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La gloria del grande Costantino Rocca

Costantino_Rocca_la_voce_del_golfAncora un bel racconto di Massimo Cuzzolin, che ha “scoperto” quanto Costantino Rocca sia osannato in Inghilterra. Massimo organizza viaggi per grandi eventi di golf come la Ryder Cup, e i vari “Open” in Europa e nel mondo. Se sei interessato scrivimi, ti metto in contatto con Massimo! Leggi questa bella testimonianza di uno dei suoi viaggi:

Una premessa è d’obbligo. Ho cominciato a giocare dieci anni fa e non più giovanissimo, sono un golfista adolescente. Tutto quello che so sui grandi campioni, sugli eventi e la storia di questo gioco l’ho imparato curiosando qua e là. Non ho vissuto di persona gli avvenimenti e quindi non ho avuto la fortuna di “emozionarmi in diretta”. Un esempio: mi ricordo a memoria formazioni, marcatori e molto altro del famoso Italia Germania 4-3. Se lo chiedete ad un quattordicenne di oggi fa fatica a ricordare che era in Messico. Se poi aggiungete a tutto questo che il golf è sempre stato, in Italia, cosa per pochi intimi…

Sapevo certo che Costantino Rocca è stato ed è il nostro più grande campione ma mai mi sarei immaginato di scoprire chi è nel “mondo” del golf.

Il primo indizio l’ho avuto durante un viaggio a St. Andrews quando, giocando sul’Old Course, il mio caddie locale mi disse: ” Sei italiano..? Io c’ero quando Costantino imbucò il putt alla 18 ….. Grandissimo”. Figuratevi il piacevole stupore per uno che da anni gira il mondo e, che nella migliore delle ipotesi, è abituato a rispondere su pizza, spaghetti o a dare informazioni sulla mafia… Una volta tanto un motivo d’orgoglio.

Secondo indizio. La segreteria della PGAI mi contatta:”Buongiorno sappiamo che hai organizzato un gruppo per la Ryder. Vista l’importanza dell’avvenimento e la presenza in campo, dopo 13 anni, di due giocatori italiani vorremmo che anche Costantino fosse presente, ci puoi aiutare ad organizzare il viaggio ?”…..” Siamo a pochi giorni sarà difficile ma ci proviamo”

In effetti alla prima richiesta per una camera supplementare , dal Galles la risposta è stata “Impossible, full booked” ma quando ho rivelato chi era il “cliente” la sorpresa: “Costantino? Do not worry we ‘ll get it”. Chissà chi avrà dormito in garage.

Quindi andiamo con Costantino. Primo colpo di fortuna. Con noi, sul volo per Bristol,viaggia anche Matteo Manassero. Comincia una piccola processione. Passeggeri inglesi che si alzano per farsi autografare qualsiasi cosa da Costantino e Matteo. Per noi italiani, che abbiamo tanti golfisti quanti gli spettatori di un paio di giornate di Ryder, sono soddisfazioni.

Il primo giorno di Ryder accompagniamo Costantino sul campo, e qui gli indizi si trasformano in prove certe. Nonostante la pioggia torrenziale la gente si gira, lo riconosce lo saluta, lo chiama. È un continuo sino all’arrivo al Media Center dove tutti lo salutano, chi lo abbraccia, vedo arrivare Thomas Levet che lo vuole intervistare per la tv francese…sono sbalordito.

Il secondo giorno succede di tutto. Marshall che lo vogliono far passare dietro le corde ( e Costantino cortesemente rifiuta..), un gruppo di giovani che urlano ” You beat Tiger, you beat Tiger…”, un altro che lo ferma e gli dice ” ti ho aspettato alla 17 di Valderrama..” risposta ” troppo lunga era meglio finire prima…” .

