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un esercizio-gioco per il putting

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Willy ci propone questo esercizio-gioco per incrementare sensibilità e feeling sul putt.

Parti da un putt lungo (almeno 3 mt) ed  esegui la tua routine completa, come hai sempre fatto. L’ unica aspettativa è quella di sentire il rumore della pallina che cade in buca, è vietato seguire la pallina con lo sguardo dopo l’impatto

Ti può aiutare chiudere gli occhi dopo l’impatto  e… solo se non senti la pallina cadere in buca, in base alla sensazione del colpo eseguito, scommetti con te stesso (o con un partner) dove è arrivata la pallina. Il gioco si può fare su 9 o 18 buche ed è un ottimo allenamento.

Il punteggio, di questo gioco è il seguente:
– Palla imbucata al primo putt= 3 punti
– Posizione palla indovinata= 2 punti
– Palla imbucata con il secondo colpo=1 punto

Con questo gioco, si ottengono vari risultati:
– Consolidare la routine
– Focalizzare sulla sensazione anzichè sul risultato
– Mantenere la testa ferma sulla palla
– Divertimento assicurato

Da provare subito a casa!

Il furbo di turno in gara

Una volta giocavo in gara con tre soci del circolo, uno dei quali vedevo per la prima volta.

Mi marcava proprio lui, il nuovo, mentre lui era marcato da un principiante tutto concentrato su di sé, un 36 di hcp che non si curava di controllare la correttezza delle dichiarazioni del “Nuovo”. Alla fine di ogni buca gli chiedeva semplicemente: “Quanto hai fatto?” E segnava qualsiasi risposta… Forse si sarebbe accorto di un errore se il “Nuovo” avesse dichiarato “UNO!”

Due piccoli episodi mi hanno fatto capire che il “Nuovo” è una persona precisa, puntigliosa, a cui non sfugge niente.

Alla buca 7, un par 4 lungo, io sono in green con 3 colpi e sbaglio il primo putt, corto, che rimane a un metro e mezzo dalla bandiera. Appena pattato (male) il quarto colpo dico: “porca miseria, non mi piaceva fare 5!” Poi invece imbuco e tutta contenta dico “5!” al mio marcatore, il quale mi fa: “Ma come 5?” Non hai detto che non ti piaceva fare 5? Il primo putt che hai tirato era il quinto!”  Io gli spiego con tutta calma che no, non era il quinto ma il quarto essendo arrivata in green con 3 come lui e ricordandogli i miei tre colpi. E lui, a insistere: “Sì, ma tu hai detto quella frase e quella frase significa che volevi imbucare il quinto col primo putt, quindi hai fatto 6″  Alla fine sono intervenuti gli altri due che si ricordavano benissimo i miei 5 colpi e ha ammesso che andava bene il 5.

Poi alla buca 8 mi sono avviata sul tee della 9 col mio marcatore (il Nuovo, ormai chiamiamolo così!) che mi ha sussurrato: stai attenta a cosa ti dice Roberto, non ha imbucato il putt da dieci centimetri, e pensa che nessuno lo abbia visto, vuoi scomettere che ti dice 4? Invece ha fatto 5.”  Quindi appena Roberto arriva col suo cart gli chiedo: “Quanto hai fatto?” E lui: “5” Sono sollevata, avrei dovuto discutere perché non avevo visto il suo ultimo putt.

Il “Nuovo”, il mio marcatore, gioca piuttosto male, nelle seconde nove buche fa spesso tre putt e alla fine della gara, dopo il controllo, raccolgo io gli score per portarli in segreteria e guardando a sinistra del mio score, dove il Nuovo ha segnato i suoi punti, vedo molti scarabocchi, così dò un’occhiatina al suo score e… ORRORE! Vedo tutti “voti” bassi: 3, 4, 5, 6 e nemmeno una x. Io ricordavo bene la sua x alla 13, non aveva imbucato il secondo putt per fare 6 e lì aveva un colpo solo.

Poi con ORRORE crescente vedo 4 alla 17 dove sono certa del 5 (due in green e tre putt, dichiarati) e 6 alla 18 dove sono certa del 7 perché anche lì ha fatto 3 putt.

Rimango incerta sul da farsi, i miei tre compagni erano spariti e io non marcavo il Nuovo, così consegno gli score così come sono, il Nuovo aveva fatto 33.

