Lettera di Matteo Manassero

 Che emozione la serata con Matteo il 2 ottobre al St.Andrews! Anche se non ho potuto intervistarlo ho avuto modo di conoscerlo e di comprenderlo. Un ragazzo di 18 anni, poco più di un bambino, trasmette facilmente le sue emozioni e i suoi pensieri, specie se trasparente come Matteo.

Per questo ho scritto una  lettera immaginaria di ciò che Matteo DIREBBE. Se la leggerà sono certa che può affermare di averla scritta lui anche se le dita che battono sulla tastiera sono le mie. La lettera risponderà a tutte le domande dei lettori e darà un quadro chiaro dell’enfant prodige che è Matteo. A 18 anni trovarsi un conto in banca di centinaia di migliaia di euro è da pochi fortunati.

Ho sempre giocato a golf. Nei miei ricordi da piccolo ero già fissato, giocavo e mi allenavo a ritmi sostenuti dall’età di tre anni.
Il mio ricordo più nitido è di quando avevo 4 anni, quando al Garda Golf arrivò Costantino Rocca e si fermò a guardare il mio swing. C’era un misto di ammirazione, stupore e divertimento nei suoi occhi, mi ha trasmesso la sensazione di stare facendo la cosa giusta e nello stesso tempo mi ha fatto sentire “esageratamente dotato”, proprio come un fenomeno da baraccone. Mi dava gioia la sensazione di essere più bravo dei miei coetanei!
 
Tutti mi chiedono della scuola e io rispondo che mi sono imposto di finirla soprattutto per far contenti i miei genitori, ma che fatica… Studio da privatista, ogni tanto do un esame per dimostrare di aver svolto quella parte del programma. Ma io il lavoro ce l’ho già e non ho bisogno di studiare troppo! La laurea non mi interessa proprio, sarà già un grosso risultato quando avrò la maturità liceale. Io ho il lavoro più bello del mondo perché il golf è la mia grande passione e stare in mezzo alla gente mi entusiasma e mi rende felice.
 
Adesso per strada le persone iniziano a riconoscermi, alcuni miei compagni di classe sono venuti a vedermi all’open d’Italia e io ne sono stato onoratissimo anche perché se devo essere sincero a scuola non sono riconosciuto come una celebrità.  Se il successo mi dà alla testa? La risposta è no. Io adoro il successo e  la notorietà e sono ben felice quando mi chiedono una foto o il mio autografo sul cappellino, specialmente se a chiederlo è un bambino.
Sì perché una volta quando avevo 5 anni mi è successo di essere stato allontanato da un campione mentre gli chiedevo un autografo. Me lo ha negato! Io non farò mai una cosa del genere perché ricordo bene la mia sofferenza di essere stato respinto, mi sono sentito una nullità.
Però mi impegnerò per rimanere la persona semplice e spontanea che sono adesso e vedrete che eviterò di “tirarmela”: non mi piace chi se la tira.

Alberto Binaghi, il mio coach, è una persona divertente, parla un buon inglese e spiega benissimo la tecnica dei vari colpi a tutti gli ospiti di Scholtès. Il lunedì 3 ottobre abbiamo fatto la clinic per gli ospiti di Scholtès, il mio sponsor. Sugli approcci dal bunker io e Alberto abbiamo fatto grandi performances! Le palline si alzavano verticalmente superando le alti pareti terrose dei bunkers per atterrare perfettamente in bandiera, un paio di palle sono finite perfino in buca. La mia tecnica è semplice: affondo i piedi nella sabbia e sferro un colpo verticale prendendo bene la sabbia prima della palla e continuando avanti col sandwedge per finire contro la parete terrosa. Niente finish, solo un solido colpo aggressivo.
Il mio modello, da sempre, è Severiano Ballesteros. Io mi metto sempre un capo di vestiario bianco e uno verde quando gioco a golf in suo ricordo, mi porta fortuna. Seve dava attenzione a tutti e non lesinava autografi né foto, aveva sempre un sorriso e  una parola buona per tutti, adoro questo suo aspetto e io voglio essere come lui. Il mio ideale di campione più giovane e alla mia portata, invece,è Rory McIllroy. E’  più forte di me, ora come ora non potrei batterlo, in futuro non si sa!
 
Amo la mia vita, per quanto sia stancante e talvolta faticosa. Viaggiare per il mondo, conoscere persone, confrontarmi con i migliori è una fortuna che tocca a pochi e io sono contento e grato, infinitamente grato ai miei genitori che hanno creduto in me e a me stesso per la tenacia e la forte volontà di migliorarmi ogni giorno di più. Cosa suggerisco a chi gioca?
Di DIVERTIRSI. Di trovare divertimento e senso di gioco, di giocare godendosi tutti i colpi, di vivere il golf come antidoto contro la noia e le abitudini, di allenarsi e migliorare, vincere le gare e celebrare!
Matteo Manassero
tramite le dita (e il pensiero) di Golfissata
 P.S.
Per tutti voi che me lo avete chiesto, il mio magico audio-golf uscirà giovedì 3 novembre, vi avviserò con una email. Nel frattempo sto facendo sperimentare in gara la versione integrale a due amici e ho GRANDI aspettative per loro!
 

3 Commenti a “Lettera di Matteo Manassero”

  • Massimiliano:

    Penso rifletta perfettamente Matteo in tutto e per tutto…
    Brava Alessandra!

  • Brava…
    intuitiva, anche se un po’ ottimista, diciamo….
    comunque brava

  • admin:

    Matteo non è perfetto, come tutti noi… Ma il lato bello del suo carattere è quello che viene fuori dal suo sguardo, il suo sorriso e la sua gentilezza. E’ un bambino ma sa stare con gli adulti. Forse la dura disciplina che il suo livello di golf gli impone gli serve anche per dominare le sue emozioni, fatto sta che Matteo riesce a mostrare il suo lato buono, risultando una persona amabile. Chiunque parli di lui ne parla al positivo.