Poi andiamo al driving range…

Stanno praticando i Molinari brothers, Peter Hanson e Miguel Angel Jemenez. Stiamo parlando degli swing quando lo spagnolo si gira e si accorge della presenza di Costantino. Molla i ferri corre alle transenne e lo abbraccia. Tutti e due con le lacrime agli occhi. Sono ad un palmo dalla scena , sbalordito. Non so se piangere anche io, scomparire per lasciarli soli o applaudire. Arrivano Hanson e lo abbraccia ” Hi great man…”, arrivano i fratelli Molinari e lo abbracciano, Edoardo stacca le transenne e se lo mette sul buggy per portarlo in campo …..mai visto niente di simile.

Ho sempre pensato, e lo penso tutt’ora, che fare il professionista di golf sia un’attività privilegiata, ma questa esperienza mi ha convinto che i Pro hanno una grande responsabilità. Il golf non è solo piano dello swing, il piattino della domenica o buttare avanti una palla. Il golf è tradizione, gioia, educazione, umanità, sentimenti e nessuna tessera di federazione può untitleddare tutto questo. Siete voi Pro a dover trasmettere tutto questo perché questo è lo ” spirit of the game”.

Grazie a Costantino io la Ryder l’ho vinta due volte.

Il golf in tv

Quando eravamo dei super golFissati (adesso è passato solo il SUPER) io e mio marito seguivamo il golf in televisione in maniera scientifica. Fra me e lui il più fissato era lui: registrava i campionati, gli open e tutto quanto passava la tv sul golf e la sera in camera se li guardava in religioso silenzio. Poi metteva il rallentatore e analizzava lo swing meravigliosamente fluido e sciolto dei campioni del momento. A quel punto attaccava con i commenti: vedi come scendono internamente, vedi che le braccia sono come estranee al corpo, sono come morte, vedi che sembra che tirino giù una corda immaginaria, guarda le mani come sono all’impatto… E non mi lasciava dormire.

Secondo me si impara poco o niente guardando i professionisti in tv: fanno sembrare tutto troppo semplice.
Il loro swing sembra un disegno fatto al computer capace di sfidare la legge di gravità.
Ho visto delle performances assurde: palle imbucate con l’approccio dal bunker, palle dietro un albero che girano miracolosamente e riescono ad arrivare in green, eagles fatti con una facilità paurosa, palle imbucate da quaranta metri…

Cosa si può imparare da questi campioni?
Che lo swing giusto rischiede una smisurata fiducia, che apparentemente sembra sensa senso.
Chi ha poca fiducia e cioè il giocatore mediocre come me si fa prendere troppo spesso da una irragionevole ansia, infatti alza la testa per paura che la pallina scompaia o colpisce la palla dall’alto per paura che la pallina vada via se aspetta una frazione di secondo in più.
I risultati di questi due difetti (alzare la testa e colpire la palla dall’alto) sono tristissimi: centinaia di colpi mancati o rasoterra, o toppati o tagliati.

Eppure sappiamo bene che la testa del bastone acquista la velocità ideale se le mani sono morbide, le braccia passive, se l’inizio del backswing non è affrettato, e che distogliere lo sguardo dalla pallina distrugge il contatto, ma quando scorre l’adrenalina (al momento di eseguire il colpo) i nostri desideri primordiali e le nostre emozioni prevalgono su una sapienza acquisita con grande fatica.
Cosa ci manca? Un pochino più di FEDE, basterebbe un decimo della fede che hanno quei campioni della tv, e saremmo a posto. Con la fede acquisiremmo uno swing omogeneo e l’armonia fra le diverse parti del corpo.
Lo swing giusto è come un insieme di piccole professioni di fede, tutte apparentemente contrarie al buon senso:
– piegarsi sulla pallina con le ginocchia flesse è innaturale.
– impugnare il bastone con delicatezza va contro la nostra voglia di sottomettere il golf con la forza.
– lo spostamento del peso ci dà l’impressione di buttarci in un burrone.

Quei campioni della tv hanno una fede smisurata: la prossima volta che li guardiamo, cerchiamo di imparare da loro l’unica cosa che ci sarebbe davvero utile.