è associato ad esperienze intense che comportano un alto consumo energetico è una dipendenza dannosa a rilascio di energia negativa. Esistono altri tipi di prestiti con interessi più bassi: il tabacco, il caffè, il tè, le bibite gassate, le gomme da masticare, il cibo-spazzatura, lo zucchero…caf

La soddisfazione di qualsiasi esigenza materiale o spirituale richiede rilascio di energia. Dopo aver ricevuto, bisogna restituire.  Questa è l’equazione: vuoi qualcosa-accumuli energia, ottieni il desiderato-emani energia.

Anche il golf può diventare una dipendenza.

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I bassi di handicap, come i drogati, dedicano al golf gran parte della loro vita e dei loro pensieri. Ricevono energia mentre giocano, sentendosi abili e bravi e procurandosi quel senso di benessere e di gioia che si prova vedendo volare perfettamente la pallina. Poi però restituiscono il prestito di energia con gli interessi nelle altre aree della loro vita:  lavoro, famiglia figli,  cultura, relazioni, conto in banca… Spesso giocano bene, ma quando giocano male pagano alti interessi in termini di arrabbiature…

Gli alti di handicap, invece, pagano un altro tipo di interessi: quello del senso di vergogna, di incapacità, di dubbio, di insicurezza dovuto alla loro discontinuità. Quando giocano bene si caricano di energia, quando imbucano o approcciano in bandiera vanno in estasi, per poi ripagare questo debito con rattoni e flappe che scatenano una bassa autostima. Ah, pagano il debito anche  con un bel pò di lezioni col maestro. Diciamoci la verità: giocare male non piace a nessuno e di energia se ne spreca parecchia…

Per non parlare della profonda crisi di astinenza che si prova quando NON E’ POSSIBILE giocare, vuoi per impegni di lavoro che per malesseri fisici. Questa crisi colpisce tutti i golfisti, dai professionisti ai principianti.

Concludendo, escludendo poche persone dotate di temperanza, pazienza, amorevolezza e gratitudine, il golf fa spesso incazzare. Scusa se uso questa poco fine e brutale parola, ma spero converrai con me che rende l’idea. Questa incazzatura è lo scotto che si paga!

Non voglio con questo articolo suscitare polemiche e confesso che paragonare il golf con la droga e l’alcool è un tantino eccessivo. Forse si può paragonare al caffè o al cibo, cioè a una dipendenza più leggera.

Una cosa è certa: il golf ti accredita energia, ma ti chiede di saldare il conto con altra energia + interessi. 

E tu come ti senti? Dipendi dal golf o riesci a farne a meno? Dipendi dalla voglia di riprovare l’estasi della pallina che vola alta e lunga e atterra dove vuoi tu? Del toc della pallina che entra in buca? Della piacevolezza di passare una mattinata all’aria aperta, con amici che condividono la tua stessa passione? Dipendi dalla sensazione di abilità che provi quando fai un bello score?

Se la risposta è sì sei dipendente. Ma che meravigliosa dipendenza!

12 Commenti a “Attento alla dipendenza da golf”

  • valeriano:

    hai perfettamente ragione crea dipendenza e fa incazzare,sapendo ora
    cosa costa in termini di prestazione, di tempo, di denaro, di incaz….di
    mancanza di presenza nell’ ambiente che ti circonda, rispetto alle soddisfazioni
    ricevute, non inizierei l’ avventura di giocare a golf.

  • Julian:

    Sono completamente d’accordo con te. Il golf è una di quelle cose che quando le scopri e le apprezzi, non puoi più farne a meno. Potrei farti deverse similitudini ed esempi, alcuni anche da censura, però darebbero sicuramente l’idea. Purtroppo sui campi si incontrano sempre più spesso burini che ignorano o se ne fregano delle regole del golf, sia quelle di gioco che quelle comportamentali.-
    Ciao complimenti.-
    Julian

  • giuseppe:

    Concordo, è vera dipendenza! Ci pensi sempre… la sera nel letto ripensi ai movimenti, alla tecnica e previeni mentalmente ciò che dovrai eseguire… al risveglio un dolore… ti fa crollare il castello

  • Carolina:

    Cara Alessandra,
    sei una che ama il golf e riesci sempre ad entrare nella testa dei golfisti.
    GRANDE!!!
    Ho sempre sostenuto che il golf è come una droga, quindi sfondi una porta aperta, tu
    hai la capacità di fare sempre centro.
    I golfisti puoi lasciarli senza mangiare, ma non senza golf.
    L’appunto che posso fare a chi gioca a golf è che spesso sono talmente incazzosi nella vita che quando sono su un campo di golf sfogano le loro frustrazioni e quando oltre ad essere aggressivi li ritrovo a fare cose scorrette per avvantaggiarsi mi dico figurati che disonesto/a è questa persona nella vita.
    Gente stupida e scorretta che non ha spirito sportivo.
    Dai un consiglio a tutti sti golfisti (questo solo tu puoi farlo) che hanno bisogno di mostrare di essere i più bravi, i più ricchi, i sempre a premio e chi più ne ha più ne metta, a discapito degli altri e che il golf è una disciplina fatta di regole e di fair play e chi lo pratica a livello amatoriale deve ritenersi fortunato.
    Un abbraccio e grazie di intrattenerci con cose sempre interessanti.

  • Franco:

    Salve, da un mese ho anche io dolore al braccio e, pertanto, in quarantena!
    Confermo di avere dipendenza e, talvolta, crisi da astinenza ma, così va la
    vita!!!!
    Buona guarigione,
    Franco

  • admin:

    Grazie a tutti di aver riconosciuto di essere dipendenti! Non mi sento più sola. Credo anche che i malesseri come il mio che impediscono di giocare vogliano dirci qualcosa.
    “Prenditi una pausa” sta dicendo il mio braccio. “E concludi tutte le cose ammezzate nella tua vita. Risolvi l’irrisolto, chiudi il cerchio. Dopo giocherai meglio, con la testa più vuota come vuole il golf”

  • Andrea:

    Cara Alessandra, io ho dato un nome a questa “dipendenza” come dici tu.
    Siamo stati tutti contagiati dalla GOLFITE diventando quindi golfissati.
    La prima volta che in campo pratica abbiamo preso bene un ferro 7 e abbiamo visto volare la palla alta e dritta abbiamo provato una intima soddisfazione che volevamo ripetere ancora una volta.
    Auguri per una pronta guarigione.

  • Giovanni:

    Hai perfettamente ragione difficile farne a meno….del piacere/godimento di quando fai uno swing come si deve e di vedere andare a finire la pallina proprio dove e come tu volevi .!!!!!!!!

  • Carla:

    Cara Alessandra,
    certo che crea dipendenza, come esercizio fisico determina il rialscio di endorfine e quindi…ci droga!
    Auguri per i dolori!

  • Io la vedo così: ogni cosa se presa in eccesso, ripetutamente e in maniera monotematica diventa “dipendenza”.
    Perchè non annoverare la politica, il sesso, il denaro, il potere in ogni sua manifestazione?
    Sono tutte componenti della natura umana utili a realizzare i desideri e quindi una gioia apparentemente duratura.
    Penso che il golf (che ho cominciato,ahimè, in tarda età) mi spinga in una ricerca dell’abbandono. Più penso all’obiettivo, meno penso al risultato.
    Più penso alla mia “danza” nel tiro, meno penso “…adesso devo fare questo, poi quest’altro…”.
    Più “vuoto” c’è in me, meno dipendenza genero.
    Certo la tecnica conta e deve essere chiara, ma poi è la mente che lavora, che genera dipendenza o distacco.
    E’ vero più debito hai più interessi dai, ma se per un momento la cosa fosse alla pari? Se i conti tra debito e credito fossero volutamente alla pari? questo potrebbe essere un obiettivo….
    Perchè generare ansia da prestazione, quando, quello di cui abbiamo bisogno, è la serenità della prestazione, il gioco nella prestazione ora, al presente….
    Ok. mi sono dilungato troppo e sicuramente ho annoiato molti….quindi mandiamo la nostra mente a giocare a golf…tanto sarà sempre la pallina regina di questo strano mondo verde, e sarà comunque lei a vincere o perdere. Buon gioco!

  • admin:

    Massimo sei in linea perfetta col mio pensiero. Anche per me il golf è in pareggio. A volte gioco male, a volte meglio, ma è sempre una benedizione e una gioia del cuore anche nelle giornate più sfavorevoli. Stare nel presente è la chiave. Non desiderare spasmodicamente il risultato l’altra chiave. lasciar cadere l’importanza e il DIMOSTRARE un’altra chiave. Quando avremo aperto tutte le porte arriveremo al cuore del gioco e alla felicità.
    grazie di questo bel commento

  • alessandro:

    non so ancora tirare bene,… ma non saprei dire se, nel gioco del golf, più si diventa bravi, e più si diventa “dipendenti”, oppure se si fa più esperienza e si diventa esperti, ci si rapporta ad esso con maggior “distacco” e maturità….