Correggiamo i due errori più comuni

Il primo errore comune a moltissimi è lo slice: quando la faccia del bastone è aperta all’impatto la palla va a destra.

Per correggerla, un semplice accorgimento. Controlla subito il grip: vedi le due nocche della mano sinistra? Probabilmente no, allora sposta verso destra la mano sinistra fino a che non vedi bene 2 nocche. Ora i palmi delle mani sono paralleli l’uno all’altro. Il grip più chiuso aiuta a tenere chiusa la faccia del bastone.

Altra probabile causa di slice è il downswing proveniente dall’esterno. Sappiamo bene che dall’apice del backswing bisogna far cadere le braccia e scendere dall’interno,  ma fra il saperlo e il farlo c’è un abisso. C’è un piccolo trucco per scendere dall’interno ed evitare lo slice o qualsiasi altro colpo di non-golf. Quando sei pronto sull’address per fare un colpo, fai in modo che la spalla destra sia un pò più indietro rispetto alla sinistra e tieni il braccio destro attaccato allo stomaco mentre giri le spalle. Ti verrà più naturale scendere dall’interno con l’idea del braccio destro attaccato al corpo.

Secondo errore comunissimo: l’hook, o GANCIO. Si fa hook quando la faccia del bastone è chiusa all’impatto. Anche qui, proprio come nello slice, può essere questione di grip: un grip troppo chiuso, con due-tre nocche visibili, è spesso responsabile del gancio, perciò basta girare appena la mano sinistra verso sinistra, fino a che sia visibile solo una nocca (se tiri spesso a sinistra è meglio che si veda una sola nocca o addirittura nessuna, cioè è meglio un grip più aperto e morbido) Facile, no?

La seconda causa di hook si ha quando si scende troppo dall’interno. [Mi permetto un commento: AL GOLF NON VA MAI BENE NIENTE!! Dall’esterno no, ma non troppo dall’interno, grip non troppo chiuso né troppo aperto… Ma va’…………] Il rimedio anche qui è semplicissimo: basta stare più vicino alla palla quando  fai lo swing. Attenzione anche a girare correttamente il fianco sinistro mentre fai il downswing per far fare il giusto percorso alla testa del bastone.

Spero di averti dato qualche idea, anche se l’autrice non sono io ma un professionista americano, per un rimedio semplice e immediato di slice o hook, ma soprattutto spero che tu non abbia troppo bisogno di rimediare errori!

  In quei giorni di grazia in cui tutto va bene e non fai errori prova il massimo della GRATITUDINE e sii felice!

7 Commenti a “Correggiamo i due errori più comuni”

  • adriana:

    aiuta sentirselo ripetere! adriana

  • alessio:

    RISENTIRSELO DIRE FA BENE SEMPRE PER ESEMPIO SE ME LO AVEV DETTO LA SETTIMANA SCORSA PROBABILMENTE NON AVREI SBAGLIATO 13 DRIVE AL PUNTO CHE ALLA 14 HO PRESO IL FERRO 5 E HO CONTINUATO CON QUELLOI

  • alfredo:

    Tutto sembra facile a “parole” ma quando siamo davantia quella dannata pallina tutto si complica. Cara Ale fai bene a ripeterci queste cose perchè sono fondamentali. Domani vado a fare 18 buche e cercherò di pensare: “Ricordati, Alfredo, cosa dice la saggia Ale e mettilo in pratica…..per bacco barile….” Grazie; ti farò sapere se mi sono ricordato le tue parole (ovvero del maestro americano).

  • Marco Don:

    Gentile Alessandra,

    una domandina semplice, spero sia anche facile: perchè mai quando in campo pratica sono senza pallina davanti a me e tutto sembra filare liscio (swing come si deve, velocità come si deve, strusciamento della testa del ferro con l’erba come si deve, down e risalita come si deve) e poi invece con la pallina da colpire (e colpita), soltanto pochi secondi dopo, cambia quasi tutto?