Pazzesco! Ecco cos’era successo in realtà:

LUI sospettava l’inganno degli altri  (io che imbuco il quinto colpo e Roberto che dichiara il suo giusto 6) perchè LUI è abituato a ingannare!

LUI si è accorto subito che il suo marcatore non lo controllava e ha potuto rubare quanto ha voluto. Se solo avesse giocato un pochino meglio avrebbe dichiarato 50 punti…

LUI ha scarabocchiato e reso incomprensibili i punti che ha segnato sul suo score per vedere ogni volta come si metteva col punteggio reale o rubato.

LUI è una persona scorretta, ma più che altro è convinto che gli altri siano stupidi.

E io? Ho sbagliato, avrei dovuto dirlo in segreteria e scatenare un putiferio.

E tu? Che avresti fatto?

The inner golf – quanto conta il pensiero

Nelle giornate di grazia, quelle dove la palla vola dritta e lunga, in un paio di colpi-massimo tre sei in green e poi tiri uno o due putt ad ogni buca ti sei mai chiesto a cosa pensi?

Hai presente quando estrai dalla sacca sempre il ferro giusto vai deciso e sicuro a tirare e ti viene un colpo fantastico? Certo che lo hai presente! Magari non succede sempre, o forse ti è successo solo raramente ma di sicuro sai di cosa parlo. Ebbene ti dico io a cosa pensi in questi momenti: a niente. Al massimo pensi ad addressarti bene, poi lasci che lo swing avvenga da solo, senza comandi.

Prendiamo ora il caso opposto, il brutto gioco. Vai sul tee, prendi il legno 3 anzichè il drive perché ultimamente il drive non ti entra, temi di non prenderla bene, fai tre o quattro prove pensando a un mucchio di dettagli tecnici (giro le spalle, mi fermo bassa dietro, scendo veloce, giro i polsi, faccio il finish…) e poi… ti viene un colpo orribile, strappato, rattonato, storto, corto e ti vergogni davanti ai tuoi amici.

Dopo vai sulla palla sperando che il secondo colpo ti venga meglio. Ci ragioni un pochino, valuti cosa hai sbagliato prima e cerchi di rimediare quell’errore ma… anche questo secondo colpo, sebbene un pò meglio del primo, è una schifezza. Va bè, niente è ancora perduto, la buca 1 è un par 5, sei a 220 metri dal green, puoi sempre fare 6 o 7! Il terzo colpo lo fai con prudenza, usi un ferro, ragioni bene su cosa hai sbagliato prima, hai terrore di sbagliare anche questo e invece… E’ andata bene, (che sollievo!) ha volato, ora sei a 100 metri e mettere il quarto in green è facile.

Il quarto colpo lo fai impaurito, è decisivo, devi andare in green per forza, ti è andata bene fino ad ora e non puoi sprecare l’occasione del bogey, se niente niente dopo imbuchi puoi fare anche il par, forza! Non puoi sbagliare, prendi un ferro 7, la bandiera è lunga e fai qualche prova. Giri troppo le spalle? Se scendi veloce fai un buco in terra? L’address andrà bene? L’indecisione ti attanaglia e sbagli. Fai un rattone lungo che attraversa il green e scende vicino alla strada.

Porca miseria, addio par! Niente panico, puoi ancora fare 6 o 7, concentrati. Adesso hai un approccio difficile, sei sul terreno duro e non puoi toccare la palla, ferro 9 a correre o sand a volare? Decidi per un pitch a correre. Fai 6 o 7 prove in preda all’ansia, nessuna delle prove ti soddisfa ma non puoi far aspettare troppo, devi giocare come va va. Altro rattone dall’altra parte del green, no! Ci vuole un altro approccio. Imprechi contro te stesso perchè non hai fatto quanto dovevi: par o bogey, adesso puoi sperare massimo nel 7. Tiri anche questo approccio in preda al nervoso e alla preoccupazione, metti la palla in green lontana dalla bandiera, anche il miraggio del 7 è sfumato. Infatti fai due putt: 8.

Dopo commenti con i tuoi amici che -va bene-, hai fatt0 8 anzi hai fatto x perché alla buca uno hai un colpo solo, ma se non fosse stato il terreno così duro nel primo approccio l’avresti messa in green col quinto e potevi fare 6 o 7.

