Archivio di febbraio 2010
Il boom del golf non è sempre apprezzato
C’è un grosso business dietro al gioco del golf e piano piano ce ne accorgiamo anche in Italia.
Qui non ci sono campi pubblici come negli USA o negli UK, per cui per farti socio devi spendere un bel pò di euro, a meno che tu non decida di iscriverti a un campo pratica e poi pagare il green fee per giocare 18 buche, ma anche in questo caso spendi abbastanza.
Ecco quindi che si cerca di organizzare corsi di golf per adulti, invogliare bambini e adolescenti ad iniziare: il business va mantenuto ed alimentato. I bilanci dei campi da golf devono quadrare, i maestri devono guadagnare, i pro shop devono vendere, i produttori di attrezzature devono continuare a produrre…
I vecchi golfisti raccontano di un tempo in cui si pagavano green fee modesti, ci si associava con cifre giuste e si giocava senza ressa. L’erba era perfetta, le zolle rimesse al loro posto, il team davanti ci distanziava di tre buche e quello dietro pure. Non c’erano cart che sfrecciavano, si camminava volentieri con la sacca in spalla o col carrello a mano per fare attività fisica. Non era difficile vincere in gara perchè i partecipanti erano una ventina… Il dono che il golf concede allo spirito è quello dello spazio, e lo spazio un tempo era felicemente e beatamente poco frequentato.
Ma il progresso consente l’avanzata delle orde selvagge di golfisti di ogni tipo. Le quote sociali salgono ogni primo dell’anno e le migliorie si moltiplicano: nuovo pitching green, nuovi bunkers di sabbia ben curati, riempimento di parte del lago che impediva a tanti uomini di segnare la buca. Giovani dirigenti studiano marketing avanzato per far quadrare i bilanci, caddie masters che mettono in carica centinaia di batterie per carrelli elettrici e golf cart, tutto va per il meglio.
Ma che ne è del golf? La tecnologia non può sostituire i doni della natura. Il golf un tempo era il modo per riprendere fiato un attimo, oggi invece sempre più diventa una cosa che te lo toglie. Pensiamo ai tornei trasmessi in televisione negli anni 60, con partite scenografiche e con campioni del calibro di Sam Snead, dai nervi rilassati e ma gnifici swing, e confrontiamoli con quelli di oggi: oggi il golf è dominato dal valore di milioni di euro di quel putt imbucato o meno, o da scandali come quello di Tiger, che sempre ha a che fare col denaro.
Non c’è alcun fascino a ridurre il golf a carrettate di dollari, ma che ci possiamo fare?
Poesia golfistica
Conseguenze del golf
Il golf aumenta la pressione del sangue
rovina la digestione
induce alla nevrastenia
fa male agli occhi
rende le mani callose
disturba i gangli del sistema nervoso
abbatte il morale
induce a bere e all’omicidio
rovina le famiglie
rivolta le ghiandole endocrine,trasformandole in verruche interne
spezza le vertebre
porta alla meningite e alle bugie progressive
causa l’angina pectoris.
Ma……una volta conosciuto,non lo lasci più!!!!!!!!!!
“Ho giocato al gelo tremendo Ho giocato da quando avevo 20 anni Ho giocato sotto la pioggia e sotto la neve….e sono sicura che giocherò fino alla morte!”
Inviata da Cristina Mainardi, golf club Cosmopolitan
Hai da proporre una poesia sul golf? Qui sul blog stiamo diventando tutti degli artisti: attori (vedi post qui sotto), scrittori e ora anche poeti. Inviamela qui: golffissazione@gmail.com
Per decidere l’handicap giusto per te ecco cosa ti propongo: www.golfissazione.com/10passi/
Il golf a teatro
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=rkFBto38JOY[/youtube]
E’ con piacere che pubblico sul mio blog il monologo teatrale Bogey – fughetta esofasica.
Lo spettacolo teatrale Bogey, scritto e diretto da Roberto Morpurgo, ha debuttato nel maggio 2009 al Teatro Tordinona di Roma riscontrando un grande successo di pubblico.
E’ un monologo intenso e stravagante nel quale prendono voce le fantasie più intime di un giocatore di golf che si allena da solo in un campo ‘ai confini del mondo’, intorno al quale si suppongono assiepate torme di indiani d’America che osservano la strana performance del giovane.
Durante quello che sembra essere un semplice allenamento (o è a tutti gli effetti una sfida con sé stesso?) la realtà del gioco e il mondo di immagini e ricordi che si formano nella testa del giovane, si intrecciano. La sua vita si esprime tutta in quei pochi minuti passati a vagare tra una buca e l’altra, in parte relegata all’immaginario del protagonista, in parte nell’attesa di essere liberata dalle sue parole che scaturiscono quasi involontariamente.
