Cos’è il golf mentale

Ormai che la mente conti per il 90% al golf lo ammettono in tanti. La mente tranquilla e concentrata, o il “pensiero giusto” produce un ottimo swing mentre la mente che si focalizza sul dubbio, la paura, i dettagli tecnici produce flappe e rattoni. A volte anche air shot…

Ieri al meeting golfissati abbiamo pattato in casa a causa del maltempo, ma che putt lunghi imbucavano le persone con i miei semplici esercizi!

Devo premettere che per i principianti non basta il gioco mentale, c’è proprio la necessità di acquisire i fondamentali tecnici e allenarli, facendosi carico delle normali  frustrazioni che il noviziato comporta.

Sono convinta invece, che una volta acquisito lo swing così diverso e personale per ognuno, a quel punto debba intervenire un allenamento mentale per poter giocare il proprio swing al meglio delle proprie possibilità. Col nostro swing, così com’è, senza stravolgerlo e solo pensando alla cosa giusta, quella che ci aiuta a concentrarci e focalizzarci. La mente libera da dubbi e paure, rilassata e concentrata è ciò che rende il golf facile, piacevole e divertente.

Il golf mentale è riconoscere la tensione e usare il respiro o il rilascio muscolare per eliminarla.

Il golf mentale è pensare al colpo successivo e non a quello sbagliato.

Il golf mentale è focus sullo swing, routine, ripetizione di gesti.

Il golf mentale è gestire le paure, fiducia nel colpo, fiducia in se stessi.

Praticando il golf mentale impari a conoscere te stesso, come si muove il tuo corpo, come funziona la tua mente. Impari ad osservarti come se tu fossi un altro che vede se stesso da fuori. Impari ad essere spontaneo ed efficace senza sforzo. Il tutto senza giudicarti. Nessuno ti giudica mentre ti OSSERVI, nemmeno tu stesso lo fai.

Pensa invece a quanto tendi a giudicarti quando fai un brutto colpo dietro l’altro davanti ai tuoi compagni di gioco o davanti al maestro. Ti vergogni e la vergogna interferisce sul fisico, sui muscoli. Questa è la prova che i pensieri prendono una forma. Non ci credi? Pensa a un momento in cui hai vissuto un grosso dispiacere o una preoccupazione: non sentivi un groppo alla gola o allo stomaco? Pensieri negativi e stress producono tensione negli organi e nei muscoli.

Qui, negli esercizi che propongo al meeting golfissati, non c’è alcuna forma di giudizio perché tu osservi il tuo swing e la tua mente produce gli aggiustamenti necessari mentre osservi. I tuoi risultati dopo un pò migliorano! 

Prova l’esercizio del gioco di tocco che ti ho già descritto: patta la prima palla normalmente, come fai sempre, e guarda dove si ferma.  Tira una seconda palla scommettendo con te stesso dove si fermera’: a destra, a sinistra, più corta o più lunga della prima palla? Fai cosi’: addressati alla prima palla e fai il colpo ad occhi chiusi.  Ascolta il rumore dell’impatto e del rotolo della palla, poi formati nella mente l’immagine di dove si e’ fermata, cercando di capirlo dal “tocco”. Controlla e guarda se hai indovinato.

Con questo “gioco” ottieni 3 risultati:
Più indovini, più memorizzi il giusto movimento che ti dà lunghezza, direzione e forza desiderate. (piano piano l'”indovinare” diventa “prendere coscienza”)
– Non ti giudichi perché lo scopo non è imbucare, ma capire, dal tocco, dove si ferma la palla (invece quando cerchi di imbucare e non ci riesci ti giudichi dandoti dello stupido)
– acquisisci feeling perché non usi la vista, che è il senso più sviluppato nel golf a scapito della sensazione.

Sul gioco lungo per osservare il tuo swing devi focalizzarti su una parte del tuo corpo e capire come si muove. La  mente, in questo tentativo di comprendere, compie in modo naturale i necessari aggiustamenti. Magia? Forse. La nostra parte inconscia è piena di magie e di sorprese piacevoli, che la mente razionale non immagina neanche di poter produrre.

Ecco in che modo possiamo condizionare la nostra mente al pensiero giusto: lasciandola OSSERVARE e non dandole il potere di istruire il nostro inconscio con dettagli  tecnici. Gli esercizi sul gioco lungo e sul pitching non abbiamo potuto farli a causa del tempo, ma che gioia ieri in campo, vedere lo swing sciolto con buoni risultati di due principianti entusiasti!

Con l’osservazione del proprio swing il corpo impara perché è libero di concentrarsi su come si sente e come può sentirsi meglio, riesce a capire da solo ciò che funziona.

