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Se Tiger è in crisi posso esserlo anch’io…

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In un momento di “malattia golfistica” ho avuto un’illuminazione consolatoria e voglio condividerla con tutti gli ammalati come me.

Il morbo da brutto gioco si è insinuato nel mio swing in maniera subdola, una goccia per volta, tanto che per molto tempo non mi accorgevo di averlo addosso. Mi dicevo: “sì, il mio drive si è un pò accorciato, i legni da terra mi volano bassi, però tutto sommato riesco a giocare quasi il mio handicap e mi interessa di più la passeggiata all’aria aperta che il risultato” Ma alla fine non potevo più nascondere a me stessa di aver bisogno del medico, e anche di un medico BRAVO, che sapesse motivarmi e farmi ritrovare uno swing vincente. E sapevo bene che oltre al medico dovevo mettere in ordine la mia VITA attuale, con impegni a destra a sinistra, dove il golf entrava solo di sfuggita nei ritagli di tempo. Quando giocavo pensavo a finire presto per potermene tornare alle mie occupazioni, il mio gioco era contaminato da troppi pensieri.

Comunque, in questi giorni di riposo per malattia (…) ho letto su Euro sport news che Tiger Woods nel 2010, dopo il caos delle vicende personali, ha fatto 11 rounds consecutivi in MAI meno di 70, raggiungendo il secondo peggior risultato della sua carriera di professionista. Se farà altri 5 rounds con più di 70 batte il record.

In conclusione, il più grande golfista del mondo non è immune ai problemi mentali che gli causano confusione nel gioco del golf. Se lui ha problemi posso averli anch’io!!!!!

La seconda riflessione consolatoria, fatta dopo due giri di 18 buche in un campo “fuori casa” (sempre nel periodo di malattia aggravata) è stata la seguente: “perchè mai  molti golfisti come me fanno risultati migliori nel proprio campo che nei campi nuovi? Lo swng dovrebbe essere lo stesso, in casa o fuori casa. Forse anche questa è una malattia mentale!

La nostra percezione delle cose diventa una varietà di pensieri che penetrano nei muscoli e causano interferenza. Se siamo in un campo diverso da quello a cui siamo abituati, ci immaginiamo pericoli che non ci sono e inquiniamo il nostro swing. Noi abbiamo miliardi di neuroni che lavorano tutto il tempo e quando mettiamo l’intenzione su qualcosa questi neuroni seguono degli schemi per raggiungere questo qualcosa. Tiger e io abbiamo creato interferenze nella nostra rete neuronale, quella che ci indicava la strada del buon swing e della vittoria. Ogni volta che io e Tiger pensiamo ai nostri problemi attiviamo l’interferenza e creiamo un doppio ascolto:

emozioni———————————————————————————————————————–swing corretto,

quando invece l’ascolto e l’attenzione dovrebbe essere uno solo.

Adesso che ho paragonato il mio problema a quello di Tiger mi sento molto più leggera, vedo la mia “malattia” come transitoria, vedo l’handicap 18 in avvicinamento, così come Tiger vede in avvicinamento un giro in 62… da malata mi sto trasformando in visionaria!