Trovi giustificazioni, ti lamenti, ti arrabbi con te stesso.

Sai che succede? Ci sono come due persone in te: una che ti dà istruzioni (la tua mente razionale) e una che cerca di ubbidire ai comandi (la tua parte istintuale) ma non ci riesce per due motivi: 1 non capisce l’italiano 2 ha idea di come fare uno swing corretto, ma non ha idea di come lo sta facendo. L’istinto sa bene come il corpo dovrebbe muoversi ma non sa se in realtà si sta muovendo correttamente.

Quello che voglio dire in poche parole è

che la superistruzione rovina lo swing e anche la paura, la preoccupazione e il dubbio fanno la loro parte quando giochi male.

La tua parte razionale, quella che impartisce istruzioni, non ha alcuna fiducia nella tua parte istintuale, così la riempie di istruzioni per poi arrabbiarsi quando sbaglia perchè non è riuscita ad eseguire gli ordini. Ecco cosa succede quando ti arrabbi con te stesso: ti arrabbi col tuo istinto quando non sai che per farlo lavorare bene bisogna ridurre al massimo le istruzioni!|

Senza istruzioni l’istinto è libero di eseguire uno swing rilassato, morbido, abbandonato alla sensazione giusta. Quanto è difficile tutto questo! E invece dovresti (vale anche per me) farlo diventare un’abitudine, distraendo la mente conscia per lasciare libertà all’istinto.

La prossima settimana esce il mio nuovo report: “Libera” il tuo miglior swing.

C’è un esercizio importante su come tenere occupata la mente conscia mentre l’istinto esegue lo swing. Oggi l’ho sperimentato in campo pratica e funziona. E’ difficile, ma quando ci riesco lo swing è davvero libero, è difficile semplicemente perchè mesi e anni di abitudini di un certo tipo non si possono estirpare in mezz’ora di pratica. Devo solo insistere per acquisire ritmo e sicurezza e voglio che provi subito anche tu. Il report sarà il mio regalo per te!a Roma-Antonella's birthday 008

Spunti nuovi per giocare meglio

I golfisti si affannano per captare ogni segnale che possa far migliorare il loro gioco, accolgono con gioia nuovi spunti e non vedono l’ora di provarli. Più riescono a raccogliere informazioni che riguardano le regole, lo swing, il modo di colpire la palla, il putt, l’attrezzatura, più essi sentono di aver possibilità di giocare meglio.

Ecco un nuovo spunto, su consiglio di un professionista americano, che riguarda la posizione sulla palla.

Com’è il tuo setup?

Cioè, come ti posizioni sulla palla?

–        Il tuo corpo deve essere parallelo alla linea di tiro. Se non sei sicuro dell’address, metti in terra un bastone parallelo alla linea di tiro e piazzati in base ad esso. Oppure allontanati dalla palla, prendi un riferimento fra la palla e la bandiera e posizionati come se dovessi tirare proprio lì.

–        Bilancia il tuo peso sulle piante dei piedi e non sui talloni.

–        Piega leggermente le ginocchia e raddrizza la schiena

–        Tieni il peso già leggermente a destra e con gli occhi guarda la parte destra della palla: così sei pronto per ruotare bene le spalle.

Segui sempre una routine per posizionarti, se il tuo swing sarà corretto la palla andrà proprio dove vorrai tu.

Hai mai fatto caso a come stai curvo sulla palla quando sei stanco? Quando te ne accorgi, raddrizza quella schiena e elevati in altezza! Alza il viso e il mento, metti in fuori il sedere (culo a vespa!) e fai posto alle spalle e alle braccia che devono LAVORARE.

Ah! (sento il respiro di sollievo-preoccupazione)

Ma io faccio già queste cose, le so benissimo, eppure sbaglio spesso i miei colpi. Cosa me ne faccio dei consigli?

I consigli invece sono sempre utili: una volta ne serve uno e una volta un altro. Se ci pensi, anche il maestro ti dà il consiglio che ti serve in quel momento. Prova ad usare questo spunto sul setup in campo pratica, chissà che tu non “senta” che ci voleva proprio questo buon setup per dare il meglio del tuo swing…

Questo post è un riassunto del report “Il tuo perfetto swing “che trovi sulla HOME del blog, sulla sinistra. Scaricalo subito se ancora non lo hai fatto!