Non c’è un modo giusto e uno sbagliato di fare lo swing, non c’è paura di fallire, questo non è un sistema giudicante! Semplicemente diventi consapevole, cioè prendi atto di ciò che è.

E il tuo swing, alla fine, è quello giusto per te!

6 Commenti a “Cos’è il golf mentale”

  • cristiano:

    Buongiorno,

    sono convinto anch’io che ad un certo punto il golf sia più mentale che tecnico. Ma senza tecnica ed esperienza in campo non si può ottenere molto nonostante una forza mentale indistruttibile. Ciò lo prova il fatto che tutti i professionisti di altissimo livello siano alla costante ricerca di una “perfezione” tecnica. Per i comuni mortali giocatori di circolo, il punto di svolta per un approcio più mentale che tecnico può esere secondo me identificabile con un handicap medio-basso. Ovviamente senza perdere di vista la componente tecnica coordinata da un professionista serio e competente.

    A tal proposito mi domando l’origine di queste pillole di saggezza psicogolfistica. Lei è una psicologa sportiva? Un preparatore mentale come preferiscono chiamarlo giocatori di alto livello? Ho qualche dubbio in proposito…

    La preparazione tecnica affrontata con professionisti di scarso livello (e ce ne sono in giro tanti!) può portare a risultati pessimi…m’immagino cosa possa accadere con un aspetto così delicato come la mente.

    A presto.

  • admin:

    Ciao Cristiano. Capisco i tuoi dubbi e ti devo dare ragione sul fatto che io non sono né una professionista di golf né un coach sportivo, non ho alcun titolo e ciò che scrivo è solo frutto dei miei studi personali che mi appassionano.
    Non ho mai fatto mistero del fatto che il blog, l’ebook, l’audio e i meeting siano SOLO frutto della mia esperienza, lo sanno tutti. Ma a volte si raggiungono risultati migliori seguendo una persona entusiasta che un plurilaureato con lode! Sono in contatto con professionisti come Zanardelli e Bosisio che seguono regolarmente ciò che scrivo e ti assicuro che non intendo far loro concorrenza…

  • Cristiano:

    Buongiorno,

    Non metto in dubbio la preparazione tecnica dei professionisti come Zanardelli, Bosisio e dei vari testimonial che hanno dato il loro contributo o testimonianza nelle sue pubblicazioni. Ma loro sono professionisti di golf, tecnici e non preparatori mentali. I pro di golf insegnano la tecnica di questo meraviglioso sport, i preparatori mentali allenano i giocatori ad usare la mente.
    Questo è come dovrebbe andare, ma l’amico più bravo di noi, o il galletto del circolo che sta praticando a pochi metri da noi cercano di insegnarci lo swing perfetto. Lei propone in vendita sue esperienza “mentali” e leggendo nel suo sito anche un po’ di tecnica golfistica gratuita.
    Ribadisco il mio pensiero, la mente è un argomento molto delicato. Deve essere studiato e valutato per ogni singolo caso da persone competenti. Ci vogliono anni di lavoro per creare una mente sportiva sempre più performante. La mente di ogni umano cambia di giorno in giorno e chi ha fatto un percorso di studi adeguato, concluso con lode o no, ha perlomeno le basi per farlo; lei parla (nella sezione chi sono del suo sito) di studio dei meccanismi mentali che influenzano il modo di vivere e i risultati di golf…che studi sono? Ma non mi parla di esperienze personali nella risposta al mio post?
    Lei propone audio-libri per riprogrammare la mente per giocare a golf con fiducia.
    Ho conosciuto preparatori mentali sportivi, sono in stretto contatto con un coach mentale specializzato nel golf per motivi non legati strettamente alla mia persona, ma per il ruolo che a volte ricopro nei confronti di una terza persona, le assicuro che fanno grandi sforzi per far crescere la mente di giovani giocatori potenziali campioni. Hanno incontri programmati di persona, seguono in campo i loro assistiti facendo in modo di non farsi notare, ascoltano i genitori o chi vive al loro fianco, parlano con i loro prepartatori tecnici. Prima di raggiungere il risultato ci vuole tanto, ma tanto tempo e dedizione dell’atleta e del coach mentale. Ed una volta raggiunto il risultato si ricomincia con un nuovo percorso spesso più difficile del primo.
    Mi sembra un po’ dura che con un audio-libro si possano ottenere risultati tangibili ed immediati.
    Leggerò ancora il suo sito ed il suo blog, non se la prenda ma non seguirò i suoi consigli.