Ecco che la semplice vista della pallina gli richiama alla mente vecchi amori del passato e la buca assume evidenti connotati sessuali ma diventa nello sproloquio anche un simbolo religioso (il foro del costato di Cristo).
E’ come se in quei venti minuti di solitudine, il ragazzo filtrasse con gli occhi del giocatore e dell’appassionato di golf tutto ciò in cui crede e la pallina e la mazza diventassero la metafora del suo percorso di vita e di tutte le sue esperienze e ideali.
L’attore che lo impersona è stato premiato come “Miglior Monologhista” al Festival di Corti Teatrali di Napoli con il monologo L’Isola, dello stesso autore.
Il golf è molto più di un gioco, il golf ti mette a nudo. Non mi stupisce che a teatro sia rappresentato il golf come una metafora della vita: non succede forse la stessa cosa anche sul campo da golf? Quando sei in campo metti in scena la tua vita, e lo spettatore può ben rendersi conto di come reagisci alle crisi, come interagisci con gli altri, se hai self control, se sei cortese o scostante, se quando sei sotto pressione aggiri le regole e soprattutto cosa pensi di te stesso.
Complimenti Robert, un pezzo davvero originale.
Per informazioni contatta: Emilio Zanetti
Tel. 347 8491683
Mail: emiliozanetti@hotmail.com
p.s. se non lo hai ancora fatto, dai un’occhiata qui: www.golfissazione.com/10passi/
Ebook, audio, libro…tutto pronto!
Il mio primo ebook è uscito, finalmente! Lì dentro c’è la mia esperienza, tutta me stessa e la mia energia e penso sinceramente che possa esserti utile, sia che tu sia un golfista, ma anche se non giochi, per…imbucare.
Il suo titolo, infatti, è “10 passi per imbucare a golf e nella vita”.
Imbucare, come centrare gli obiettivi che ti poni, obiettivi che nascono dai tuoi bisogni e desideri.
Imbucare, come cambiare delle credenze che ti limitano, e diventare consapevole delle tue abitudini improduttive.
Imbucare, come provare gratitudine per tutto ciò che hai, e condizionarti a pensare positivo.
Imbucare, come imbucare sempre più spesso e più facilmente una pallina da due metri!
Nella presentazione c’è scritto tutto, ma ci tengo a rimarcare che i 5 euro che metto da parte per il Movimento Shalom per ogni copia venduta sono un mio impegno personale di gratitudine per tutto ciò che ho avuto dalla vita e per questo lavoro che mi ha dato grandi soddisfazioni. In questo modo mi sento di condividere con chi è più sfortunato un pò della mia fortuna.
Ecco cosa ti offro:
http://golfissazione.com/10passi/
Clicca sul link della lettera di presentazione, valutane con calma l’acquisto: costa meno di un’ora di lezione col maestro e può davvero rivoluzionarti la vita!
Ecco l’intervista ad Andrea!
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=QeAdj_K7YnI[/youtube]
Andrea ha detto un sacco di cose interessanti anche per noi un pò più…scarsi. Due commenti su alcune domande e risposte:
Perchè si tende a fare proselitismo nel golf? Perchè è uno sport per tutti, dice Andrea, non solo per anziani e privilegiati. In certe giornate però anche Andrea preferirebbe che fosse un pò più di élite! Io non ho problemi con l’affollamento perché vado al golf il lunedì e il mercoledì mattina e non c’è quasi anima viva. trovo che le società che gestiscono i campi da golf abbiano tutto l’interesse a diffondere il gioco e aumentare il numero dei soci e d è giusto che sia così.
Come domini il pensiero negativo? Con la respirazione e il rilassamento. Andrea infatti dà per scontato il suo swing. Io invece devo fare dei passi in più: ritrovare lo swing giusto, cambiare forzatamente la fisiologia e correggere il pensiero e il tutto non è per niente facile.
A cosa pensi fra un colpo e l’altro? A come sarà messa la palla, che ferro dovrò usare, in sostanza al prossimo colpo da fare. Per me è molto diverso: se gioco bene non penso a niente e mi gusto la giornata, se gioco male penso a cosa avrò sbagliato, come posso correggere l’errore ecc., i famosi pensieri inutili.
A cosa pensi quando fai lo swing? Ad appiattire il ferro all’apice del backswing. Io ho provato a pensare la stessa cosa, ma non mi ha prodotto alcun risultato. Il mio pensiero vincente è concentrato sul giro delle spalle nel back, infatti quando gioco male vedo che non riesco più a concentrarmi su quel pensiero e faccio colpi più casuali.
Mi piacerebbe sapere qual è il TUO pensiero vincente, puoi lasciare un commento?