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Il furbo di turno in gara

Una volta giocavo in gara con tre soci del circolo, uno dei quali vedevo per la prima volta.

Mi marcava proprio lui, il nuovo, mentre lui era marcato da un principiante tutto concentrato su di sé, un 36 di hcp che non si curava di controllare la correttezza delle dichiarazioni del “Nuovo”. Alla fine di ogni buca gli chiedeva semplicemente: “Quanto hai fatto?” E segnava qualsiasi risposta… Forse si sarebbe accorto di un errore se il “Nuovo” avesse dichiarato “UNO!”

Due piccoli episodi mi hanno fatto capire che il “Nuovo” è una persona precisa, puntigliosa, a cui non sfugge niente.

Alla buca 7, un par 4 lungo, io sono in green con 3 colpi e sbaglio il primo putt, corto, che rimane a un metro e mezzo dalla bandiera. Appena pattato (male) il quarto colpo dico: “porca miseria, non mi piaceva fare 5!” Poi invece imbuco e tutta contenta dico “5!” al mio marcatore, il quale mi fa: “Ma come 5?” Non hai detto che non ti piaceva fare 5? Il primo putt che hai tirato era il quinto!”  Io gli spiego con tutta calma che no, non era il quinto ma il quarto essendo arrivata in green con 3 come lui e ricordandogli i miei tre colpi. E lui, a insistere: “Sì, ma tu hai detto quella frase e quella frase significa che volevi imbucare il quinto col primo putt, quindi hai fatto 6″  Alla fine sono intervenuti gli altri due che si ricordavano benissimo i miei 5 colpi e ha ammesso che andava bene il 5.

Poi alla buca 8 mi sono avviata sul tee della 9 col mio marcatore (il Nuovo, ormai chiamiamolo così!) che mi ha sussurrato: stai attenta a cosa ti dice Roberto, non ha imbucato il putt da dieci centimetri, e pensa che nessuno lo abbia visto, vuoi scomettere che ti dice 4? Invece ha fatto 5.”  Quindi appena Roberto arriva col suo cart gli chiedo: “Quanto hai fatto?” E lui: “5” Sono sollevata, avrei dovuto discutere perché non avevo visto il suo ultimo putt.

Il “Nuovo”, il mio marcatore, gioca piuttosto male, nelle seconde nove buche fa spesso tre putt e alla fine della gara, dopo il controllo, raccolgo io gli score per portarli in segreteria e guardando a sinistra del mio score, dove il Nuovo ha segnato i suoi punti, vedo molti scarabocchi, così dò un’occhiatina al suo score e… ORRORE! Vedo tutti “voti” bassi: 3, 4, 5, 6 e nemmeno una x. Io ricordavo bene la sua x alla 13, non aveva imbucato il secondo putt per fare 6 e lì aveva un colpo solo.

Poi con ORRORE crescente vedo 4 alla 17 dove sono certa del 5 (due in green e tre putt, dichiarati) e 6 alla 18 dove sono certa del 7 perché anche lì ha fatto 3 putt.

Rimango incerta sul da farsi, i miei tre compagni erano spariti e io non marcavo il Nuovo, così consegno gli score così come sono, il Nuovo aveva fatto 33.

Pazzesco! Ecco cos’era successo in realtà:

LUI sospettava l’inganno degli altri  (io che imbuco il quinto colpo e Roberto che dichiara il suo giusto 6) perchè LUI è abituato a ingannare!

LUI si è accorto subito che il suo marcatore non lo controllava e ha potuto rubare quanto ha voluto. Se solo avesse giocato un pochino meglio avrebbe dichiarato 50 punti…

LUI ha scarabocchiato e reso incomprensibili i punti che ha segnato sul suo score per vedere ogni volta come si metteva col punteggio reale o rubato.

LUI è una persona scorretta, ma più che altro è convinto che gli altri siano stupidi.

E io? Ho sbagliato, avrei dovuto dirlo in segreteria e scatenare un putiferio.

E tu? Che avresti fatto?

Orgoglio o superbia distruttiva?

Laghetto della buca 18Questa è un’altra storia vera successa a Marco, il cui titolo potrebbe essere “Il golf può fare impazzire le persone” oppure, come ho scritto in alto, “Orgoglio distruttivo”. Eccola:

Una volta in gara giocavo con tre soci del mio circolo che non conoscevo,
tra cui un certo Franco, che giocava in seconda categoria. 

Lo marcavo io e, dopo le prime nove buche, giocate in modo strepitoso e sbagliando
pochissimo, aveva totalizzato ben 24 punti stableford. Dopo la pausa alla
nove, ripartiamo alla 10 e questo Franco tira un drive sbilenco con forte
slice e palla nel rough alto (era il primo che sbagliava nella giornata).

Non tira la palla provvisoria dicendo che è convito di ritrovare la pallina.

Tiriamo tutti e lui, da solo, si incammina a cercare la sua palla. Cerca per
uno, due, cinque minuti, noi tiriamo tutti il secondo colpo e lui continua a
cercare.

Con il gruppo dietro di noi impaziente di tirare, mi avvicino a lui
e gli dico che, secondo le regole, dopo cinque minuti deve dichiarare palla
persa e, in quel caso, tornare sul tee di partenza e giocare il colpo n. 3
(stavamo giocando un par 4 e lui aveva un colpo a quella buca).

Mentre discutiamo, miracolosamente ritrova la sua pallina nel rough (sono passati
almeno dieci minuti da quando ha iniziato a cercarla) e la vuole giocare.

Gli dico gentilmente che, secondo le regole, non la può più giocare.

 A quel punto, Franco semplicemente impazzisce, inizia a gridare insulti verso di me
e verso gli altri del nostro gruppo (che ci avevano raggiunto intanto e
supportavano la mia tesi) e chiede al suo marcatore, una signora che giocava
con noi, esterrefatta, di dargli immediatamente il suo score, dopodiché lo
STRAPPA
con gesto clamoroso davanti a tutti e dice che piuttosto che giocare
con gente come noi se ne va !!!!

Continuiamo la gara in 3, in silenzio, riflettendo sulla follia umana causata dal gioco del golf, specialmente io
che alla fine delle 18 buche, in giornata disastrosa, avrò totalizzato lo
stesso punteggio che Franco aveva realizzato nelle prime nove buche prima
del suo raptus: 24 punti stableford…..