  • Ronny:

    io penso che esista una verità che stà nel mezzo di quanto detto sia da Cristiano, sia da Alessandra. E’ assodato che la mente, almeno nel golf, conti per il 90% (non lo diciamo noi ma grandi campioni in attività e non). E’ altresì assodato che pensare, in campo, in modo positivo (“vedendo” la buca più grande, non pensando al colpo fatto ma aquello da fare, dicendosi frasi positive perchè il nostro cervello ignora i suffissi negativi) aiuta sia i neofiti che i professionisti. La PNL ha insegnato molto (ho seguito Livio Sgarbi in alcuni convegni e ricordo le sue 10 regole d’oro per il golfista), in questo campo, tantissimo e sarebbe presuntuoso ignorarla. E queste piccole “raccomandazioni” penso non vogliano essere altro che suggerimenti sul come stare mentalmente e positivamente in campo che ti possono aiutare a giocare meglio (e trascorrere bene la tua giornata di golf), magari abbassando anche un pò il tuo hcp.
    Grazie Ale per le tue continue “pillole”.
    Ronny

  • willy:

    Posso capire le perplessità di Cristiano e tutto, o quasi tutto quello che scrive sulla preparazione mentale di alto livello trova la mia approvazione.
    Concordo che, ad un certo livello di handicap bassi, aspiranti professionisti e professionisti, ci vogliono numerosi sessioni “one to one” per seguire l’evoluzione del golfista: un vero e proprio training che può durare anni.
    Quello che mi sorprende è la sua presa di posizione così rigida nei confronti di Alessandra, senza (ovviamente) la minima conoscenza di quello che è la Programmazione Neuro Linguistica, del suo percorso formativo e dei suoi obiettivi.
    Se fosse informato a riguardo, saprebbe che molti professionisti del tour sono assistiti proprio da esperti di PNL e non tutti sono laureati in psicologia. Io non so quale sia il livello di preparazione di Alessandra ma non mi pare abbia intenzione di fare da coach a Manassero o ai Molinari. In compenso, apprezzo la sua opera di sensibilizzazione destinata ai dilettanti.
    Mi auguro solo che il suo lavoro possa aver ripercussioni anche sugli maestri di golf troppo spesso fossilizzati in un insegnamento esclusivamente meccanico dello swing. E sono d’accordo che la soluzione per un salto qualitativo della didattica golfistica richiede la collaborazione tra preparatori tecnici e coach mentali.
    Cristiano scrive che “ci vogliono anni di lavoro per creare una mente sportiva sempre più performante”. Sarà vero, ma io sono stato testimone diretto di interventi di PNL one shot che hanno ottenuto risultati immediati sorprendenti: Cosa ne dice di uno yip che, malgrado lo sventurato golfista si fosse rivolto a diversi maestri e ad un paio di psicologi “laureati con lode” perdurava da mesi a tal punto da fargli dichiarare che avrebbe ormai abbandonato questo sport? Sono bastati solo dieci minuti per risolvere stabilmente il problema.
    Cosa ne dice di questa signora che, da due anni non faceva più una gara Medal per una buca che la terrorizzava e sulla quale segnava rgolarmente X nelle Stableford. 15-20 minuti di PNL e la scomessa che avrebbe giocato bene quella buca nella gara dell’indomani (Medal…). Buca giocata bene e addiritura, gara vinta!!!
    Caro Cristiano, la invito a rivedere questa sua credenza limitante nei confronti della PNL e godere dei risultati che la sorprenderanno piacevolmente.
    La rassicuro subito: la PNL non è una religione dogmatica, non le chiedo di crederci a priori ma di provare, con mente aperta e facendo come se non avesse i pregiudizi che ha manifestati nel suo post.
    Buona scoperta!
    Willy

    P.S. Pensi che conosco e pratico la PNL da tanti anni ma non conosco nemmeno Alessandra alla quale va il mio sentito augurio per un felice proseguimento del suo lavoro…!

  • Grazie Willy di ciò che hai scritto.
    I due maestri di golf che approvano ciò che scrivo, Bosisio e Zanardelli, conoscono la pnl e la praticano con i loro allievi. Non basta insegnare la tecnica, bisogna saper passare il messaggio giusto all’allievo che hai davanti, e ciò che serve a lui può non servire a un altro. I corsi di pnl dovrebbero diventare obbligatori per gli insegnanti di ogni categoria, non solo per i venditori. Sai che rapporti diversi riuscirebbero a instaurare con i ragazzi? Dall’asilo alle superiori, i formatori portano a scuola tutto il fardello del bambino interiore ferito, sono spesso inconsapevoli e inadeguati. La comprensione reciproca, le buone relazioni, la motivazione all’apprendimento passa dalla consapevolezza e la pnl ti aiuta a OSSERVARE i tuoi pensieri e a cambiarli quando non funzionano.
    Comunque rispetto tutte le idee, ognuno è responsabile di se stesso e della sua crescita.