    Cambia in peggio, ci siamo capiti: salita a scatti, discesa lenta, movimento non dovuto del corpo, colpo striminzito, risalita fiacca? Che cosa mai diamine mi scatta e dove? Paura del risultato? Fifa del colpo sodo? Che cosa ti suggerisce la tua esperienza di campo pratica e di gioco?

    Anche il mio maestro che mi osserva per tutto il tempo non se ne capacita.

    Grazie per la consulenza. Buona fine settimana. Ciao.

    Marco Don

  • admin:

    Rispondo a Marco, che fa un bello swing senza palla e uno orribile con la palla. Succede anche a me! Non sai quante volte, specie quando ho altre priorità nelle mente (rispetto al golf).
    All’inizio, quando ho imparato a giocare mi succedeva spesso, specie se avevo qualcuno che mi guardava. Ci mettevo talmente tanto impegno a colpire quella pallina per avere una performance decente che non si poteva certo definire swing tutto quell’impegno… era un movimento sconnesso, programmato per colpire la palla più forte possibile.
    E’ inutile raccontarti qual era il risultato di questo impegno.
    Nella prova io e te facciamo un semplice swing, con la palla cerchiamo disperatamente di colpirla, ecco la differenza. Ansia da prestazione. Una malattia. Curabile, per fortuna! Il post di oggi lo dedico a te, l’argomento è di interesse comune.
    Ti auguro la pace della mente e un golf soddisfacente.

  • Marco Don:

    Gentile Alessandra,

    ti ringrazio per i tuoi pensieri e suggerimenti, si nota davvero dal tuo argomentare e dal tono da te usato una esperienza personale positiva su questo ostacolo “di passaggio”.

    E’ verissimo quello che tu scrivi, sul fatto che esiste un’ansia da prestazione congiunta ed unita ad un volere avere la meglio sulla piccola sfera bianca che ci guarda sorniona.

    Buoni anche i tuoi due suggerimenti riportati sul tuo ultimo post del tuo blog, sia quello del mantra “solo swing” (lo proverò anche io) sia quello più legato al pensiero razionale (il pensiero fisso su un tratto del movimento corretto dello swing sul quale fissare il pensiero che invece potrebbe spaziare vagabondando).

    Ora volendo adottare anche il secondo metodo (il pensiero sul tratto di movimento corretto da fare) avrò solo l’imbarazzo della scelta, tali e tanti sono i singoli elementi da osservare e mettere in opera (tanti pezzetti di un solo mosaico): il movimento di caricamento con accompagnamento delle spalle; bacino e fianchi ad assecondarlo; il caricamento dei polso della mano sinistra al culmine del caricamento (e che tale caricamento-piegamento non sia ripiegato su sè stesso ma in linea); la discesa progressiva e non a scatti; la spalla destra in basso; il braccio sinistro lungo e disteso, la mano destra a sostenere il colpo; bacino e fianchi a seguire; la continuazione del colpo fino a su su in alto; il finale del movimento. Eccetera eccetera.

    Ecco, scusa ma ho colto l’occasione per fare un breve ripasso dei vari passetti da non tralasciare. Beh, un breve sunto non esaustivo.

    Grazie ancora per la tua risposta, gradita ed apprezzata, giusta nei toni e nei suggerimenti, di sprone per i volenterosi. Ciao.

    Marco Don

  • Carlo:

    Salve vorrei porvi una domando al rispetto.
    Gioco a golf da un annetto e pratico driver e legni da 6 mesi (1 volta a settimana). Generalmente i miei tiri buoni con ibridi lunghi e legni avevano una percentuale non alta; generalmente andavano in slice, e con driver si alzavano.Di recente leggendo vari forum mi sembra di aver capito che il movimento del downswing si debba iniziare con i fianchi, spalle e poi braccia. ho cercato di concentrarmi su questo ed effettivamente è aumentata la qualità dei miei colpi lunghi. Però ora capita a volte capita che i tiri abbiano hook, cosa ke nn mi capitava prima, e a volte slice. credo ke la posizione del grip e corretta. Potrebbe essere che ho hook quando i fianchi sono molto + avanti rispetto alle braccia nell’impatto e slice nel caso contrario?
    Grazie.
    Ciao